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Le due morti di Hannah K – Renaud Meyer

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Gaffi (Roma, 2005), pag. 260, euro 13.00
 
In questo 2010, per ricordare e fare in un certo senso omaggio durante la giornata della Memoria, l’editore Alberto Gaffi ha donato, a chiunque volesse, un romanzo che immettere direttamente nello spavento dell’Olocausto. Dove non è più possibile emettere ragionamenti mossi da logiche. “Le due morti di Hannah K., infatti, pubblicato appunto qualche anno fa in Italia grazie al lavoro di ricerca da Gaffi, presenta il mistero d’incontri che possono inserire il presente nelle dimore d’un passato ancora mortificante. Il tragitto, ci viene detto, è quello del trenne francese Arnaud. Ma il percorso, forse, è solo quello vitale della anziana signora Hannah; donna solitaria che sta vivendo le sue ultime ore. Verso la doppia morte. Perché la donna, che quasi fortuitamente Arnaud scopre, ha vissuto a Varsavia negli anni che furono ghetti e lager. E proprio a Varsavia, l’anziana che allora era giovanissima ha scritto dei quaderni adesso in mano all’Arnaud. Il protagonista del romanzo, dunque, grazie alla lettura delle pagine inizia a voler rintracciare quello che è rimasto di quei tempi. Di quelle giornate e prossimità della donna. In un momento che diede a tutte le vittime il peso della tortura psicologica, oltre che di quella fisica. L’Olocausto che l’ebrea Hannah manda in avanti nei tempi in virtù della sua testimonianza scritta, ha lasciato dolori e un futuro che questo sventurato o fortunato Arnaud raccoglie. Per ciò che è possibile. Il romanzo ci spiega l’umanità. La prosa di Meyer, frammentata dallo stesso incedere delle strumentalizzazioni dell’Arnaud, salva il destino torno a frugare in pagine misteriosamente lucide ma svanite. Che però danno il tono dell’assurdità e le movenze del dramma che ha rotto pensieri e opere. Il testo dovrebbe essere rivalutato, rivisto alla luce della troppe dimenticanze brutalmente e furiosamente attuali.

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