KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

Dark side of the humanity

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Dark side of the humanity

Vi deludo subito: i Pink Floyd non c’entrano nulla. Eccomi ritornata dopo una interminabile assenza.
Immagino che vi sarete strappati i capelli!
Per rimediare ho deciso di tediarvi più del solito (come se questo fosse possibile, direte voi!).
In questo numero del mitico KULT Underground vi parlerò di ben tre argomenti:
– il trasporti degli animali vivi, in particolare dei cavalli
– l’allevamento intensivo delle galline
– la raccolta fondi per due associazioni che svolgono ricerche contro il cancro con metodi scientifici (ovvero senza utilizzare la vivisezione, cioè senza inutili e atroci sofferenze per gli animali).

In Nome della Razza Equina ci vergogniamo di essere Umani!

Il cavallo nella foto è stato ucciso dalle incredibili condizioni di trasporto. L’Italia infatti, importa ogni anno da paesi come la
Polonia, l’Ungheria, l’ex Unione Sovietica, la Croazia e la Grecia circa 140.000 cavalli destinati alla macellazione (ultimi dati ISTAT).
Poveri animali che vengono ammassati in TIR e container fra indicibili sofferenze, pessime condizioni igieniche e disidratazione. Tutto senza soste. I controlli sanitari sono rari, permettendo così l’evasione delle norme doganali e delle leggi che vietano il maltrattamento degli animali. Lo testimoniano le ricerche degli ispettori della associazione olandese Dierenbescherming. Uno scandalo che riguarda tutti, animalisti e consumatori, perchè chi viola queste leggi, viola i diritti degli animali e degli uomini; una brutalità che ci fa dubitare della nostra umanità.
Il cavallo in questa fotografia è stato fortunato. Invece di essere trasportato in condizioni incredibili ed ucciso può tranquillamente vivere una vita degna di essere vissuta.
Puoi anche tu non essere complice della sofferenza!
C’è un’alternativa:
1. Chiedici e diffondi i materiali informativi della campagna. Firma e fai firmare la petizione al Ministro della Sanità per fermare questa crudeltà.
2. Segnala i trasporti di animali a Carabinieri dei NAS e dei NOE,
Polizia, USL e Posti di ispezione frontalieri per far rispettare le leggi in vigore (Decreto Legislativo 30.12.92 n. 532 e Decreto
Ministero della Sanità 10.10.94)
3. Scegli di non consumare tante proteine animali come fino ad oggi e chiediti se desideri ancora vedere una fettina di cavallo sul tuo piatto.

Petizione al Ministro della Sanità
I sottoscritti cittadini
– apprese le incredibili condizioni di trasporto dei 140.000 cavalli importati annualmente dai Paesi dell’Est europeo per la macellazione in Italia;
– considerate le sistematiche violazioni del
Decreto Legislativo 30 dicembre 1992 n. 532 “Attuazione della direttiva 91/628/CEE relativa alla protezione degli animali durante il trasporto”, del nuovo articolo 727 del Codice Penale contro il maltrattamento degli animali e del Decreto del Ministero della Sanità
10 ottobre 1994 “Norme per lo scambio intracomunitario e per l’importazione dai paesi terzi di equidi vivi”; chiedono un deciso intervento politico e tecnico che metta fine al trasporto degli animali vivi e che, comunque, permetta il concreto rispetto delle leggi vigenti di protezione degli animali e dei cittadini.

Imprigionate a morte negli allevamenti in batteria

Queste galline sono imprigionate in una gabbia di un allevamento in batteria. La loro gabbia è così piccola che non possono nemmeno stendere le ali. Naturalmente, loro vorrebbero raspare il terreno, appollaiarsi, pulirsi strofinandosi nella polvere, muoversi, e costruire un nido per le loro uova. Costrette a ritmi innaturali in questa gabbia metallica, invece, non possono fare nulla. Sono delle macchine, buone solo per pochi mesi, triturate poi in dadi da brodo o mangime per altre galline. Solo in Italia, ogni anno più di 40 milioni di galline sono detenute in gabbie di batteria per produrre 12 miliardi di uova (fonti: Usda e Ismea) oltre ai 600 milioni di polli e galletti “da carne”. Decine di migliaia sono ingabbiate in questo modo in un solo capannone privo di finestre. Tutto il giorno, ogni giorno.
Secondo l’attuale normativa ben sei galline devono essere rinchiuse dal 1/1/95 in una superficie pari a quella di un foglio di quotidiano:
è come se tu dovessi stare sempre in piedi in un piccolo ascensore, con altre cinque persone, a luce continua, per mesi e mesi!

