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Una nuova esperienza

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Una nuova esperienza

Ciao a tutti, sono Tamara Casarini, ho diciassette anni e frequento il quarto anno dell’istituto professionale "CATTANEO-DELEDDA", con indirizzo tecnico della moda; vado a scuola a Modena, ma abito in un paese di provincia, Castelfranco Emilia.
Mi piace moltissimo leggere riviste in inglese, andare al cinema e ascoltare musica, qualsiasi tipo di musica, ma soprattutto R&B e POP. Adoro andare al cinema e vedere film romantici e avventurosi, e mi piacerebbe fare un corso di teatro, penso di essere una persona abbastanza ambiziosa, e spero un giorno di riuscire a viaggiare molto e visitare l’America e l’Inghilterra.

La proposta di partecipare a una gara nazionale, e quindi, in un certo senso di rappresentare la mia scuola, è arrivata per me "come un fulmine a ciel sereno" in un giovedì come tanti durante l’ora di ginnastica. Sul momento ho provato molta confusione ed anche incredulità, ma comunque per me era motivo d’orgoglio sebbene quando diedi il mio consenso ero ancora frastornata. Soltanto nei giorni successivi ho cominciato a pensare a ciò che ci si aspettava da me, e ho temuto di non riuscire a conciliare il normale studio scolastico con lo studio personale che cercavo di fare per non trovarmi totalmente impreparata.
Inaspettatamente quando sono arrivata a Padova, luogo in cui si sarebbe svolta la gara, ho incominciato a rilassarmi, e a pensare che comunque fosse andata sarebbe stata una bella esperienza.
Le tanto temute prove son durate cinque ore l’una, e riguardavano le materie di indirizzo: storia dell’arte, storia del costume, tecnologia tessile, disegno professionale, ed infine (il secondo giorno) modellistica e confezione. Di certo la parte più difficile è stata quella "teorica", che comprendeva domande aperte e chiuse sull’arte e il costume del seicento e sulle caratteristiche e qualità delle fibre. La parte più bella invece è stata quella di disegno professionale, che implicava la progettazione di schizzi, il disegno in piano e il figurino di un capo scelto da noi, tra quelli precedentemente progettati, e la rielaborazione di alcuni tessuti proposti. Infine abbiamo dovuto costruire un modello e dopo aver rilevato i pezzi, fare l’appoggio e confezionarlo.
Le dieci ore che abbiamo passato in quell’aula carica di tensione sono state molto stancanti, ma nonostante questo, abbiamo avuto l’occasione di vedere posti nuovi e, anche e soprattutto, io ho avuto l’occasione di incontrare ragazze che venivano da tutta Italia e che avevano scelto di frequentare una scuola come la mia. Sono andata incontro a realtà diverse, ma ho capito che in fondo eravamo tutte uguali e realizzavamo le stesse cose, ho anche avuto modo di vedere come lavoravano e cosa producevano, ora credo di aver imparato qualcosa di più, e sono contenta di aver partecipato a questa gara.

Tamara Casarini

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