In questo numero di KULT Underground lo spazio socializziamo sarà dedicato a chi un giorno sarà impegnato nel mondo dell’impegno
Sociale.
Abbiamo così deciso di lasciare la parola a coloro che opereranno, abbiamo, infatti, intervistato una decina di ragazzi/e che studiano presso l’università di Scienze dell’Educazione di Bologna.
Facciamo una piccola premessa sulla suddetta università, essa nasce circa tre anni or sono e ciò dimostra che al momento attuale non esistono ancora operatori-Sociali laureati, quindi adesso esiste solamente una fucina di giovani leve che ancora, in molti casi ignari del loro destino si stanno impegnando in qualcosa di valido ed importante.
Ho posto l’accento su quest’ultima frase perchè in molti casi questo tipo di studio o l’impegno sociale in genere non è considerato una vera e propria professione, difatti E.M. (studentessa al secondo anno) dice “…ogni tanto mio padre mi chiede quando comincerò a lavorare sul serio…”, oggi comunque essa deve essere vista come una professione a tutti gli effetti; non a caso l’Italia è al secondo posto in Europa per quel che riguarda la criminalità minorile, e le associazioni di Minori sono circa Mille sul territorio nazionale dislocate specialmente nel Nord-Italia con in molti casi necessità di
“manodopera” crescente.
Abbiamo allora voluto farci un’idea di cosa intendono gli studenti impegnati in tale settore, del Mondo del Sociale oggi, sono state proposte diverse domande alle quali gli studenti hanno accettato di rispondere con grande disponibilità.
Il resoconto e l’idea generale è ancora un po’ confusa, in quanto molti ragazzi non hanno ancora le idee chiare su quello che sarà il loro futuro impegno alla luce del loro attuale studio, difatti su dieci ragazzi/e intervistati sette non hanno dato una risposta alla domanda “Cosa farai una volta finito lo studio?”.
La maggioranza comunque punta l’accento sull’importanza della formazione al Sociale, infatti una ragazza iscritta al primo anno vede così la preparazione universitaria “…penso che la preparazione universitaria sia di fondamentale importanza per una preparazione adeguata degli educatori… non si può educare solo per “vocazione”, certo, è importante “l’attitudine verso questa professione ma non può bastare…”.
L’educazione viene quindi vista come una cosa necessaria, in quanto molti degli intervistati hanno asserito che non vi è altra soluzione all’impegno che lo studio, difatti una ragazza iscritta al terzo anno dice “…non vi è altra soluzione all’operare che conoscere…”.
Siamo comunque convinti che dei grossi passi avanti siano già stati fatti per quel che rigurda l’impegno sociale, difatti non a caso l’istituzione di questo corso di laurea è un chiaro segno di come si sta rivalutando l’importanza di questa professione.
Come ultimo punto a nostro avviso molto importante, abbiamo posto ai nostri intervistati la domanda su cosa dovrebbe cambiare nel mondo del
Sociale oggi e anche nel mondo dell’educazione al Sociale. La conclusione è stata che il mondo del Sociale oggi ha già fatto molti passi in avanti, per qualcuno comunque le cose da cambiare sono ancora molte; per alcuni è “…necessario creare una coscienza nelle persone, che in alcuni casi deve andare oltre la carità e il volontariato…”.
Vi è secondo molti anche la necessità di un’informazione più adeguata per coloro che operano in tale settore, in tutte le forme dal volontariato alla professione, perchè il bisogno è tanto e la
“manodopera” è scarsa.
A mio avviso l’impegno sociale è di vitale importanza, comunque il mondo del Sociale oggi ha ancora bisogna di volontari, quindi per chi vuole farlo come professione, o per chi vuole farlo come carità rimane solo una cosa in comune rimboccarsi le maniche e partire.
In conclusione vorrei ringraziare tutti coloro che mi hanno aiutato a realizzare questo pezzo, dai ragazzi di KULT Underground agli studenti di Bologna, ricordando che “…finchè ci sarà anche uno solo che ci crederà non sarà tempo sprecato.”
Una professione…
certamente Speciale
Fabio Giovanardi