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Insospettabili ragazze in topless

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Insospettabili ragazze in topless

Feltrinelli. Modena. La vetrina è tappezzata dall’ultimo libro di Matt Veller, lo scrittore texano. Da quindici settimane è il testo più letto nei paesi del G7.
Insospettabili ragazze in topless – basato su una storia vera – ricostruisce il viaggio di cinque modelle conosciutesi su una chat erotica. Non è nemmeno iniziato, il libro, che Shari è rapita per un affare di droga. Neriah, Jasmine, April e Lauren, dopo quattrocentododici pagine di angoscia e terrore, riescono a liberare l’amica virtuale, e le fanciulle concludono la vacanza in una bollente spiaggia caraibica.
L’indiscusso critico nazionale Mario Tancredi, in un articolo apparso sul Corriere della Sera, si è soffermato sull’apparente crudezza dei sessantacinque cadaveri che ricamano il tessuto narrativo, concludendo che la scrittura del Veller, pur senza rinunciare alla suggestione del miscuglio e della provocazione, segue negli ultimi lavori un disegno più complesso, rimandando a un progetto scenico articolato.

Del Veller ho letto il sesto romanzo, il libro della maturità, Inavvicinabili uomini in tanga. La storia, non originale, colpisce per la straordinaria semplicità: quattro newyorchesi postmoderni si divertono a palleggiare in un campo da tennis con le teste delle loro vittime.
Per le prime settecento pagine la trama è piacevole, poi la storia delle teste comincia lentamente ad annoiare.

Lascio perdere. Questa sera sono da Elena. Con Marco e Michela, una coppia di amici. Due anni che sto con Elena. Almeno una volta alla settimana mi impongo di farla finita, con lei, non abbiamo nulla in comune, noi due, poi mi dimentico di averci pensato.
Via Taglio. Enoteca. Un paio di Chianti addolciranno la serata.

Un’ora più tardi sono in cucina da Elena. Prepara da mangiare, lei. Tre giorni che non la vedo, che non la sento nemmeno. Non ho nulla da dirle, del resto. Dev’essere un mio problema. Quasi sempre, non ho nulla da dirle.
Elena sciacqua il prezzemolo. Vicino a lei, in quella casa, non trovo nulla da fare. Comincio a fissare gli elettrodomestici in cucina, anticamera della sala da pranzo. Un frigorifero Zoppas pc22-105 combinato a quattro vani separati occupa la parete di fondo, accanto a una lavastoviglie Aeg 4041 wst con grado di rumorosità a trentasette decibel. Alzo gli occhi sui due forni a microonde: un Whirlpool t243 "talent" con cinque piani a cottura ventilata che le ho regalato per l’ultimo compleanno, e il vecchio Moulinex y82lt23 che può sempre far comodo. Sulla parte opposta del lavello, sotto un lungo ripiano di marmo, grazie a un sistema di isolamento idraulico, si affiancano il congelatore Indesit gsf 4100 a novanta litri di capienza e il forno De Longhi a otto gradi di cottura automatica. Sul ripiano si allineano in ordine sparso un robot multisystem Braun k1000 – capace di impastare e triturare e sminuzzare e affettare e montare – una friggitrice De Longhi ft-zaa con cestello rotante a sistema svuotante, un tostapane Krups chrome L (design anni Sessanta) con regolazione elettronica del livello di doratura, uno spremiagrumi Philips vitesse e un espresso Saecco Magic da 1300 watt con caldaia in alluminio e piano riscaldato. Su quest’ultimo, incastonato a cassaforte sulla parete, trova spazio un Combo Sony Trinitron kv 14v64 con DVD a 15 pollici, dotato di due tuner indipendenti. La televisione è accesa e trasmette le previsioni del tempo.

Sono le sette e trentacinque, Elena continua a sciacquare il prezzemolo. Nemmeno lei ha qualcosa da dirmi. Forse il problema è suo.
Mentre suona il campanello stappo la prima bottiglia di vino.



Marco ha portato due bottiglie. Di Chianti. Mi chiedo se le abbia comprate anche lui in via Taglio. Modena è piccola.
Michela aiuta Elena in cucina. Marco si avvicina, comincia il solito discorso, dovrei seguirlo nell’azienda del padre, ci sono una marea di prospettive per una persona con le mie idee, con le mie capacità, come faccio a rimanere ancorato a quello stupido lavoro?…

A tavola Elena e Michela parlano a lungo di niente.
"Tu e Marco quante volte fate l’amore?" domando approfittando di un momento di pausa, a Michela. Lei arrossisce, mi fissa strana, guarda Marco, poi Elena, poi me e Marco, a turno.
"Non so…"
"Avanti Michela, quante volte fate l’amore tu e Marco?"
Elena continua a mangiare. Forse non ha sentito la domanda, forse è troppo preoccupata da quello che potrebbe accadere per reagire.
Michela mi guarda. Esita.
"Una, due volte…."
Risponde su Marco che cerca di riprendere il controllo della situazione
"Andiamo lele…"
"Una volta al giorno, alla settimana, una volta al mese?"
"Cosa c’entra?" continua Marco spazientito. Si controlla il nodo della cravatta.

Elena comincia a radunare le posate, fa per alzarsi. La fermo con un braccio. Mi sento pieno di energia.
"E mentre lo fai Michela, cosa pensi?"
"…"
"Pensi a Marco o a che cosa?"
"…"
"E a chi dovrei pensare?"
"Non puoi rispondermi con un’altra domanda Michela, pensi sempre a Marco?"
"Marco, Marco è ovvio! Lo amo, stiamo insieme da cinque anni, hai dimenticato?"
"Anche quando la stanza è buia, anche quando la sua presenza ti è insopportabile, anche quando per qualsiasi motivo sei stato con un altro uomo – un uomo bello e eccitante – per tutta la giornata, anche quelle volte che non hai voglia di fare l’amore con lui e con nessun altro, anche quelle volte pensi a Marco?"
"…"
"Sì, certo… A Marco, perché tu non pensi a Elena?"
"Anche quando sei in vacanza, passi tutto il tempo con lui, e fai l’amore di pomeriggio, il mattino, la sera e la notte, anche allora non puoi fare a meno di pensare al Marco?"

Cinque anni prima, eravamo poco più che ragazzi, ero stato con Michela per un paio di volte, prima che si mettesse con Marco. Una cosa da niente, iniziata e finita. La seconda volta, l’ultima, dopo, Michela era distesa sul letto accanto a me. Io stavo in silenzio, fumavo una sigaretta, pensavo ad altro, probabilmente che non avevo voglia di essere lì con lei. Michela cominciò a ripetere parole d’amore che avevo già sentito da altre ragazze e che altre donne ripeterono più tardi. Le stesse parole di sempre, che per lei ero tutto, avremmo dovuto fare questo e avremmo potuto fare quell’altro, che non potevano esserci altre persone nella nostra vita.
Prima, pensando a Elena, mi ero ritrovato per un attimo su quel letto, e la scena mi era parsa abbastanza assurda.



Matt Veller trascorse dieci giorni in Italia per ritirare un paio di premi e partecipare alla notte dei Telegatti. Insospettabili ragazze in topless rimase in vetta alle classifiche per altre nove settimane. Lo regalai ad Elena per il suo compleanno insieme a l’ultimo modello DVD. Philips, Digital System, regolazione automatica del volume.


Raffaele Gambigliani Zoccoli

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