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Universo Star Trek (II)

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Universo Star Trek (II)

Il 1991 fu un anno indimenticabile per Star Trek, nel bene e nel male: venne festeggiato il 25o anniversario e in tutto il mondo fu un fiorire di iniziative e di manifestazioni, ma in quello stesso anno, durante la lavorazione di Star Trek VI – Rotta verso l’ignoto, il 24 ottobre morì Gene Roddenberry.
Tutta l’organizzazione ricadde sulle spalle di Rick Berman, che aveva collaborato con Roddenberry fin dagli inizi di TNG. E, a quanto pare, l’eredità del grande vecchio non venne sprecata. Nel 1993 infatti,
Berman, affiancato da Michael Piller e Jery Taylor, diede alla luce il primo “spinoff”, cioè una derivazione televisiva dalla serie principale. Il suo nome fu “Star Trek – Deep Space Nine”. Nel frattempo TNG continuava a mietere milioni di spettatori e le due serie corsero parallelamente di pari passo finchè il 24 maggio 1994, con l’episodio lungo “All Good Things…” (dovrebbe uscire nelle videoteche per il noleggio questo mese distribuito sempre dalla CIC
Video), che ottenne una delle più alte audience nella storia dei telefilm americani, si chiuse anche la bellissima seconda serie che ci aveva accompagnato dal 1987, dopo sette stagioni di grande successo e ben 178 titoli. Il perchè della fine di TNG non è ben chiara, visto l’alto indice di ascolto: la motivazione più accreditata è che, vista l’età ormai avanzata raggiunta dei protagonisti della serie classica, occorreva un ricambio sul grande schermo, cosa che è poi avvenuta con il film “Generazioni” e con il passaggio del testimone dalle mani di
Kirk a quelle di Picard.
Per buona parte del 1994 quindi sulle televisioni americane è stato possibile vedere solo DS9. Lo “spinoff”, seppur seguita da un folto pubblico, non ha raccolto gli stessi consensi di TNG. In Italia troppo presto la RAI ha interrotto la messa in onda di DS9 per poter dare un giudizio sui nuovi episodi. Nella speranza che presto la programmazione venga ripresa, possiamo solo dire che DS9 appare come una grande sfida. I protagonisti non devono più affrontare lo spazio alla ricerca di nuove forme di vita, ma si trovano su di una base cardassiana (il modellino è splendido!) in cui la Federazione ha posto i suoi uomini in difesa del popolo dei Bajoriani e del tunnel spaziale scoperto nelle vicinanze della base. Quindi questa volta sono gli
“altri” a fare visita alla base e non il contrario. Inoltre la presenza di ufficiali della Federazione, visti come ospiti mal accetti e imposti, provoca situazioni di gravi attriti interpersonali.
Il cast si arricchisce di nuovi alieni estremamente interessanti come
Odo, il Mutaforme, unico, forse, del suo genere in tutta la galassia, e come tale turbato da sentimenti di solitudine e diversità, interpretato con grande sensibilità da Rene Auberjonois. La sfida dei produttori è senza alcun dubbio quella di far svolgere l’azione all’interno di uno spazio chiuso e quindi di stimolare gli sceneggiatori ad ideare soggetti che mantengano alta la tensione senza prevedere battaglie o scontri spaziali. Secondo me la sfida è stata vinta, ma occorrerebbe vedere altri episodi per capire meglio la filosofia di DS9. Ad oggi la serie è programmata regolarmente sugli schermi televisivi americani ed è arrivata alla quarta stagione.
