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Intervista con Andrea Manzoni

10 min read
 
 
Andrea Manzoni Trio “Quantum Discord”
(Altrisuoni – 2012)
 
L’Etichetta AltriSuoni annuncia l’uscita di “Quantum Discord” disco d’esordio del pianista piemontese Andrea Manzoni con il suo Trio costituito da Luca Curcio al contrabbasso e Ruben Bellavia alla Batteria. Un mix di eclettismo compositivo che sfugge allo standard piano trio.
Brevi incursioni nell’effettistica minimale si avvicendano a variazioni che, riappropriandosi della concezione classica del termine, sfociano in un vortice di pura e viscerale improvvisazione in piano solo. “Quantum Discord” sarà disponibile all’acquisto su Itunes e su www.altrisuoni.com
 
Bio
Nato nel 1979 inizia il suo percorso musicale all’età di 10 anni studiando con numerosi insegnanti tra i quali: Franco D’Andrea, Stefano Battaglia, Armen Donelian, John Riley, Alessandro Cerino, Lawrence D. “Buch” Morris, Christian Leroy, Battista Lena, Pierre Vaiana, Antonio Ballista, Nazareno Carusi e Tiziano Poli.
La sua attività concertistica inizia molto presto. Vanta collaborazioni con artisti del calibro di Aldo Romano, Irene Grandi, Elio (e le storie tese), Lawrence D. “Buch” Morris, Annalisa Minetti, Alessandro Cerino. Si esibisce in palchi, televisioni e radio nazionali e internazionali tra le quali: il Premio “Tenco”, Heineken Jammin Festival 2010, Taratatà (France 2) , RSI (radio Svizzera) RTSI (Televisione Svizzera), France Inter, “Strade del Cinema” teatro Romano di Aosta, Premio “Umberto Bindi”, Goethe Institute, Espace del Veux (Bruxelles), Mantova Musica Festival, Bordighera Jazz&blues, Mendrisio Musica Festival, Film Festival di Locarno, Poestate Lugano, Cervino Film Festival, Libra Festival.
Collabora con RSI (radio della svizzera italiana) per la produzione delle musiche dei radio drammi e la registrazione per le colonne sonore di film di produzione elvetica, come sideman e compositore.
Ha collaborato con il produttore Peter Walsh (Stevie Wonder, Simple Minds ecc.) alla realizzazione dell’Ep BugZum della formazione Lomé – www.lome.it (Ed. L’Eubage). Lavoro uscito nel 2008 e con il compositore/Produttore Artistico Walter Zweifel (John Cage) per la produzione del disco Gadamer – www.gadamer.biz (RSI – AltriSuoni).
È docente di pianoforte e di Meccanica Fisiologica della Tecnica Pianistica presso la scuola di Musica Sonoria
 
Intervista
 
Davide
Ciao Andrea. “Quantum discord” è il tuo album d’esordio come leader. Facciamo dunque qualche passo indietro e ripercorriamo le tappe più importanti che ti hanno portato a questo disco di grande maturità e di notevole bellezza. Quando hai cominciato a lavorarvi e cosa volevi racchiudervi per cominciare il tuo percorso da solista?
 
Andrea
Le composizioni racchiuse nell'album hanno caratteristiche molto diverse tra loro perchè sono state scritte in varie fasi della mia vita. Sicuramente l'omogeneità non fa parte di Quantum Discord ma se devo essere sincero non sono mai stato affascinato da dischi con una scrittura unitaria.
Lo considero un lavoro di presentazione che descrive chi sono e da dove vengo.
 
Davide
Perché lo hai intitolato “Quantum discord”?
 
Andrea
Mi piace spiegarlo citando un carissimo amico: “E cosa accadrebbe se di colpo il rumore bianco fosse pienamente realizzabile mettendo a nudo l'illusione del tempo e la molteplice e unitaria diversità che sottende alla materia… tutto è uno, eternamente discorde(cangiante) e presente.
 
