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una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

S.P.Q.R….

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S.P.Q.R.

STRADARIO PRATICO DI QUESTA ROMA

Se vi è capitato di dover attraversare le strade di Roma con la vostra auto di qualche mese (o magari quella in prestito del vostro genitore) oppure avete già frequentato la Scuola di Guerra dell’Esercito (la corrispondente italiana dei periodi vietnamiti per gli americani o dell’arruolamento volontario nella Legione Straniera per i francesi), non avete bisogno di questo stradario pratico.

Seguono, per capitoli, le tecniche da adottare per ridurre al minimo i rischi durante gli spostamenti per le strade di Roma: la più moderna palestra di addestramento per giovani impassibili aspiranti eroi che non hanno paura di affrontare ire paterne e premi assicurativi formato dirigibile…

ALLEGGERIMENTO

Tutto quello che può essere asportato durante la sosta o mentre siete fermi ad un incrocio, asportatelo voi. Prima.

* Via i cerchi in lega, ma anche quelli di plastica bellini che avete

comprato perché non si vede molto che sono finti.

* Via la coda di volpe dall’antenna dell’autoradio.
* Via anche l’antenna dell’autoradio.
* Via lo specchietto esterno destro.
* Via anche lo specchietto sinistro. O meglio toglietelo se non è

rotto: in alternativa potete romperlo voi prima che lo faccia

qualcun altro.

* Via anche la scritta “SCLEROTIC” dal lunotto: non capirebbero…
* L’autoradio, ovvio, sta benissimo in un cassetto a casa vostra. Non

c’è differenza tra impianti fissi, estraibili, frontalini e

key-code: via tutto. O lo fate voi o ci penserà qualcun altro.

* Se avete lo “stemma a strappo” (Mercedes), prendete la Panda della

mamma.

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MIMETIZZAZIONE

L’automobile deve immergersi nel traffico romano in maniera perfettamente omogenea. Riportate sul vostro veicolo i tratti caratteristici di quelli vi circonderanno.

* La carrozzeria deve rigorosamente essere sporca. Se siete dei

“lavamacchine della domenica” considerate seriamente l’ipotesi

di rinunciare al viaggio. Altrimenti si consiglia qualche

chilometro di sterrato con pioggia battente, oppure, se non

piove, l’infangatura manuale con gomma da giardino e terriccio.

La perfezione è una “mano” di concime biologico.

* Perché l’effetto sia migliore, se avete optato per la Panda della

mamma, assestate un buon calcio al centro dello sportello lato

passeggero (alla mamma racconterete di un pirla che ha sbagliato

manovra all’autogrill…).

* Procuratevi una finta multa da esibire quando circolerete in città:

sembrerete un vero signor nessuno. Se avete difficoltà potete

sempre procurarvene una vera circolando a 70,5 chilometri orari

lungo la tangenziale di Modena oppure facendovi sorprendere da

un vigile mentre allacciate la cintura di sicurezza col

motore… già acceso!

* Togliete una delle lampadine dai fanali degli stop, perché il

particolare è importantissimo. Neanche fosse il distintivo di

appartenenza alla casta degli inossidabili: “Tanto a tté che tte

frega se mme devo da fermà?”.

* Coprite la chiusura del baule con una vistosa “toppa” di nastro

adesivo nero o argentato.

* Modelli di riferimento attualmente in circolazione a Roma a cui

potete ispirarvi per una migliore mimetizzazione:

a)FIAT 127 primo modello, colore rosso mattone o verde pisello
b)FIAT 500 primo modello (portiere controvento), colore panna o
celestino
c)FIAT 124 colore blu scuro con “intarsi” di ruggine (vera)

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AUTOSTRADA

Anche il viaggio in autostrada per raggiungere la capitale può nascondere pericoli insidiosi.

* Se dovete fare pipì fatelo a casa. Le signore che stazionano

all’ingresso dei gabinetti degli autogrill non sono pagate per

pulire ma per tenere sotto controllo gli animali che utilizzano

i bagni. Morale: puzza nauseabonda, sporcizia imperante, cessi

intoppati, sapone (sapone?), obbligo morale (e fisico) di

lasciare una mancia in “sòrdi de carta”

* State lontani da panini e tramezzini con strani nomi: moccolo,

caccottino, primanera, parrucchino, topolone, faccia toast,

insalata pussa, crosticello, proasciutto, merdadella, mozzabella

e piedina con… dita.

