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Nasce il portale del riuso

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Nello scenario attuale di evoluzione dei sistemi informativi pubblici il riuso delle applicazioni informatiche è considerato un tema prioritario. Le Pubbliche Amministrazioni italiane dispongono di un patrimonio informatico esteso a molteplici settori dell’azione amministrativa che rappresenta un bene pubblico rilevante sotto diversi profili.
L’investimento economico di ogni PA in software ed applicazioni che migliorino il lavoro di gestione del servizio al cittadino è oneroso, soprattutto per le piccole amministrazioni locali. È per questo che nasce il CNIPA, un catalogo che raccoglie tutte le applicazioni sviluppate nel tempo e messe a disposizione così da essere ri-usate da altre amministrazioni e diffuse in un clima di condivisione che favorisce l’abbattimento dei costi e l’aumento della professionalità ed efficacia delle comunità locali.
Le PA possono accedere alle applicazioni attraverso contratti di riuso regolati da una specifica normativa che può essere letta sul portale del riuso nelle specifiche sezioni, fornendoci così, ancora una volta, l’esempio pratico dell’utilità di comunità di condivisione delle tecnologie.
Dopo tutto, le applicazioni sviluppate e finanziate all’interno di una PA sono a tutti gli effetti un bene pubblico in quanto è il cittadino stesso, tramite le sue tasse, ad averne pagato la creazione ed è sempre il cittadino ad usufruire dei vantaggi che esso apporta al funzionamento aziendale. Il portale del riuso permette a piccole amministrazioni che non dispongono di grossi budget, l’utilizzo di applicazioni, comunque avanzate. I vantaggi che si profilano riguardano:
·           il punto di vista economico, in quanto frutto di consistenti investimenti effettuati nel tempo;
·           il punto di vista tecnologico, in quanto in molti casi costituito da applicazioni realizzate con tecnologie recenti e con un buon livello di qualità del software (strutturazione, documentazione, portabilità, etc.);
·           il punto di vista filosofico, in quanto giacimento di conoscenza, poiché le applicazioni integrano nella loro architettura funzionale l’espressione della cultura e della conoscenza specifica dell’amministrazione relativa al procedimento amministrativo supportato; nelle applicazioni si ritrova cioè la capacità delle PA di interpretare e tradurre le norme in strumenti e servizi per la collettività.
“Nella generalità dei casi, a fronte di esigenze simili le amministrazioni sviluppano applicativi che già sono stati realizzati da altre amministrazioni; il riuso o la condivisione del software esistente consentirebbero di razionalizzare le spese e di ri-orientare i flussi economici verso settori non ancora coperti da informatizzazione”. È questo lo scopo ultimo del progetto che ci sembra per una volta un passo intelligente verso il cittadino ed una prassi da seguire anche in altri settori. 

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