KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

Intervista con John Strada

10 min read
John Strada – “Meticcio” Il nuovo album del rocker emiliano dal 3 Giugno 2014 – in CD ed in tutti gli store digitali da New Model Label distribuzione Audioglobe
 
 
“Meticcio”, perché in fondo le origini del rock nascono proprio dal contatto, e nel rock di John Strada si rincorrono l’America e l’Emilia, ognuna con il suo contributo, con i suoi suoni, e non si può dire dove inizi una e finisca l’altra. In fondo John, quell’America la porta qui, dentro, nelle storie di tutti i giorni, nel suono della Telecaster e dell’Hammond in “Magico” così’ come nella successiva, “Chi Guiderà”, canzone energica ed estremamente fisica, figlia della grande passione per Bruce Springsteen, un amore che accompagna John da una vita. Non c’è però solo questo, “Rido” è una ballad dal sapore e dalle sonorità soul mentre”Torno a casa”, la canzone scelta come singolo lancio del cd, parla di una rinascita o forse di una conversione, un bilancio di vita per una nuova ripartenza. “Hai ucciso tutti i miei eroi” è una delle canzoni più intense, sempre tirata come la corda di un violino. In questo brano John affronta il tema della coppia, di amori che cominciano fortissimi e si spengono lentamente senza che nessuno abbia il coraggio prendere delle decisioni. In “Promesse” racconta poi il tema della quotidianità, di quando diventi adulto ed i sogni che avevi da ragazzo non si sono avverati. Una canzone molto dolce ma cupa allo stesso tempo con un raggio di speranza nel finale. “Non mi alzo”, pezzo dal sapore soul, è un inno al “non dovere”, ed a volte è lecito non fare il proprio dovere! Segue poi lo swing ironico di “Rocco & Fanny”. In “Tiramola”, unico brano in dialetto del disco, troviamo invece l’amore di John per la sua terra, il suo paesello che lo ha riportato in Emilia dopo vari anni vissuti fra l’Inghilterra e gli States. Segue un tuffo nelle atmosfere irlandesi di “Nella Nebbia”, altra ballad dominata invece dal suono della fisarmonica e del mandolino, la voglia di fuggire dalla Bassa, per scoprire il mondo ed allo stesso tempo l’amore per una terra ritrovata.  Lo stesso sentimento domina anche “Sanguepolvere” dove l’artista di XII Morelli, paese al confine tra le province di Ferrara, Bologna e Modena racconta il terremoto del Maggio 2012 che ha colpito l’Emilia, da lui vissuto proprio vicino al cuore dell’epicentro. Il cd si conclude con la delicatissima “È Natale in Maghreb” dove si affronta l’ipocrisia religiosa da un punto di vista molto singolare. Mai irriverente verso la religione ma molto critico verso chi la vive ipocriticamente. Aisha è una ragazza maghrebina che, la notte di Natale, vaga sola con una carrozzina vuota per le strade di Milano ma nessuno la vede. L’album è stato realizzato con la preziosa collaborazione di The Wild Innocents, la band che lo accompagna da anni in studio e dal vivo, ovvero: Dave Pola, chitarra solista e cori, Fabio Monaco, basso e cori, Alex Cuocci, batteria e Daniele De Rosa, Hammond, piano e cori.
Tracklist: 1. Magico / 2. Chi Guiderà / 3. Rido / 4. Torno A Casa / 5. Hai Ucciso Tutti I Miei Eroi / 6. Promesse / 7. Non Mi Alzo /8. Rocco & Fanny / 9. Tiramola / 10. Nella Nebbia / 11. Sanguepolvere / 12. È Natale In Maghreb
 
Link:
 
Discografia:
Meticcio (CD & Digitale – Giugno 2014) / Live in Rock’a (2 CD) / Dalla Periferia dell’anima (CD) / Ho voglia di (E.P.) / Pezzi di vita (CD) / Cavalli Selvaggi (CD) / Senza Tregua (CD)
 