Le galline in questa fotografia sono state fortunate. Invece di essere uccise, sono state portate via da un allevamento intensivo e tenute all’aperto. Messe in condizione di muoversi liberamente, le loro penne sono ricresciute. Hanno appreso velocemente a camminare e correre.
Hanno anche iniziato a beccare per terra invece che l’un l’altra. Ed a fare uova, liberamente.
Non vuoi essere complice della sofferenza? C’è un’alternativa: l scegli di non consumare tante proteine animali come fino ad oggi o, comunque, scegli solo uova di galline libere (allevate al suolo o all’aperto, Sistema Estensivo DM 16.4.86) o di piccoli contadini.
Assicurati dal negoziante sulla loro effettiva provenienza; scrivi ai produttori per comunicare la tua scelta.
Fai attenzione alle molte uova provenienti da allevamenti in batteria etichettate in modo fuorviante: fresche di fattoria o di campagna per mascherare il crudele metodo di produzione. O ancora, addirittura, vengono etichettate come ecologiche o biologiche solo per le caratteristiche del mangime somministrato alle galline. l scrivi a Parlamento e Governo per ottenere una legge come quella della Svizzera che dal 1991 non consente più l’allevamento in batteria per le galline ovaiole e come quella della Svezia che non lo consentirà dal 1999.
La zootecnia industriale va abolita per motivi etici, ecologici e sanitari: S un settore che costa troppo agli animali, alla nostra salute, alle tasche dello Stato che elargisce generosi contributi pubblici al settore.

La vivisezione come rapina, la scienza come arma, la vita come vittima, l’arricchimento l’unica morale
Cosa spinge uno scienziato, a torturare migliaia di animali, ad avvelenare, bruciare, mutilare, tagliare centinaia e centinaia di cani, gatti, conigli, topi, scimmie rendendolo così insensibile da non provare pietà per il dolore che procura? L’aspirazione a salvare vite umane? O piuttosto la sete di denaro e di fama? Cosa c’è dietro la vivisezione? Soldi, tanti soldi: viene praticata perchè è un pozzo di denaro per chi la pratica e per chi la finanzia. Gli animali vengono torturati con il denaro della solidarietà, di chi in completa buona fede vuole aiutare il prossimo. Ogni anno in Italia diversi miliardi di offerte finiscono nelle tasche dei vari istituti di ricerca che promettono illusioni: poter sconfiggere malattie come il Cancro, l’AIDS, la Distrofia Muscolare, senza però scalfire le vere cause di questi mali, e senza mai mostrare in che cosa realmente consiste la ricerca. Neppure una lira viene spesa per la prevenzione di queste malattie. Investire in prevenzione non comporta nessun profitto: vorrebbe dire colpire direttamente i guadagni di chi sparge veleni nell’aria che respiriamo, nell’acqua che beviamo, prevenire il cancro vuol dire cambiare modello di sviluppo, cambiare tipo di agricoltura, cambiare alimentazione, vuol dire migliorare la qualità di vita della gente. Torturare gli animali chiude invece il cerchio di profitto e impedisce soprattutto che si possa arrivare ad una ricerca scientifica realmente utile all’umanità. La Vivisezione è dannosa anche per l’uomo, e non solo perchè dopo l’animale la cavia sarà necessariamente l’uomo, ma perchè è una strada che invece di aprire nuove possibilità per la guarigione delle malattie, allontana la ricerca da metodi indirizzati all’essere umano, alla sua fisiologia, ai suoi meccanismi biologici e quindi alla sua reale guarigione.

Quello che più spesso i vivisettori ci obbiettano S che anche noi potremmo ammalarci di cancro. Come se non lo sapessimo. Quasi ognuno di noi, purtroppo, ha avuto un familiare o un conoscente affetto da questa terribile malattia. Per questo vogliamo che si faccia chiarezza, che la scienza avanzi sempre più per scoprire il rimedio.
Basta con la corruzione e gli interessi personali, basta vivisezione.
Vogliamo una risposta chiara!
Ogni 5 minuti in Italia una persona muore di cancro.
Vuoi aiutare col tuo contributo la ricerca tradizionale? …No?
Allora aiuta le due associazioni di ricerca che usano metodi moderni, scientificamente affidabili ed eticamente accettabili; esse infatti non si avvalgono della sperimentazione sugli animali!!!
Sostienile anche tu:

Fondazione T. E L. De Beaumont Bonelli per le ricerche sul cancro
Presidente: Prof. Giulio Tarro
Ospedale Cotugno
80131 Napoli
Tel. 081/5463222
Versamenti: su c/c postale n. 28752806 intestato alla Fondazione oppure
Assegno bancario o circolare allegato, all’ordine della Fondazione

A.R.P.C. (Associazione Ricerca Prevenzione Cancro)
Sede nazionale Via Padova, 12
10152 Torino
Tel. e fax 011/281690
Offerte, abbonamenti, tesseramenti: versare l’importo sul conto corrente postale 15325103

Vi lascio (non piangete) ricordandovi che per tutto il mese di maggio terremo un banchetto in Via Emilia 175 (nel centro di Modena) dove siete invitati (vi supplico!!) a passare per firmare le petizioni (e se ci scappa qualche soldino…non ve li ributtiamo dietro).

Sabrina

Responsabile LAV di Modena

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