Con l’inizio del 1995 però i produttori di Star Trek hanno dato vita ad una nuova avventura: infatti un’altra serie sta facendo rivivere i successi di Star Trek Classica e di TNG. Il secondo “spinoff ” si chiama “Voyager”. Voyager è il nome di un’ astronave, questa volta al comando di una donna (sempre per confermare lo spirito innovativo di tutto l’universo Star Trek), il Capitano Kathryn Janeway, che, inviata col suo equipaggio a recuperare un gruppo di pirati Maquis, incontra una strana forma di vita che proietta l’astronave al di fuori della galassia conosciuta. Le vicende che coinvolgeranno l’astronave Voyager nel suo errare alla disperata ricerca di una via per ritornare a casa, superano ancora una volta gli schemi precedenti per proporci nuovi viaggi oltre i limiti conosciuti. Tra i personaggi creati dalla fantasia dei produttori e degli sceneggiatori c’è un ufficiale
Vulcaniano, Tuvok, che però, a conferma della volontà degli ideatori della serie di riproporre sempre caratteri che assomigliano ai vecchi, ma che hanno poco o niente in comune con loro, questa volta è nero.
Restiamo in trepidante attesa che prima o poi anche questi telefilm possano essere visti sui nostri schermi televisivi. Infatti se i nostri invidiati compagni di passione d’oltreoceano si stanno beando delle avventure di Sisko & C. sulla DS9 e del Cap. Janeway & C. sulla
Voyager, qui in Italia noi poveri trekker siamo ancora alle prese con la quinta stagione di TNG, sperando che prima o poi Italia 1 si decida a trasmettere la sesta e forse la settima e ultima stagione, e per quello che riguarda DS9 siamo rimasti a poco meno della metà della prima stagione. L’unica consolazione è che la CIC VIDEO sta mantenendo
(grazie infinitamente) gli impegni nel far uscire periodicamente i cofanetti della serie classica, di ottima qualità tecnica e di doppiaggio, per la vendita, e i telefilm lunghi, della durata di due puntate e quindi della durata di un film, di TNG, per il noleggio.
Dobbiamo anche ringraziare sentitamente, per l’entusiasmo e la professionalità del loro lavoro, i curatori delle edizioni dei telefilm che vengono trasmessi in televisione e venduti dalla CIC: i loro nomi sono Alberto Lisiero e Gabriella Cordone e fanno parte del gruppo storico dello Star Trek Italian Club che tanto ha speso in energie nei lunghi anni di buio e di disattenzione da parte delle emittenti televisive italiane nei confronti di Star Trek.
In Italia tutto cominciò il 1 maggio 1979, in sordina, su
Telemontecarlo, che mise in onda per prima nel nostro paese i telefilm della serie classica, con ben oltre dieci anni di ritardo rispetto all’uscita negli USA. Poi vennero i film a scaldare l’animo di coloro che conoscevano già il fenomeno grazie a stretti contatti con amici o club statunitensi. Dopo alcuni tentativi andati male, nel 1982 nasce un primo nucleo di quello che sarà poi lo Star Trek Italian Club, formato da alcuni appassionati: all’inizio si trattava di poche persone che si incontravano per parlare della loro serie preferita e per scambiarsi materiale e notizie ricavati naturalmente da fonti estere.
Come narrano loro stessi, senza lasciarsi scoraggiare dall’apparente deserto che li circondava, iniziarono a pubblicare il bollettino
Inside Star Trek, che conteneva informazioni su tutto il mondo Trek.
Nel 1986 fu la volta della prima Star Trek Convention e nel giugno dello stesso anno venne ufficialmente fondato lo Star Trek Italian
Club. Da allora un po’ alla volta lo STIC è cresciuto grazie soprattutto al grande lavoro del Ponte di Comando, così viene chiamato il direttivo dei soci fondatori. Il nome dello STIC comincia a circolare e gli spauriti e sparuti fans che in giro per l’Italia pensano di essere soli e anche un po’ “fuori di testa” per la loro passione giudicata strampalata dagli altri, capiscono di non essere poi così pochi ed isolati. Oggi lo STIC conta più di 2500 soci e il numero è in aumento.
