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Dixit

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gioco per 3-6 persone
Autore: Jean-Louis Roubira
Editore originale: Libellud (www.libellud.com)
Editore Italiano: Asmodee Italia (www.asmodee.it)
 
La traduzione dal latino del titolo di questo gioco è “Ha detto”, e considerando che il sottotitolo è “Un’immagine vale mille parole!” si può intuire che questo gioco si basi sia sulle parole, che sulle immagini (con una leggera preferenza di queste ultime). Non si tratta di un gioco nuovo, quest’anno ricorre il decennale della sua pubblicazione da parte dell’editore francese Libellud, e da allora ha ricevuto l’approvazione del pubblico: sia sotto forma di premi, tra cui lo “Spiel des Jahres” nel 2010 (il gioco dell’anno, attribuito in Germania, e l’anno precedente aveva vinto l’equivalente di questo premio in Francia e in Spagna), ma anche sotto forma di vendite, dato che può vantare la notevole tiratura di un milione e mezzo di copie (vendute, secondo l’editore). Ma da dove proviene il suo successo? Andiamo a scoprirne le caratteristiche…
La scatola è di dimensioni medie (quadrata, più piccola di quella de “I Coloni di Catan”) e contiene:
– un mazzo di carte di grande formato,
– una traccia segnapunti (all’interno della scatola),
– sei conigli di legno,
– tessere di cartoncino (per indicare il voto),
– il regolamento.
Il pezzo forte dei componenti sono le carte, illustrate in modo veramente splendido da Marie Cardouat, che ha reso ogni carta un piccolo quadro (in effetti non sfigurerebbero ingrandite e incorniciate); il tema è onirico e fiabesco, ma in molte carte è presente anche un elemento bizzarro o surreale, e l’aspetto di insieme è sempre una situazione che si presta a molteplici interpretazioni. Dato che verranno manipolate spesso conviene imbustarle, il grande formato non è di per sé standard, ma hanno prodotto bustine apposite (dette in formato Dixit, per l’appunto). Sulle carte non ci sono scritte, per cui è possibile giocare con qualunque versione, una volta imparate le regole.
E le regole sono estremamente semplici (il regolamento è un singolo foglio, e il retro è occupato dalle varianti e da un esempio di svolgimento del round): ogni giocatore sceglie un colore e riceve tanti segnalini numerati di quel colore quanti sono i giocatori, piazza il coniglio di quel colore sullo zero della traccia dei punti, si mischia il mazzo e ogni giocatore riceve una mano di sei carte. Il giocatore di turno (chiamato Narratore) deve pensare ad una frase relativa ad una delle sue carte, e la dice ad alta voce agli altri giocatori (il primo turno il primo giocatore che pronuncia la frase diventa il Narratore). A questo punto tutti gli altri giocatori devono scegliere una carta tra le proprie, cercando quella che più si adatta alla frase pronunciata, le carte scelte vengono consegnate al Narratore, che le mischia assieme alla propria, dopodiché vengono disposte a faccia in su sul tavolo, in una fila orizzontale.
I giocatori (eccettuato il Narratore) devono ora decidere, scegliendo il segnalino numerato che ne indica la posizione da sinistra a destra, quale possa essere la carta del Narratore, quella che gli ha ispirato la frase (non si può indicare la propria carta). Questa scelta viene fatta in segreto e contemporaneamente da tutti, dopodiché vengono rivelate le scelte, e attribuito un punteggio in questo modo:
– se tutti, o nessuno, scelgono la carta giusta, tutti i giocatori eccetto il Narratore ricevono due punti,
– se solo alcuni hanno indovinato, tutti quelli che hanno indovinato e il Narratore ricevono tre punti,
– se non si è il Narratore e la propria carta è stata indicata, si riceve un punto per ogni giocatore che lo ha fatto (fino ad un massimo di tre).
A questo punto il Narratore diventa il giocatore alla sinistra del Narratore corrente, si pescano carte fino ad averne di nuovo sei, e si gioca un nuovo round. La partita continua fino a quando non si pesca l’ultima carta del mazzo, e viene dichiarato vincitore chi ha più punti.
Come vedete il regolamento è semplice, si spiega veramente in due minuti, è può essere proposto proprio a tutti, specialmente in famiglia o agli amici non avvezzi ai giochi da tavolo, dato che ha bisogno soltanto di fantasia e intuito per poter essere giocato. La logica dietro al punteggio è chiara: il Narratore non deve scegliere una frase troppo semplice (indovinano tutti) o troppo difficile (non indovina nessuno), mentre gli altri giocatori devono scegliere una carta che possa trarre in inganno gli avversari, per cercare di fare i punti secondari per i voti ricevuti sulla propria carta. Poi come ho detto, fantasia e intuito fanno il resto.
Le semplici varianti presenti nel regolamento sono principalmente uno spunto per crearne di nuove, l’unica di carattere tecnico, ovvero la regola per giocare in tre persone, stabilisce che la mano è composta da sette carte anziché sei, e i giocatori (non il Narratore) devono scegliere due carte, per aumentare le carte da valutare (ma tre persone non è il numero più indicato per giocare a Dixit).
Le numerose espansioni che sono state pubblicate finora sono composte praticamente sempre da nuovi set di carte per poter aumentare la varietà delle partite (anche disegnate da altri autori famosi), accompagnate in alcuni casi da variazioni sulle regole.
Potreste dire: “Tutto qui”? Sì, Dixit è tutto qui, ma come per tutti gli altri giochi, ciò che lo costituisce non è solo quello che trovate dentro la scatola (e sto parlando anche del regolamento), ma comprende anche i giocatori che lo giocano, e Dixit ha il pregio di mettere in tavola la vostra logica, la vostra ispirazione, e i vostri sentimenti, e lo fa in un modo che potrebbe stupirvi, sia per quello che vedrete negli altri, che per quello che vedrete in voi stessi.

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