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Intervista a Christian Del Monte

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Intervista a Christian Del Monte

Ciao e grazie per aver partecipato ad nostro concorso. Anche se i lettori di KULT Underground difficilmente possono non conoscerti ti faccio la solita domanda di rito: ti puoi presentare raccontando brevemente chi sei e cosa fai nella vita, magari raccontandoci come è cambiata da quando ti sei sposato e ti sei trasferito a Milano?

Mah, sono nato a Matera, ho vissuto tra Taranto e Pisticci/Craco gli anni della mia infanzia-adolescenza. Mi sono spostato prima a Salerno e poi a Bologna per studio e, sposatomi, sono arrivato a Milano per lavoro. Qui sono diventato vegetariano lavoratore autonomo. Faccio siti internet. Il mondo ci cammina sotto i piedi con noi restiamo fermi. Mi piacerebbe passare la vita a scrivere, ma pare non sia possibile.

Come sei venuto a conoscenza di Holden IV? Come è venuta l’idea di
partecipare?

Visitando il sito di Kult Underground trovai un link al bando del concorso e così…

Come è nato un racconto come Frontiere? Cosa ti ha ispirato il tema?

Credo che ad avermi influenzato maggiormente sia stato l’incipit dell’ultimo romanzo di Alain Robbe-Grillet, La Ripresa, di cui consiglio la lettura. Su questo si sono innestati i ricordi legati agli svariati viaggi fatti lungo linea ferroviaria salerno-potenza-taranto. Treni con interi vagoni deserti.

Faccio un paragone che non rende: leggere Frontiere mi ha ricordato in qualche modo "I treni vanno in purgatorio" di Hernan Rivera Letelier. Conosci l’autore o l’opera?

Sinceramente non conosco quest’autore. Coglierò quest’occasione per accostami alla sua opera.

Quanto hai vissuto il limite di dimensione per la realizzazione di un testo così complesso come il tuo?

Ho dovuto omettere parecchie parti per stare dentro ai limiti. Questo tuttavia mi ha portato a rendere il tutto più omogeneo e diretto.

Quanto ti ha portato via Frontiere, come tempo di realizzazione?

Esattamente è difficile quantificare: almeno due giorni.

Quanto dura (se c’è) la revisione di un testo come questo?

La fortuna di poter lavorare su un materiale così breve sta nella possibilità di revisionare nel corso della composizione ciò che già si è scritto, riadattandolo man mano. Ciò non toglie che almeno un giorno di rilettura intensiva sia seguito al termine della prima stesura del racconto.

Questa non è la prima volta che partecipi ad Holden. Ci puoi dire qualcosa anche sul testo dello scorso concorso?

Era un testo molto più complesso e anche molto più lungo. si intitolava Fughe. Il tempo che impiegai per la stesura di quel racconto fu di almeno due settimane. Altettanto tempo per la limatura finale. Credo sia una tra le cose più articolate che abbia scritto, insieme a Sette Chiese.

Hai avuto modo di leggere qualche altra opera di quelle che hanno partecipato al concorso? Conosci qualche altro concorrente?

Come ti è sembrata la premiazione di Holden? Hai avuto modo di conoscere (o di incontrare di nuovo) qualcuno degli organizzatori della manifestazione?

La premiazione mi è parsa avere un ritmo efficace, ben calibrato. Ha dato il giusto spazio a tutti i premiati delle molte sezioni senza cadere in inutili impasse. Alla fine ho avuto anche modo di intrattenermi con alcuni redattori di Kult Underground, tra i quali Fabrizio Guicciardi che saluto.

Com’è stato sentire leggere la propria opera da un attore?

Ultimamente sto lavorando alla regia di una performance teatrale costruita su testi di cui sono autore e devo ammettere che mi sto ‘abituando’ alla lettura ad alta voce dei miei lavori. Comincio ad avvertirlo come un momento essenziale, che, se negato, si giustifica nella sua mancanza. Detto, questo, sì, devo ammettere che aver avuto la possibilità di ascoltare Frontiere letto dinanzi a un pubblico è stato strano…

Quali sono i tuoi scrittori preferiti in questo periodo?

I soliti: William Burroughs, Alain Robbe-Grillet, Céline e Jean Genet.

Qual’è il libro che hai letto di recente che ti è piaciuto di più?

Mi piace leggere sui treni e da un po’ non ne prendo molti. Ultimamente sto leggendo Viaggio al termine della Notte di Céline. E’ bellissimo.

Grazie per la disponibilità e complimenti ancora per entrambe le tue opere. Ciao

Grazie. Un’ultima cosa: colgo quest’occasione per salutare e ringraziare la redazione di Kult Underground e tutti i lettori che riescono a trovare qualcosa di buono nei miei racconti. Ciao.


Marco Giorgini

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