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Intervista con Monolith

6 min read
Il gruppo modenese torna sulle scene con un disco dai marcati tratti stoner / grunge, sporcato da psichedelia e musica etnica.
 
 
A un anno esatto di distanza dalla pubblicazione di Louder, loro primo Ep ufficiale, i Monolith si ripropongono con l’album Even More. La scelta del titolo non è casuale: se nella prima uscita i 4 modenesi avevano tracciato una sorta di linea guida stilistica, in Even More le caratteristiche della band emergono amplificate e potenziate. Uno stoner/grunge arrabbiato, sporcato da reminiscenze psichedeliche ed echi di musica etnica, caratterizzato da grande attenzione per testi e compattezza del suono. Da 9 tracce monolitiche, che suonano, appunto, “ancora più forte”. Il background musicale a cui attingono i Monolith è quello classico della tradizione stoner rock, dai Kyuss ai Queens Of The Stone Age, ma anche di quella più “hard” del grunge, vedi Alice in Chains. L’album è prodotto dall’etichetta HazyMusic, e è acquistabile direttamente ai concerti o sulle principali piattaforme di download (iTunes, Spotify, ecc).
Registrato negli studi del produttore bolognese Marco Bertoni (Motel Connection, Maccaroni Circus), vede la collaborazione in fase di arrangiamento di Arcangelo Kaba Cavazzuti (Modena City Ramblers). Il mastering è a cura di Filippo Cimatti, (Bones UK). Il logo è stato realizzato da “Wani”, mentre le grafiche da Silvia Ballerini. È prevista per maggio l’uscita del video del primo singolo estratto, Overload. Il video, girato dal regista e cantante Andrei Colta, vedrà la partecipazione delle ballerine dell’accademia di danza New Dance di Pavullo (MO).
 
Overload è il riassunto dell’intero disco” afferma la band.“Chitarre potenti, batteria spigolosa e basso avvolgente, il tutto amalgamato dalla voce che alterna con la giusta dose momenti di lirismo a scariche di furia rock’n’roll.
 
1.Overload
2.Bitter Show
3.Kind of Love
4.Cockroach
5.Intro
6.Untitled
7.Beatiful and Damned
8.Even More
9.Orange Moon
 
Andrea Marzoli – Vocal, guitar
Massimiliano Codelupi – Guitar
Enrico Busi – Bass, synth, organ, piano
Riccardo Cocetti – Drum and percussions 

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Intervista

 

Davide
Ciao Monolith. Due parole sul vostro incontro, su come e quando vi siete formati e con quali obiettivi? 

Monolith
Ciao Davide! La storia dei Monolith ha inizio con l’incontro di Max Codeluppi, chitarra e me, Andrea Marzoli, voce e chitarra ritmica. Era il lontano 2011. Dopo vari cambi di line-up Riccardo Cocetti (ex The Villains) alla batteria ed Enrico Busi al basso si uniscono in pianta stabile e definitiva al progetto nel settembre del 2013. Come per tutte le band siamo nati un po’ per passione un po’ per gioco e per divertimento, col passare degli anni e con lo studio i Monolith sono diventati la nostra valvola di sfogo dal quotidiano e a volte dalla vita terrena. 

Davide
Quali tematiche prediligete nei vostri testi, quali quelle di “Even More”? 

Monolith
I testi parlano di vita.  Sì lo sappiamo, siamo ancora relativamente giovani per fare i saggi, ma si comincia a vivere presto. Amore, odio e uomo, questi sono i temi predominanti dei testi di “Even More”; quello che viviamo ogni giorno, per rimanere attaccati alla realtà e colpire nel profondo. 

Davide
Avete intrapreso una tournée fitta di appuntamenti. Come sono i Monolith in studio e come invece in concerto, dal vivo? 

