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Le riflessioni del Conte

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Le riflessioni del Conte

Prefazione

Nella rubrica SUSSURRI di questo mese troviamo le opere di un autore che, a distanza di vent’anni dalla stesura dei testi, ammette di aver scritto a scopo unicamente sessuale ma rivedendo quelle parole, tanto romantiche quanto false per l’epoca, se ne stupisce e se ne commuove.

a cura di: Federico Malavasi

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Il Conte Opera Prima
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E’ bello lasciarsi piovere addosso con le gocce che ti bagnano il viso così se piangi almeno non ti vede nessuno.

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E’ sera, cammini solo in una strada buia la pioggia ti bagna il vento ti accarezza gelido il freddo ti penetra nelle ossa ma tu lo senti quasi caldo al confronto del freddo che provi dentro.

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Guardi l’acqua e pensi.
Pensi che l’acqua scorre via.
Pensi che il tempo scorre via.
Allora è bello stendersi, fermarsi ed assaporare l’acqua che va con il tempo e sentirsi fermi per un attimo un attimo che sembra tanto un attimo da ricordare.

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Lento va il fiume sporco, inquinato verde di rabbia.
Vorrebbe straripare prenderci portarci via invidioso di noi del nostro splendore.

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L’amore è un fiore difficile da cogliere senza pungersi.

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Ti disprezzo mi fai pena sei moscio da tutte le parti la tua è come una barca allagata in procinto di affondare e affonderà per Dio se affonderà e tu con lei giù sempre più giù finchè non ti seppellirai maledetta sporca coscienza.
E allora sarà ancora peggio.

Il Conte

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