Biografia:
John Strada è nato in una singolare borgata al crocicchio fra le province di Bologna, Ferrara e Modena.
Negli anni ’90 escono i primi suoi due LP: “Senza Tregua” e “Cavalli Selvaggi”. In seguito si trasferisce per qualche mese a New York dove frequenta la scena  musicale del Greenwich Village e si esibisce da solo unplugged al mitico Rock’n’roll cafe di Bleeker Street. Successivamente si trasferisce per tre anni a Londra e comincia a suonare in vari club della città. Continua a scrivere musica e a registrare canzoni con diversi musicisti.
Torna in Italia e fa uscire il terzo cd “Pezzi Di Vita” che contiene tredici canzoni inedite, ovviamente scritte da lui.
La vera forza di John Strada però scaturisce nei concerti dal vivo. Le sue canzoni vengono caricate di un’energia nuova e pulsante. La band riesce a mantenere lo spirito del rock più viscerale e il calore del Soul più intenso. I concerti vengono spesso arricchiti anche con varie cover che variano a seconda dell’atmosfera della serata. Questi ragazzi si sono esibiti su vari palchi italiani fra i quali, il Gilgamesh di Torino, il Naima Club di Forlì dove hanno aperto il concerto della mitica band irlandese The Commitments e successivamente, dei Jefferson Airplane e di Southside Johnny and the Asbury Jukes. In seguito, John e la sua band vengono invitati a suonare a Londra per un concerto al O’Neals Pub di Kings Cross. Il concerto è stato recensito anche su Italians, rubrica curata da Beppe Severgnini sul Corriere della Sera.
Nell’estate del 2004 è uscito “Ho voglia di…” un EP con quattro canzoni presentato alla finale del Bologna Music Festival ripreso da MTV.
In John convivono un’anima rock e un’anima acustica e comincia a suonare anche in trio (chitarra, fisarmonica e mandolino) e comincia un tour per i teatri e piccoli locali. L’esperienza del trio influenza molto la composizione dei nuovi brani, tanto che John maturerà un album di canzoni nuove completamente acustiche.
Nel 2008 esce “Dalla Periferia dell’Anima”, cd realizzato in studio con l’Acoustic Sound Machine, una band a 8 elementi fra i quali il chitarrista brasiliano Nelson Machado. Le canzoni trattano temi molto intensi, come il forte disagio giovanile, la meschinità dell’uomo, la tragedia di immigrati trattati come schiavi, le difficoltà di una società che sta cambiando ma non riesce ad accettarlo.
In realtà non si tratta solo di un cd musicale, ma di un progetto più ambizioso: un tentativo di unire musica, letteratura e pittura. Il libretto interno contiene 10 racconti scritti dallo scrittore bolognese Gianluca Morozzi che riprendono i testi di John e 10 foto dipinte del fotografo/pittore Andrea Samaritani (Espresso, Qui touring, ecc.) che arricchiscono l’espressività dalle canzoni.
Nel Novembre 2010 è uscito su il dvd che ritrae una di quelle magiche serate: “Live dalla periferia dell’Anima” e continua il tour nei teatri, locali, e in versione ridotta (trio), scuole e biblioteche. Nel 2011 John imbraccia ancora una volta la chitarra elettrica e registra “Live in Rock’a” ed in seguito il gruppo è stato invitato a suonare all’Hard Rock Cafè di Firenze per il concerto finale di una settimana che il popolare ristorante americano ha dedicato a Bruce Springsteen. John inoltre è tornato ad esibirsi a New York nel 2013, ospite del grande James Maddock. Le registrazioni di “Meticcio” sono durate quasi un anno ed ora John è pronto per tornare ad esibirsi in elettrico ed acustico
 
 
Intervista a John Strada
 
Davide
Ciao John. Di cosa parli soprattutto in queste tue nuove canzoni, volendo dare o indicare un tema e un punto di vista che in particolare le colleghi?
 
John Strada
Ciao Davide, “Meticcio” non è un concept album, quindi non c’è un filo che lega le canzoni o una cornice che le pone in un particolare ambientazione. In “Meticcio” vengono esplorati più territori. Tre canzoni parlano delle dinamiche del rapporto di coppia, altre di personaggi un po’ strambi, di religione, di ipocrisia, sogni infranti, bilanci di vita. Come vedi ho esplorato molti campi.
 
Davide
Nel tuo nome vedo celarsi tanto “La strada” di Fellini quanto il romanzo di Kerouac (On the road), un incontro tra Emila Romagna e Stati Uniti quindi particolarmente ben racchiuso. Perché dunque John Strada?
 
John Strada
Cercavo un nome che esprimesse Rock. Volevo mantenere almeno il cognome in Italiano. Non è stato facile trovare un nome con quelle caratteristiche. Ero ad una festa in Florida e mi hanno presentato un po’ di persone, fra loro c’era un John Strada e mi sono innamorato di quel nome. Avevo trovato esattamente quello che volevo. Un nome che esprime Rock’n’roll, un cognome italiano altamente evocativo. Da allora sono stato John Strada!
 
Davide
In origine la parola “meticcio” definiva gli individui che nascevano dall’incrocio tra i conquistadores e i coloni e le popolazioni indigene. È un modo di dire che il rock americano ha conquistato e colonizzato tutte le nazioni del mondo e le loro musiche indigene? Perché “Meticcio”?
 