Monolith
Per impegni vari “Even More” è stato registrato in varie sessioni singole, non ci siamo praticamente mai incontrati tutti insieme in studio, solo qualche volta in fase di missaggio. Tutto questo è stato possibile grazie alla preparazione e alle idee chiare che avevamo fin dal principio. Dal vivo ovviamente le cose cambiano, ci piace vivere ogni esperienza al massimo, che sia questo il concerto della vita o il live per gli amici nel garage. Dare tutto, dare il massimo, uscire soddisfatti della prestazione da qualsiasi situazione e cercare di imparare qualcosa in più ogni live. Lo stage non è per tutti e magari ti ci trovi senza sapere il perché, bisogna avere personalità e bisogna saper cambiare in fretta, infangarsi nelle proprie convinzioni da musicista è molto facile, bisogna stare attenti. 

Davide
Qual è stato l’apporto negli arrangiamenti in “Even More” da parte di Arcangelo Kaba Cavazzuti dei Modena City Ramblers? 

Monolith
Abbiamo presentato a Kaba tutti e nove i brani di “Even More” in saletta, uno dietro l’altro. Ci ha dato una grossa mano per quanto riguarda la struttura del brano. Scremare e rendere lineare e “giusto” un pezzo è la cosa più difficile quando ci sei immerso fino al collo. Un orecchio esterno come il suo ci ha appunto aiutato a fare tutto questo. 

Davide
Il rock’n’roll ha una sorta di aura di rivoluzione permanente, senza tempo, di sfida a tutto, inclusa la natura stessa, ha detto un noto regista americano. Il rock è stato a lungo legato anche a più o meno espliciti contenuti di valenza politica; sicuramente è stato spesso visto come l’espressione della rivolta giovanile contro il consumismo e il conformismo, contribuendo al diffondersi di movimenti culturali e sociali. Cos’è oggi la rabbia giovanile che incontrate e qual è in particolare la vostra? 

Monolith
La nostra musica è un po’ un modo di rimanere “fedeli alla linea”. A pensarci, le nuove generazioni dovrebbero essere più intelligenti di quelle passate, ma non è così, giusto? La superficialità sta avendo il sopravvento. Una volta c’era ben poco di materiale, c’erano poche distrazioni e quindi rimaneva tanto tempo per pensare, per coltivare l’interiorità. Oggi non è così, oggi siamo sottomessi, siamo ruote che girano tutte nello stesso verso e ne siamo anche consapevoli. La musica è una via di fuga da tutto ciò che ho descritto, un pezzo di carta bianco da colorare come vuoi, senza nessun tipo di regola, chiaramente ispirandosi al passato ma pensando al futuro.
 
Davide
La musica produce effetti sul nostro corpo e origina esperienze emozionali. Qual è il vostro rapporto tra musica ed emozioni sia tra di voi, sia tra voi e il pubblico?
 
Monolith
Come ho già in parte detto vivere la musica per noi è un modo di staccare dal mondo. Quando ascolti musica live, sei lì, non c’è nient’altro, nessun problema, nessuna cosa alla quale pensare, c’è solo il concerto. La cosa vale ovviamente anche per il nostro live. Sul palco ci sono la mia chitarra, la mia voce, la mia band e il suono che sento che unisce me alla gente che mi guarda e mi ascolta. Nient’altro. 

Davide
A che punto è il video di “Overload”? Si può già vedere? 

Monolith
Il video di Overload è in fase di montaggio, uscirà per fine giugno (La puntualità non è il nostro forte. Non è assolutamente il nostro forte.) 

Davide
Piccola curiosità… C’è un brano intitolato “Intro” che uno si aspetterebbe all’inizio del disco come prima traccia e invece è la quinta… 

Monolith
“Intro” è il nostro trip personale, un’introduzione a quello che sarà il brano successivo “Untitled”. Due minuti strumentali che spaccano in mezzo il disco e possono farti ricominciare quasi da zero con “Untitled”, le due tracce infatti sono al centro del disco e hanno titoli interpretabili in qualsiasi direzione.  “Introduzione” e “Senza titolo”, vedeteci quello che volete a noi piaceva così. 

Davide
A seguire? 

Monolith
Continuare su questa strada, il percorso è difficile e lungo, speriamo in qualche botta di culo nel mentre noi continuiamo a dare tutto. Grazie per l’intervista, alla prossima! 

Davide
Grazie e à suivre… 

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