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Diario di bordo

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Diario di bordo

Nell’emisfero settentrionale iniziava l’estate. La terra era ammantata di alberi di un verde intenso e il cielo sopra Pine City, nel Minnesota, era tempestato di nuvole bianche, simili a fiocchi di cotone. Il paesaggio silenzioso, invaso da colorazioni turchine, venne improvvisamente scosso da un sibilo acuto. Forti vibrazioni riecheggiarono dappertutto, facendo tremolare persino le cime degli alberi. La struttura della grande sonda spaziale fu quasi strappata dal suolo da una forza misteriosa e si librò nell’aria. Poi prese ad allungarsi, assumendo la caratteristica conformazione a prisma. Trascorsero alcuni secondi e, grazie all’iperspinta Luxor, era già nella stratosfera, diretta a raggiungere l’enorme astronave che stazionava nell’orbita lunare.
L’alieno all’interno della sonda, completamente coperto da una tuta grigio polvere, diede un’ultima ‘occhiata’ al pianetino azzurro che si rimpiccioliva. Al di là delle chiazze di bianco immacolato delle nubi osservò con malcelata repulsione il verde, il marrone e l’azzurro della sua superficie e poi si concentrò sui simboli luminescenti davanti a sé. "Tutto finito" pensò; "esplorazione terminata". Quindi controllò che la spia luminosa sulla microcamera fosse accesa e cominciò a effettuare la registrazione delle sue considerazioni personali, che andavano a completare il quadro generale già rilevato dalle attrezzature di bordo, in cui erano memorizzate la posizione, il clima e la composizione strutturale del pianeta appena visitato.
Ebbe però un attimo di… perplessità: non sapeva come iniziare. Ma fu solo un attimo. Avvicinò infatti il corpo alla microcamera, per agevolare la lettura del pensiero, e cominciò a emettere i suoi impulsi. Il resoconto di quel rapporto fu registrato contemporaneamente dalle apparecchiature di bordo della navicella e dall’astronave madre… e suonava pressappoco così: "Tempo terrestre 27 giugno 2058… I dati raccolti nel precedente passaggio sono confermati… varie specie viventi… sembra aver preso il predominio la razza già studiata di esseri cosiddetti umani con quattro arti due per spostarsi due per operare dotata di apparati cellulari visivi padiglioni di risonanza terminali olfattivi cavità alimentare multifunzionale apparato digerente respiratorio e riproduttivo di tipo abbastanza complessi.
Ancora più complesso appare il centro elaboratore dei terminali nervosi situato in una scatola rigida nella parte superiore della figura ed è ipotizzabile che sia la crescita abnorme di questo apparato la causa dei comportamenti ambientali della specie in questione… durante il periodo di osservazione ha mostrato di svolgere attività e funzioni contrastanti e incomprensibili se paragonati agli altri essere che vivono qui.
Questi comportamenti non hanno impedito però una grande espansione della razza stessa e ciò non sembra rientrare nella logica dei mondi finora osservati infatti quasi sempre tali comportamenti conducono all’estinzione della specie e non al suo incremento… mentre gli altri esseri del pianeta hanno stabilizzato la loro esistenza e hanno trovato il giusto equilibrio con l’ambiente dando e prendendo solo il necessario dall’esterno queste creature si sono invece sbilanciate nel prendere più di quanto occorre per la loro esistenza giungendo a sfruttare oltre agli altri esseri anche il mondo vegetale e quello minerale creando ripercussioni a catena sull’intero ecosistema.
Dai rilevamenti da me eseguiti sembra che questi esseri negli ultimi due milioni di anni si siano evoluti solo per quanto riguarda la tecnologia e non il pensiero infatti hanno conservato immutato l’istinto alla lotta all’interno della stessa specie per la supremazia di gruppi o sottorazze e tale lotta si ripete all’infinito fino all’ultima cellula familiare.
Pare che non sappiano che si può seguire la strada dell’evoluzione e della progressione tecnologica senza far ricorso a battaglie crudeli o distruggersi a vicenda e la deformazione principale mi sembra che consista nel fatto che tutti vogliono giungere al vertice della piramide del potere quasi ritenessero quella posizione un posto migliore e a questo fine dimostrano una incomprensibile volontà di potenza".
L’alieno fece una pausa e dopo continuò: "La loro coscienza chimica altamente instabile ha dato consistenza a un mondo crudele e insensibile e non mi piacerebbe certo vivere qui… ho visto cose su questo pianeta che hanno risvegliato in me sensazioni raramente avvertite come la paura… questi esseri pur potendosi alimentare con sostanze vegetali o liquidi naturali come accade in tutte le civiltà di livello superiore continuano a dipendere dagli altri esseri viventi… mangiano e si nutrono infatti di organismi allevati o catturati per questo scopo e usano mangiare assistendo a scene di violenza sui loro schermi visivi che mostrano anche in continuazione prodotti ottenuti con parti di esseri viventi già pronti per essere divorati.
Molti umani sono dediti a bevande che provocano stati di euforia come pure inalano esalazioni biancastre o si pungono in alcuni punti del corpo e spesso recano la morte agli altri loro simili per puro spettacolo e commettono uccisioni per i pezzi di scambio delle merci o per ottenere i favori delle femmine della specie pur potendo procreare in provetta… sembra che queste azioni provochino in loro sensazioni come felicità o piacere e non si rendono conto dei disturbi provocati al sistema centrale dai loro piaceri e dalla loro felicità.
Non credo comunque che fra altri due milioni di anni possano giungere fino a noi e rappresentare un pericolo per le nostre comunità poiché non praticano l’esplorazione come pura conoscenza ma per trovare qualcosa d’indefinito che sperano li renda superiori… sono sicuri che vi sia qualcosa di superiore a loro stessi di cui si debbono appropriare e questo li perderà… ritengo inutile tentare ulteriori interventi meglio ignorarli".
L’alieno, dopo aver verificato che il messaggio sia diretto al Consiglio delle Comunità e ai Grandi Coordinatori dell’Equilibrio, ne dispone una copia per conoscenza ai dirigenti del progetto di volontariato Orientatori e Inversori Direzionali – DIO. Poi si dispone comodamente sul seggiolino, verifica che la rotta sia quella predeterminata e infine chiama sullo schermo l’immagine complessiva del settore visitato. Con sollievo nota che il pianeta azzurro è scomparso persino dal visore.

Giuseppe Cerone

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