* Se nel parcheggio c’è la zingara col cartello “CHIEDO PICOLO ADIUTO

PER MAGIARE. AVERE SOLO 19 ANNI E 14 FIGLI” mantenete

un’espressione impietosa e lo sguardo alto. Se volete potete

mollarle ventimila lire, altrimenti niente! Non di più perché

poi vi vorrà leggere il futuro nelle palme di mani e piedi e in

tutti gli scomparti del vostro portafogli; e non di meno perché

il gesto verrebbe interpretato come un’offesa a cui lei

risponderebbe con un maleficio magico del tipo: “BRUTO TRONSO!”

* Non comprate collanine né gioielli da signori distinti con l’aria

circospetta. Non rilasciano mai la fattura!

* Al distributore, se vi chiedono se volete il pieno, specificate

sempre il pieno di cosa e soprattutto che cosa volete riempire:

nelle prime ore mattutine e, soprattutto nelle prime

pomeridiane, la sonnolenza colpisce in particolar modo la

categoria dei benzinai.

* Se avete trent’anni o più, ricordate che le cose sono parecchio

cambiate da quando avete conseguito la patente di guida. Oggi il

sorpasso veloce si esegue a destra. Quindi cercate di non

infrangere questa nuova consuetudine ormai radicata e

universalmente accettata; non fatevi riconoscere: appena giunti

dietro a una vettura, scalate una marcia e dopo avere affondato

l’acceleratore scartate violentemente a destra e sorpassate con

impeto. Quasi certamente il conducente sorpassato vi rivolgerà

dei gesti per comunicare che il sorpasso è riuscito

correttamente. Il galateo non scritto degli automobilisti

prevede che apriate il vostro finestrino e che ripetiate più

volte l’ultimo gesto per ringraziare.

* La regola precedente non vale per i camionisti (autotrasportatori)

affezionati come sono all’antico sorpasso a sinistra.

* Se avete l’autoradio con l’RDS e il TP (Traffic Program), non

sognatevi nemmeno di ricevere le notizie sul traffico in tempo

reale. Solitamente sul più bello (quando lo speaker sta per dire

dove è successo il mega tamponamento), l’autoradio va in AF

SEEKING (ricerca di una frequenza alternativa) perché in quel

punto dell’autostrada il suono non si riceve perfettamente

nitido. Poi sicuramente entrerete in una galleria non servita

dall’isofrequenza e passerete accanto a una centrale elettrica

durante un forte temporale con tuoni e fulmini. Ma, peggio di

ogni altra cosa, vi affiancherà TONINO ‘O SCOPONE (scritta

cubitale sul mega-deflettore aerodinamico e sul posteriore del

rimorchio) col suo IVECO bilico e guidando con una mano sola,

con l’altra schiaccerà il pulsante di trasmissione del suo CB.

Dodici chilowatt si irradieranno nell’atmosfera circostante (i

primi effetti sono: sordità momentanea e difficoltà

respiratorie). Probabilmente se saranno superati i 10/15 secondi

di trasmissione vi salterà l’antenna dell’autoradio e

l’accendisigari, ma potrete proseguire tranquillamente dopo aver

allontanato il bisonte.

* Arrivati al casello c’è una regola aurea: non infilate mai una porta

senza la fila. Immancabilmente quella sarà l’unica non

funzionante e, vedendovi infilare una porta deserta, vi avrà

seguito una intera carovana di tedeschi con roulottes; famosi

per non essere assolutamente capaci di fare retromarcia!

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ALBERGO

Finalmente siete arrivati e potete rilassarvi un po’…

* Il parcheggio dell’albergo è troppo piccolo!
* Tracciando un grafico con le stelle sull’asse X e i minuti di attesa

sull’asse Y, il risultato è una U. Negli alberghi di bassa lega

come in quelli di altissima categoria i tempi si misurano in ore

(qualcuno sceglie di dormire nella hall…). Possibilmente state

sulle 3 stelle che significano una media di 20/25 minuti perché

si accorgano della vostra presenza.

* Il prezzo della camera è aumentato!
* Se l’impiegata al banco è affetta da strabismo, chiedete a qualcun

altro le istruzioni per raggiungere la vostra camera.

* Leggete bene ciò che vi faranno firmare. In caratteri piccolissimi,

se ci farete caso, c’è scritto: “Se rompo il televisore ne pago

tre nuovi. Se scivolo in bagno e tiro la cordina, nessuno è

obbligato a soccorrermi; e se sono morto e se ne accorgono dopo

una settimana, il conto lo deve saldare la mia famiglia. Se mi

sparisce qualcosa dalla camera, l’amministrazione dell’albergo

non me lo rimborsa. Se faccio sparire le saponette, devo

rimborsare l’amministrazione dell’albergo.”

