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Kissed

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Kissed

Che la necrofilia (aberrazione sessuale che si manifesta con atti libidinosi e violenza carnale sui cadaveri. Presente di solito in soggetti con gravi tare psichiche) potesse essere un argomento valido per la costruzione di un film è indubbio, dati anche gli illustri precedenti letterari tra cui possiamo citare autori come Baudelaire con la sua splendida “Una carogna” da “I fiori del male” ed anche, non meno importante, lo stesso Edgar Allan Poe.
Io stessa, memore del morboso interesse che da bambina mi aveva suscitato la lettura della biografia del “Vampiro di Muy”, mi sono recata, lo scorso Martedì, al cinema a vedere “Kissed”, film scandalo presentato a Cannes nella scorsa stagione.
Devo ammettere che la delusione è stata cocente.
La trama è molto lineare: Sandra, la protagonista, fin da bambina, mostra un insano interesse per ogni sorta di creatura passata a miglior vita, il che la conduce a rassomigliare sempre più ad una piccola strega (compie, infatti, una sorta di rituale, danzando intorno al defunto e stofinandosi lo stesso su tutto il corpo respirando e assaggiando la sua essenza) con il subitaneo allontanamento della sua unica amica, completamente atterrita.
Cresciuta, il suo interesse per i morti si acutizza, portandola a trovare lavoro per una ditta di pompe funebri, dove le vengono svelati i “segreti” dell’imbalsamazione dal proprietario omosessuale e necrofilo.
All’università, dove continua i suoi studi sui morti, conosce un giovane laureando in medicina, Matt, il quale se ne innamorerà perdutamente e che, a causa di questo amore continuamente surclassato dagli atti necrofili di Sandra sulle salme di giovani uomini, compirà l’estremo gesto di togliersi la vita, per essere amato dalla nostra eroina nel modo esclusivo da lei riservato ai cadaveri.
L’idea in sé è eccellente e l’argomento, come si diceva, richiama sempre l’attenzione, ma allora perché miscelare l’amore ad una delle aberrazioni sessuali più interessanti?
Questo è sicuramente l’argomento all’interno del film che più mi ha lasciato perplessa.
Mi chiedo se non fosse più interessante approfondire la psicologia della protagonista (essa continua ad affermare che i suoi atti sono una conseguenza del voler capire cosa accade dopo la vita), le motivazioni per le quali ha insito in sé questo raccapricciante gusto.
Nulla viene spiegato e la si fa apparire come una malata mentale mistica che, al culmine dei suoi incontri macabri, afferma di vedere la Luce e l’essenza di ciò che i defunti sono stati in precedenza.
Anche la figura di Matt ci sembra curiosa.
Infatti egli appare nel film addirittura più disturbato della necrofila in un crescendo di atti insani (vuole provare un’esperienza di tipo necrofilo, comincia a truccarsi il volto per rendersi più simile ad un morto, si suicida impiccandosi davanti a Sandra, così che essa possa sfogare la sua libido malata).
Ciò nonostante Matt ha l’indubbio merito di essere l’unico componente del film a cercare in qualche modo di capire un po’più a fondo l’animo di Sandra.
Infine si possono citare alcuni episodi piuttosto ridicoli come le scene di gelosia di Matt, che ci pone il gustoso interrogativo se si possa seriamente essere gelosi di un morto; e l’assurdità culmina nell’affermazione fuori campo con la quale la protagonista asserisce di aver suggellato col Matt-morto un amore così grande da farglielo ravvisare in tutte le “esperienze posteriori”.
Questa almeno ce la potevano risparmiare!!

Samantha Cristiani

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