Comunicato stampa di “Casi Umani” – Paola Conforti
Perlè
Il blu e il nero
E’ uscito il primo disco solista di Gianluigi Scamperle, in arte Perlè. La produzione artistica è stata realizzata da Gianluigi Scamperle, ad eccezione di 4 brani coprodotti da Gianluigi Scamperle ed Alessandro Gioia (già produttore di DavideVandesfroos) e un brano prodotto da Marco Vignuzzi (Ivan Graziani, PFM, Massimo Bubola). La registrazione è stata realizzata, nel 2007, da Dario Caglioni (Yes, Fabrizio de Andrè, Ivano Fossati, Carmen Consoli, Mario Venuti) in parte a Catania (The Cave) ed in parte a Verona. Tre tracce sono state mixate da John Parish (PJ Harvey, Nada, Afterhours, Tracy Chapman, ecc) a Settembre 2007 c/o Toybox – Bristol UK; sette brani mixati da John Agnello (Bob Dylan, Patty Smith, Sonic Youth, Screeming Trees, Mark Lanegan, Madrugada, ecc) tra Novembre e Dicembre 2007 c/o Water Music – New York; altri due brani mixati da Dario Caglioni a Dicembre 2007 c/o Water Music – New York e un brano mixato da Tommaso Colliva (Muse, Afterhours) a Ottobre 2007 c/o Officine Meccaniche – Milano. Il mastering è stato realizzato da Greg Calbi a Dicembre 2007 c/o Sterling Sound – New York.
BIOGRAFIA
Gianluigi Scamperle ha trascorso buona parte del proprio percorso artistico come cantante ed autore della band Kasanova, di matrice crossover-rock, che dalla seconda metà degli anni ’90 ha vissuto un decennio di intense ed importanti attività (3 dischi autoprodotti e moltissimi concerti, tra cui la partecipazione al Beach Boom Rock Festival).
Ha inoltre collaborato con Roberto Cacciapaglia, che è stato per un triennio produttore artistico della band, affiancandolo in alcuni suoi concerti, (uno dei quali come supporter di Trilok Gurtu), è stato cantante dei Konya Dance (band new wave di fine anni ’80 nata dalle ceneri dei Rosemary’s Baby), è stato cantante ed autore dei Bèté Noire (una dark band con la quale nei primi anni 90 ha registrato un ep a Londra).
Nel 2005 ha intrapreso un nuovo percorso artistico, come cantautore, con il nome di Perlè.
IL DISCO
“Il blu e il nero” è un disco che esplora in modo nettamente contrastante, due diversi stati d’animo dell’artista. Il primo, il “blu”, pone l’attenzione su un’immagine più sognante, di illusione e di speranza (La vita che va, Al di la delle nuvole, Un’onda dipinta di blu, Pesca D’Aprile). Il secondo, il “nero”, su un’immagine più nascosta, rabbiosa e di sconforto (Rosa, Veleno, Inevitabile Follia, Scivola). Questa esplorazione avviene attraverso continui cambi di scena, testi in netto contrasto tra di loro ed ambienti musicali che passano da sonorità spensierate, dolci e romantiche, a sonorità più cupe, violente e introspettive. La “visione” di questo disco, che può essere considerato un concept-album, considera ogni differenza, contrasto e disomogeneità, linfa vitale del disco stesso. La scelta precisa di affidare i mixaggi a diversi produttori, ne è un esempio concreto.
Nei negozi dal 21 settembre 2009.
Intervista
Davide
Ciao Gianluigi. Il blu di solito simboleggia tutto ciò che è spirituale, il cielo, Dio… per gli psicologi del profondo è il rilassamento psichico che dispone a una superiore e positiva configurazione della vita contro il nero, che è assenza di coscienza, l’affondare nell’oscurità, nel negativo, il colore del diavolo. Puoi spiegarci la scelta di questo titolo?
Perlè
Ciao Davide, hai centrato perfettamente il punto. Ti ringrazio, questo mi facilita molto nell’esprimere le motivazioni di questa “scelta”.
Alcuni anni fa lessi “Il piccolo libro dell’ombra” di Robert Bly, un breve ma interessantissimo libro che esprimeva, tra gli altri, un concetto che mi arrivò dritto nello stomaco:
“tanto più siamo in grado di vedere e sentire la nostra ombra, il nostro lato oscuro, tanto più saremo in grado di vedere e sentire il nostro sole ed il nostro lato luminoso”.
Pensiamo ad una bella giornata di sole: è chiaramente visibile anche la nostra ombra. Pensiamo ora ad una giornata nuvolosa: non vediamo il sole e nemmeno la nostra ombra. Ecco, ho cercato di esprimere sia il sole che sta in me, sia l’ombra che sta in me, sia il mio lato più sognante e speranzoso, quello “esposto al sole”, sia il mio lato più oscuro, cupo.
Davide
Il tuo disco è stato definito un concept-album: attorno a quale tema predominante ruotano le tue canzoni? Quale storia e quale pensiero sviluppano complessivamente?
Perlè
Il tema predominante è sicuramente il rapporto che ho con me stesso e con le donne. Difficile e pieno di contrasti. Sento molto la parte “blu”, ma molto anche la parte “nera”. Il pensiero di fondo di questo disco consiste nel voler affrontare tutti gli aspetti che fanno parte di me e di noi, il non temerli perché assoluntamente naturali. “Il blu e il nero” è un’esortazione alla presa di coscienza, al coraggio di guardarsi dentro.
Davide
Ho una grande ammirazione per Roberto Cacciapaglia, con cui hai collaborato in passato. Cacciapaglia e i poteri del suono… Quali poteri del suono ti incantano, quali cerchi di esplorare e di usare consapevolmente per incantare i tuoi ascoltatori?