John Strada
Il Blues, il Jazz e soprattutto il Rock’n’roll sono stati un magnifico esempio di colonizzazione culturale pacifica. La cosa importante è esserne consci e cercare di non perdere la propria identità culturale. Io, quando ero teenager e anche dopo in realtà, non me ne rendevo conto e avevo abbracciato incondizionatamente quello che proponeva la cultura americana quasi rinnegando la mia. Poi me ne sono reso conto, continuo ad amare molte cose degli Stati uniti ma sono molto critico nei loro confronti e soprattutto ho imparato ad apprezzare ed amare le cose di casa nostra. Ne è un esempio il mio precedente album: “Dalla periferia dell’anima” e la canzone dialettale “Tiramola”, contenuta in “Meticcio”. L’album si chiama così perché, pur essendo essenzialmente Rock, abbraccia vari generi musicali, dal folk di “Tiramola”, appunto, al Rhythm’n’blues di Non mi alzo, allo Swing shuffle di Rocco & Fanny, ecc.
 
Davide
Mi soffermo ancora sul titolo e anche sulla copertina di “Meticcio”. C’è infatti anche un cane meticcio in copertina, che mi ha fatto riflettere. I meticci, detti anche “cani fantasia”, non hanno le caratteristiche proprie di una razza e quindi è impossibile creare uno standard. Sono molto eterogenei e spesso nemmeno dagli stessi genitori si ottengono cucciolate uguali. È un bel modo di sottolineare la propria peculiarità, la propria cifra artistica e stilistica. Certo, è rock, a volervi cercare uno standard, ma poi è anzitutto “Meticcio” di John Strada e i Wild Innocents. Cos’è il rock per te, per voi?
 
John Strada
Il concetto di razza pura mi ha sempre inquietato e poi è una pura utopia. Da quando è apparso l’uomo sulla terra i popoli si sono sempre spostati da un posto all’altro, quindi tutti noi siamo il risultato di tante genti che si sono mescolate e sempre si mescoleranno. È insito nell’uomo. I popoli sono in movimento e si intrecciano fra loro, è sempre stato così e sarà sempre così!!!
Il rock è un mezzo per esprimermi, per ballare, per divertirmi. Suonare musica rock su un palco mi fa sentire bene, mi fa sentire veramente libero. Tutti noi della band viviamo il rock in maniera abbastanza diversa ma sicuramente ci accomuna la possibilità di esprimerci e di divertirci.
 
Davide
Ci presenti i musicisti che hanno suonato con te in “Meticcio”, ovvero i Wild Innocents?
 
John Strada
Sono orgoglioso e felice di avere una band come gli Wild Innocents. Fabio Monaco è un bassista essenziale, quadrato, e con una grande musicalità. Suona rock come pochi sanno fare Alex è un batterista formidabile, pacca potente, tecnica indiscutibile e precisione impeccabile. Daniele Hammond De Rosa è un grande musicista e fonico. Conosce i segreti della sala di registrazione e quando suona l’Hammond non ce n’è per nessuno. Dave Pola è nuovo della band. Un chitarrista strepitoso e versatile. Incarna lo spirito del rock più viscerale. Riesce ad essere violento sulle sei corde ma anche delicato e dolce. Come dicevo prima sono molto soddisfatto della band e poi ci divertiamo davvero un sacco.
 
Davide
Nel nome della band c’è sicuramente un omaggio a The Wild, the Innocent & the E Street Shuffle. Perché Bruce Springsteen e perché in particolare quel disco?
 
John Strada
Beh, Bruce è sempre stato una fonte di ispirazione inesauribile per me. È tramite la sua musica che ho conosciuto e approfondito il Rock’n’roll. Nei suoi concerti propone sempre delle cover dei classici e così ho imparato a conoscere Roy Orbison, Carl Perkins, Woodie Guthrie, ecc. Quell’album perché lo adoro. E poi mi piace molto l’immagine del selvaggio e innocente.
 
Davide
Ognuno ha un desiderio, un desiderio a cui non può resistere, cantava Bruce Sprinsgteen in Prove it all night. Qual è il tuo più grande desiderio?
 
John Strada
Per lungo tempo sono stato prigioniero dei miei sogni. Quando avevo 20 anni, e per tutta quella decade ero ossessionato dal diventare famoso con la musica. Il mio interesse per il rock è aumentato da allora, ma la cosa che musicalmente desidero veramente è di fare tanti concerti e di portare in giro la mia musica, di riuscire a fare i prossimi cd senza troppi problemi economici e, possibilmente allargare sempre di più il mio giro.
 
Davide
Vi vedremo in concerto? Che tipo di esperienza è per voi suonare dal vivo? Che tipo di armonia (o “comunione”) cercate e trovate tra di voi suonando dal vivo e altresì con il pubblico?
 
John Strada
Ogni nostro concerto è un’esplosione di energia intercalata da momenti di dolcezza e riflessione. Suoniamo ogni concerto come se fosse l’ultimo e credo che la gente lo senta.
 
Davide
Cosa seguirà?
 
John Strada
Un tour in giro per l’Italia e chissà forse qualche data all’estero. Vedremo…
 
Davide
Grazie e à suivre…

Commenta

Nel caso ti siano sfuggiti