* La notte in albergo è ogni volta un’avventura diversa. Con un po’ di

fortuna quelli delle camere confinanti sintonizzeranno il

televisore sulla CNN e si addormenteranno con la TV accesa che

parla senza sosta per tutta (ma proprio tutta) la notte. Il

peggio sono le litigate notturne delle coppie in crisi. In

albergo nessuno dei litiganti si deciderà mai ad andarsene

quando non ne potrà più. E così gli argomenti si rincorreranno

vorticosamente e le grida vi risuoneranno da tempia a tempia

come un martello. Il consiglio è: entrate nella discussione con

un paio di colpi sul muro in un istante di pausa. Prendete la

parola e sparate frasi ad effetto come: “Ma potete dire di

amarvi veramente voi due?” oppure “Sì va beh, ma chi ci

garantisce che quella Francesca sia veramente una semplice amica

per te?”. O ancora “Ecco, questo è il solito alibi di voi donne

in carriera: per un lavoretto che fate non avete più il tempo

per lavare e stirare.”… Se vi va bene, presto o tardi a uno

dei due verrà una specie di collasso e l’altro sarà troppo

occupato nel soccorso per continuare ad urlare. Altrimenti c’è

il rischio che i due sospendano le ostilità per venire a

minacciare voi! Se sentite bussare alla vostra porta reagite

spiazzandoli. Raccogliete un po’ di decisione ed esclamate:

“Sono un testimone di Geova!!” Se ne andranno all’istante.

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TRAFFICO

La virilità, nel traffico in blocco, si dimostra tenendo testa all’autobus che, dallo svincolo accanto, prepotentemente guadagna centimetri.

* Importantissimo: la tenuta. Scegliete l’abbigliamento in base alla

vostra età.

a) GIOVANI
Occhiali a specchio modello mosca, abbondante gel tra i capelli,
camicia floreale con collettazzi svolazzanti aperta fino
all’ombelico con medaglione immerso tra i peli pettorali (veri o
finti fa lo stesso), sotto la camicia NIENTE, jeans sdruciti super
usati con zona chiara a “frequente grattata” sul… davanti,
stivali a punta di cuoio neri, ma soprattutto: stecchino in bella
mostra tra gli incisivi. Gomito fuori dal finestrino!
b) MENO GIOVANI
Pettinatura con ciuffo (alla Little Tony) con brillantina, canotta
bianca di cotone a coste (modello Italia dopoguerra), jeans
sdruciti super usati con zona chiara a “frequente grattata” sul…
davanti, senza calze, ciabatte in simil pelle incrociate (a X) per
esporre l’alluce (meglio con unghia vagamente giallognola), ma
soprattutto: stecchino (abbondantemente usato) in bella mostra tra
gli incisivi.
Gomito fuori dal finestrino!
* Uniformatevi alla collettività: avviate il motore, frizione,

innestate la prima, accelerate a fondo, sterzate a sinistra, non

mettete la freccia, senza guardare negli specchietti rilasciate

la frizione repentinamente (se potete sgommate: l’omologazione

sarà totale) e immettetevi con arroganza nel traffico.

* Regole romane per il semaforo: se è verde si suona e si passa; se è

giallo è rotto: si suona e si passa; se è rosso è sicuramente

scattato da poco: si accelera e si passa (col rosso non si suona

perché suonano gli altri: quelli per cui il semaforo è verde).

* Regole romane per il semaforo con vigile: se non sta guardando verso

di voi e quel cretino davanti si sposta, con qualsiasi colore

del semaforo si passa; se sta guardando verso di voi facendo il

gesto di “stop” e il semaforo è rosso si aspetta finché non si

volta da un’altra parte e si passa; se invece il semaforo è

verde e il vigile sta guardando verso di voi facendo il gesto di

“stop” e non ha nessuna intenzione di guardare da un’altra

parte, allora se la vuole proprio: accelerate, suonate,

investite il vigile e passate oltre. Le più recenti statistiche

dimostrano l’impunità nel 85,7% dei casi di investimento di

vigile urbano. Più che di omertà si parla di correttezza e

spirito di corpo tra guidatori romani (ecco su cosa poggia il

fondamentale principio di omologazione di mezzi e

comportamento).

* Se da dietro sopraggiunge un’ambulanza, accostate per farla passare

ma non sprecate un’occasione d’oro: esponete un fazzoletto

bianco al finestrino, adottate un’espressione affranta e…

mettetevi in scia!

* Se ad un incrocio si avvicina il lavavetri ecco le cose da fare: non

tenete cartine di Roma sul cruscotto (è come urlare a tutti che

abitate in un’altra città), non chiudete il finestrino: vi

aprirebbero lo sportello per chiedere di lavarvi il parabrezza,

ma soprattutto non sorridete. Siate invece antipatici, ostili.

