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Omicidio al Savoy – Maj Sjöwall Per Wahlöö

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SELLERIO EDITORE PAGG.327 EURO 14
 
Ritorna Martin Beck, il capo della squadra omicidi di Stoccolma, il famoso personaggio creato dalla coppia di giallisti  svedesi e del quale la Sellerio pubblica il sesto romanzo. Al centro dell’impianto narrativo di questo romanzo, l’uccisione, nel corso di una conviviale all’albergo Savoj, di Viktor Pslmgren, un potente uomo d’affari leciti e meno leciti. Un uomo si introduce all’interno della sala e con un preciso colpo di pistola, lo uccide. Fugge a bordo di una bicicletta. I vertici della polizia invitano Beck alla prudenza, data l’importanza del personaggio e delle sue relazioni commerciali con altri Paesi. Gli affiancano il poliziotto Malm e Beck, circondato dai suo fedeli collaborato come Kollberg, Larsson, Ǻsa Torrel, la ragazza che ha perduto il fidanzato poliziotto nel romanzo “Il poliziotto che ride “ e con la quale Beck avrà un rapporto sessuale, un tentativo per i due di ritornare a vivere, conduce le sue indagini, o per meglio dire, le fa condurre, sull’ entourage dell’uomo. Sul caso  indaga anche la Säpo, la squadra  politica.  La moglie Charlotte,  la ”la vedova nuda” perché viene vista senza vestiti , a bordo della sua piscina,pochi giorni dopo il delitto, i fedeli collaboratori   Hampus Broberg che ha venduto tutto, riconvertendo   in contanti il ricavato degli immobili venduti   e che sta per scappare dalla Svezia  e Mats  Linder, manager rampante, amico ella vedova. Le indagini  puntano l’attenzione anche su una donna, Helena Hanssson, accompagnatrice-prostituta e la donna, assieme a Broerg viene arrestata. Caso risolto? Non certamente per Beck che dà una svolta alle indagini riuscendo ad arrestare il responsabile dell’omicidio del potente uomo d’affari e scoprendo che, dietro il delitto, vi è una storia di dolore, miseria, angoscia.  La coppia di giallisti, che ambienta la vicenda in una Malmő oppressa dal caldo, tratteggia due ben precise classi sociali: i manager ruspanti, dediti ai traffici illeciti, agli ozi, alle donne e i poveri che stentano a vivere, uomini dove l’alcool e le droghe giocano un ruolo fondamentale, e “tutto dipendeva soprattutto dal sistema in sé, dall’implacabile meccanismo della grande città che schiacciava i deboli e i disadattati e li porta a compiere gesti sconsiderati” Critici severi della società capitalista svedese, il duo è abile nel dare vita ad una trama narrativa sapientemente orchestrata, nel caratterizzare i personaggi, nell’alternare le scene ai dialoghi. Il libro, così come i precedenti, presenta un finale originale e il lettore resta affascinato da una scrittura chiara, diretta, da un ritmo narrativo che non stenta mai il passo narrativo, coinvolgendo il lettore, inchiodandolo al libro, fino all’epilogo.  Il libro si avvale di una prefazione di Andrea Camilleri che non ha mai fatto mistero di ammirare i due giallisti.

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