Il Club pubblica un bollettino bimestrale, quell’Inside Star Trek di cui si parlava prima, che nel mentre è diventata una rivista di quasi una cinquantina di pagine, anch’esse ormai insufficienti per raccogliere lettere, pareri, interventi, racconti e fumetti dei soci, informazioni sulla saga e sulle altre molteplici attività collegate, come giochi di ruolo, carte, computer, editoria, fumetti, materiale vario. Ampio spazio è dedicato alla STIC ACADEMY, un gioco di ruolo per i soci via posta, una sorta di “caccia al tesoro” svolta all’interno del cosmo di Star Trek e ricco di simulazioni volte a stimolare la fantasia dei partecipanti. Inoltre lo STIC pubblica anche
LOG e LOG PLUS, fanzine contenenti saggistica, poesie, racconti di autori italiani ed esteri. Al fine di coinvolgere e dare spazio alla creatività degli iscritti, lo STIC indice annualmente un concorso letterario, uno di poesia, uno di disegno, uno di video e, quest’anno per la prima volta, uno di computer graphic. Altre attività dello STIC sono le collaborazioni con case editrici come la Garden e l’Armenia nel passato e oggi la Fanucci e la Play Press per la traduzione e la pubblicazione di romanzi e fumetti di Star Trek editi negli Stati
Uniti. Sempre a cadenza annuale lo STIC organizza una Convention nazionale che ogni anno diventa sempre più ricca di presenze da parte dei soci. Quest’anno si terrà ad Arona sul Lago Maggiore dal 7 al 10 dicembre e le iscrizioni sono state già chiuse per raggiungimento del numero massimo dei partecipanti consentito dalle strutture che li ospiteranno (si parla di 350 iscritti a tutti e quattro i giorni!).
Durante le giornate della Convention si tengono dibattiti tra i soci, giochi di ruolo, aste di beneficenza, proiezioni, gare di costumi, mostra mercato di materiale trekker, incontri con editori e ospiti che stanno aiutando a diffondere in Italia l’universo TREK. La Convention
è comunque una straordinaria opportunità di incontro tra appassionati e va oltre il semplice scambio di informazioni e di pareri: il fatto che vi partecipino persone di tutte le età (dai 15 ai 90 anni), da tutte le regioni d’Italia (dalla Val d’Aosta alla Sicilia) e dedite a qualsiasi tipo di attività, dà il senso della filosofia dello STIC e di Star Trek, perchè, come recita il principio vulcaniano dell’IDIC
(Infinite Diversity in Infinite Combinations), nella combinazione delle diversità si ottiene la consapevolezza di far parte di un grande
“famiglia”.
Al di là di queste argomentazioni apparentemente enfatiche, la
Convention e lo Star Trek Italian Club nel suo complesso sono comunque dei luoghi di confronto per persone che desiderano sì divertirsi, ma vogliono anche farlo in modo intelligente e dialettico. Per aiutare i soci ad avere dei momenti di incontro e di chiarimento sono state costituite della STATCOM che corrispondono ai recapiti di alcuni soci volonterosi (sono in tutto 14 le Statcom sparse per l’Italia intera) che si rendono disponibili a informare gli interessati delle iniziative e delle novità dello STIC. Inoltre le stesse STATCOM si occupano di organizzare incontri ed attività, come ad esempio la
GRANAROLOCON, una miniconvention che già da alcuni anni si svolge con successo in quel di Granarolo (Bologna) nel mese di giugno ed è organizzata dalla STATCOM X che fa capo ad Alessandro Busi e Giovanna
Damiano di Bologna.

Queste poche (o molte) righe che ho scritto hanno avuto la pretesa di illustrare a grandi linee la storia di un fenomeno che anche in Italia sta crescendo e destando curiosità e che il prossimo anno compirà ben trent’anni di lunga e proficua attività. E che, a quanto pare, non ha nessuna intenzione di mettere ancora la parola fine all’idea balzana e meravigliosa nata un giorno nella mente di un visionario di nome Gene
Roddenberry.

Gabriela Guidetti

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