Cercate di avere uno sguardo truce, fermo. Guardatelo fisso

negli occhi e se si appresta ad appoggiare la spugna sul

cristallo esclamate: “Ahò, se sortanto m’o tocchi ‘sto vetro, te

mollo ‘na pezza ‘n faccia che se nun te porti da magnà, mori de

fame in orbita!”.

* Siate virili, strafottenti, presuntuosi, acidi, menefreghisti,

maleducati, disordinati nelle manovre, ingombranti nelle svolte,

lenti nelle fermate, rapidi nelle partenze, non cedete mai il

passo a chi si immette, in una parola siate romani!

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SOSTA

La sosta, il riposo del guerriero.

* Per la sosta ricordate: non c’è problema. A Roma sembra non ci siano

parcheggi, ma con un po’ di fantasia potete trovare spazi per

qualsiasi tipo di veicolo. Esistono poi, per i casi di

emergenza, alcuni espedienti per parcheggiare anche dove neppure

un automobilista romano parcheggerebbe. Se avete una zia inferma

lasciatela nell’auto parcheggiata: potete assentarvi anche per

qualche giorno (se la zia resiste). Se parcheggiate davanti ad

un ospedale lasciate uno sportello aperto e delle vistose

macchie di pomodoro sulla maniglia esterna: sembrerà la macchina

di un ricoverato d’urgenza. Se parcheggiate sullo spartitraffico

di un grosso incrocio (a Roma è prassi comune), assestate un

paio di buoni calci su un fanale e su una fiancata: sembrerà

un’auto incidentata. Se, invece, parcheggiate su un marciapiede

ostacolando il passaggio dei pedoni, e fermandovi vi capita di

investire un gatto e subito dopo il cane che lo stava

rincorrendo, e con una ruota sfondate una recinzione e

calpestate un’aiuola, e la vostra auto perde olio a litri e

inquina come una petroliera sfondata e puzza come un pozzo nero,

ed è totalmente priva di targhe, ed ha bollo e assicurazione del

1° gennaio ’42 e avete la patente scaduta (o non l’avete mai

avuta) e proprio in quell’istante sopraggiunge un vigile con il

blocchetto in una mano e la penna nell’altra… Beh, occorre un

rimedio a prova di bomba. Ditegli di essere il fratello di

Rutelli (er mejo sinnago d’aa mejo gabidàle) e che per oggi vi

ha prestato la sua macchina personale perché alla vostra stanno

facendo il tagliando. Vi chiederà un autografo e l’onore di

badare alla vostra macchina durante la vostra assenza.

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Automobilisti romani si nasce non si diventa, è vero. Ma un tentativo di emulazione nella nostra vita credo lo abbiamo fatto tutti. Tutti abbiamo cercato prima o poi di amalgamarci nel traffico caotico di una città sconosciuta. Cercando di non arrecare disturbo al normale flusso del traffico. E di non apparire “ingombranti” solo perché “impediti nelle manovre di inversione”. Ma mai ci si aspetterebbe che a comportarsi così; a guidare come dei Ray Charles ubriachi, siano proprio loro: gli automobilisti del traffico di tutti i giorni!

A me è capitato qualche mese fa di trascorre una settimana, con l’auto, a Roma. Ovviamente ne ho viste di tutti i colori! Sballottato dalle segnalazioni di svolta obbligatoria, dagli incroci con corsie invisibili e dalle curve improvvise dei binari del tram che ti finiscono “sotto la macchina” e in un attimo ti trovi nella corsia riservata con il mezzo pubblico bloccato dietro di te, e l’autista che suona “Din, din” quella stupidissima campanella “Din, din” che gli hanno montato “Din, din” al posto di un clacson. Mavammorìammazzato!

Pensavo che mi sarei ritrovato a litigare e magari a menar le mani con qualche tipo poco gentile nel concedermi la possibilità di infilare un senso unico al contrario.
Niente di tutto questo, sorprendentemente.

Una sera c’era incredibilmente pochissimo traffico e stavo per fermarmi a mangiare in una pizzeria sull’Aurelia. Prendo una strada secondaria (una di quelle a traffico ridotto per i quartieri che fiancheggiano le vie più importanti) e ho deciso, esausto, di parcheggiare nel primo posto libero lungo la strada davanti al locale.
Sento una lunga strombazzata da dietro. Mi volto e scorgo una ragazza dai capelli tinti di giallo acceso in una decapottabile bianca che mi manda a quel paese con gesti e parolacce. Perché? Perché non avevo messo la freccia prima di fermarmi!

Alfonso De Prisco

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