Perlè
Con Roberto è stato un periodo molto interessante. E’ un vero artista e mi ha dato molto. Riguardo al potere del suono, rimango ammaliato dai suoni crudi e sinceri fino in fondo, suoni che hanno una grande energia e personalità. Non amo i suoni finti, le riproduzioni degli originali, i suoni ammiccanti. Entrando più nello specifico ho una fissazione quasi maniacale, anche senza il quasi, verso gli strumenti vintage ed il suono analogico. Per questo il disco è stato prodotto quasi interamente in analogico, mixando su nastro per intenderci. Purtroppo poi il cd, a differenza del vinile che stamperemo a breve, è andato poi a “castrare”, almeno in parte, la grande energia sonora che è stata creata. Ma questo, si sa, è uno dei limiti che impone l’era digitale.
Davide
Berlin, Lou Reed, un capolavoro. “Caroline says”… è una cover presente nel tuo disco. Caroline dice che “la vita dovrebbe essere più di tutto questo…” Tu in cosa vorresti che fosse di più?
Perlè
Vorrei che ci fosse più serenità, dentro di me, nel passaggio dal blu al nero e viceversa. Vorrei poter meglio gestire i “cambi di scena” che ho dentro, farli convidere con più agio. Diciamo che se dentro di me ci fosse uno zoo, vorrei che il gattino giocasse con il leone…
Davide
Perché Perlè e non Scamperle? Qualcosa con a che fare la perlatura dei vini spumanti, effervescenza, fermento o cosa?
Perlè
Ha ha ha ha…… (doppia risata….). Effettivamente questo spumante che porta il mio nome sta rompendo le palle… E che cazzo… Almeno mi sponsorizzassero il tour…!!
Scherzi a parte, Perlè è la seconda metà di Scamperle, con l’accento sulla “e”. Perché Perlè? Perché è cool!! E perche mi piace il vino, con le bollicine…
Davide
Il mio pezzo preferito nel tuo disco è “Un’onda dipinta di blu”, che se non sbaglio è stato il primo singolo a girare in radio. Musicalmente e il modo in cui è cantata mi ricordano un po’ Lindo Ferretti, un mix molto riuscito di solarità e oscurità. Chi ritieni siano stati i tuoi maestri in musica?
Perlè
Mi fa piacere che ti sia piaciuto quel brano e devo dire che in radio è andato piuttosto bene. Il prossimo singolo sarà “Fuoco Spento”. Gli artisti che sicuramente mi hanno influenzato di più sono stati i Velvet Underground, i Doors, The Cult, The Cure, The Syster of Mercy, oltre ad una lunga serie di artisti appartenenti al movimento dark.
Riguardo alla musica italiana, mi piacciono molto Nada e Patty Pravo.
Davide
Bête noire è il brano strumentale dell’album. Il fatto di averne fatto un brano senza parole ci impedisce di parlarne, oppure puoi dirci cosa sia stata per te la “bestia nera” che ha ispirato questo bel brano per pianoforte?
Perlè
Bete Noire in francese significa appunto “bestia nera”, intesa come una qualcosa da evitare, da non vedere, un fenomeno sociale da tenere ai margini, scomodo e spesso fastidioso. Il brano in questione cerca di richiamare l’attenzione su questa “bestia nera”, di ridarle il giusto valore che merita, di farla rinascere. La scelta di farne un brano strumentale è stata mossa da un desiderio di lasciare un libero spazio emotivo all’ascoltatore, cercando di non condizionarne minimamente le sensazioni che il brano, così a nudo, evoca.
Davide
Nell’occhio del lupo in copertina si scorge una pupilla che ha forma di un asso di picche. Nei tarocchi è sinonimo di aggressività, dispiaceri e difficoltà che possono sfociare in una rottura e in una crisi spirituale, ed è quindi indice di forza e volontà di proseguire e perseguire un obiettivo, della nascita di qualcosa, di un’azione che porterà a un successo. Come dobbiamo interpretare questo particolare?
Perlé
C’è un interessante articolo di Andrea Romanazzi che parla della licantropia, secondo cui nella cultura degli indiani nativi e in alcune tradizioni sciamaniche, travestirsi nelle pelli dell’animale equivaleva a trasformarsi nello stesso, acquisendone i suoi poteri e le sue capacità. Si racconta che essi andassero in guerra solo vestiti dalla pelle del loro animale totemico, presi da una furia devastante e per questo sembrava non sentissero le ferite loro inflitte. Sembra anche che per favorire il connubio tra uomo e bestia essi facessero uso di droghe, che provocavano visioni e forti scariche adrenaliniche. Il lupo in copertina rappresenta questo tipo di concetto, una situazione di disagio, di rabbia e di crisi spirituale. L’asso di picche, come dici tu, vuole dare un senso di riscatto, di rivincita, di miglioramento della propria condizione.
Davide
Cosa farai prossimamente per promuovere il tuo lavoro? Quali eventi? Qualche data?
Perlè
Inizieremo da ottobre, con una band, una lunga serie di concerti. Saranno unplugged nella prima fase ed elettrici nella seconda. Nel frattempo Casi Umani, l’ufficio stampa che sta seguendo il progetto, curerà tutta la parte promozionale.
Davide
Concludiamo giocando… Tra le frasi celebri del rock ce n’è una tua che è passata alla storia e ha fatto il giro del mondo… Quale vorresti che fosse?
Perlè
Sex & Drugs & Rock’n roll… sono un lussurioso… Pazienza. Grazie Davide, è stato un vero piacere.
Davide
Grazie a te e… à suivre.