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Nelson&Willer in La Porta Socchiusa – Nadia Vandelli e Maurizio

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Non capita spesso di poter leggere una prova d’esordio convincente, specie ai giorni nostri, specie se a proporla è un editore di “piccola taglia”. Con i tempi che corrono tutti i piccoli editori sono sospettabili di essere “a pagamento” e questa non è certo una garanzia di qualità… Ma per fortuna Larcher Editore (www.larchereditore.com) ha sempre coltivato una sorta di “sana follia”, cercando di pensare in grande; e se è vero che all’inizio ha proposto cose che non ho remore a definire di infimo ordine, ha saputo poi riscattarsi con alcuni saggi di alto livello, come “Albero” di Tolkien (a cura di Gianfranco de Turris), o Star Wars: analisi dell’esalogia di Fulvio Gatti… senza contare lo splendido romanzo horror La stazione del Dio del Suono di Danilo Arona. Bisogna anche aggiungere che il nuovo formato, grazie soprattutto alle copertine di Mariachiara Rossetti (www.mariachiararossetti.it) dei libri Larcher è davvero sfizioso. Insomma, Larcher è da un po’ di tempo su una via che ci appare veramente buona; perciò il mio piacere è doppio proponendo alla vostra attenzione questo piccolo (piccolo? Non tanto, visto che è un libro di 304 pagine!) nuovo gioiello. La porta socchiusa rappresenta la prima avventura di una coppia d’eroi che non ha nulla da invidiare a quelle di libri già famosi e che non riuscirete a dimenticare tanto facilmente: Nelson e Willer nascono dalla penna di Maurizio Lei e Nadia Vandelli già “maturi”, completi e dotati di una levità, di una grazia, di una rotondità che inducono all’ammirazione.

Verrebbe spontaneo fare paragoni con altri autori di storie per ragazzi; verrebbe perfino voglia di esagerare, affermando che Lei & Vandelli non hanno nulla da invidiare alla Rawling, o a Philp Pullman… Anche se è ovvio: si tratta di lavori completamente diversi, che affondano in substrati culturali diversi e i paragoni sarebbero oziosi o indurrebbero qualcuno a sbuffare – è non è certo mia intenzione indisporre il potenziale fruitore di questo libro. A dispetto dei nomi “anglosassoni” i nostri due eroi sono dodicenni italiani, che vivono una realtà a noi ben nota – essendo la “nostra” realtà, quella italiana di tutti i giorni. Si tratta di due emarginati, l’uno perché grassoccio e malato; l’altro perché poverissimo. Eppure a quanto sembra l’emarginazione non nuoce affatto a questi straordinari amici; anzi, sembra aver accentuato il loro senso dell’umorismo (del resto l’ironia non è da sempre la virtù dei deboli?) e affinato la loro sensibilità agli affetti.

Diversità e amicizia. Così verrebbe da sintetizzare la “morale della favola” contenuta in Nelson & Willer. Tutti i personaggi (e sono molti: Gaetano il cartomante; Anya la cieca-veggente; Baimrascia la vecchia strega zingara; Maria, la donna delle pulizie-medium…) che popolano questo straordinario romanzo sembrano sbucati da una speciale “corte dei miracoli”, perfino i “normali” e insospettabili. Anzi, le prospettive del romanzo ribaltano il luogo comune e lasciano che a non fare bella figura siano propri i cosiddetti normali.

La porta socchiusa inizia con l’arrivo nella classe di Nelson e Willer di Carlotta, una ragazzina davvero bizzarra: essa infatti è di colore… ma con lunghi capelli bianchi e occhi color miele! Un mix straordinario, che non poteva far altro che portare seco un’avventura straordinaria: la sorella di Carlotta, Anya, è perseguitata da uno spirito di nome Lavinia. Nessuno sa perché. Nessuno sa che cosa Lavinia pretenda. È una vicenda avvolta nel mistero e solo grazie all’aiuto di Nelson (e del suo spirito-guida) e Willer l’orrore avrà fine; l’enigma sarà svelato e (forse) tutti vivranno felici e contenti… Fino alla prossima avventura.

Un romanzo scritto in forma di sceneggiatura. Un horror a lieto fine. Un libro comico che riuscirà a terrorizzarvi. Un trattato sugli affetti, sull’amore, sul rispetto delle diversità (ma anche delle normalità): tutto questo è La porta socchiusa. E come potrei non consigliarvelo? Merita davvero.

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