Davide
Io cerco di dipingere quello che ho trovato e non ciò che cerco, diceva di sé e della sua arte Picasso. È così anche nel jazz, in cui la "composizione musicale istantanea" riveste gran parte dell’atto creativo? Tu cosa cerchi attraverso la tua musica e in che modo? E cosa trovi?
 
Andrea
Nella musica jazz l'aspetto legato all'improvisazione è la parte preponderante, dove un musicista mette in gioco, attraverso l'interplay, la sua parte creativa. Io non riesco a definirmi un jazzista nel senso più stretto del termine. L'improvvisazione ha un ruolo importante all'interno dei brani ma mai quanto l'aspetto compositivo. La ricerca di una struttura armonica, melodica e ritmica (nel caso del piano trio) che rappresenti qualcosa di solido e in grado di sorreggersi da solo, senza la necessità, come molte volte accade nel jazz più tradizionale, di utilizzarla solo come pretesto per poi sfociare in assoli chilometrici.
Non so cosa cerco quando lavoro su dei brani nuovi. Penso sia una forma di terapia che mi aiuta a vivere in una società che sento non appartenermi. Tento di scoprire ogni giorno i miei limiti e allo stesso tempo una soluzione per superarli. Mai un appagamento del mio ego ma un percorso in grado di portarmi all'interno di me stesso.
 
Davide
Perché la scelta di un trio pianoforte, basso/contrabbasso e batteria? Com’è nato in particolare questo sodalizio con Luca Curcio e Ruben Bellavia?
 
Andrea
È nato quasi per caso. Il piano trio mi ha sempre affascinato ed è una formazione per la quale ho sempre cercato di scrivere. Per questo lavoro ho trovato in Luca e Ruben due giovani musicisti di grande sensibilità e talento che sono stati in grado di proiettarsi in pochissimo tempo all'interno delle composizioni. Il lavoro è stato fatto interamente in studio, come si faceva una volta, quasi senza prove e partiture alla mano. Con Luca suono da parecchi anni e l'intesa è molta, mentre con Ruben il tutto è nato durante le rec-session in studio, nei quattro giorni passati assieme.
 
Davide
Round about midnight” è un omaggio a Miles Davis? C’è anche una notissima “Round midnight” composta da Thelonious Monk. Quali i musicisti e in particolare i pianisti jazz che più ti hanno avvicinato e appassionato al genere?
 
Andrea
È stato un gioco. Il titolo originale del brano è“ 'Round midnight”, mentre “Round about midnight” è il titolo di un disco meraviglioso di Davis al quale sono molto legato. Ho unito il mood dell'esecuzione di Davis di 'Round midnight dal disco Round about midnight prendendo delle cellule melodiche e rendendo la parte ritmica più contemporanea, quasi elettronica.
Ho un forte legame con molti pianisti. Passando da Oscar Peterson e arrivando sino a Bugge Wesseltoft. Diciamo che questi due mi hanno segnato molto. Se parliamo di interpreti classici quelli ai quali sono più legato sono Martha Argheric, Glenn Glould, Vladimir Horowitz, l'eleganza e la fragilità di Arthur Rubinstein.
 
Davide
I cinque movimenti di Var sono uno splendido esempio di come la musica classica possa ispirarsi al jazz e assimilarlo… o viceversa. Quali pagine pianistiche classiche ritieni essere le più belle, quali amerai per sempre?
 
Andrea
È una domanda molto difficile. Posso dirti quali mi hanno influenzato di più. Dalle Variazioni Brahms/Paganini alla Variazioni Goldberg. Dalle Sonate per pianoforte di Prokofiev agli Studi di Ligeti sino ad Arvo Part.
Bach resterà sempre l'amore più grande. La purezza, l'eleganza, la perfezione strutturale, il lirismo. Su di lui è stato già detto tutto. Concludo con una sua citazione che utilizzo con i miei studenti:
“Suonate con tutta la vostra anima e non come un uccello ben addestrato”.
 
Davide
Germano Antonini ha scritto che ancora oggi non si è creato uno stile nuovo, ma si continua a suonare quello vecchio come il BeBop o il ModalJazz con tecniche e suoni superiori, ma nulla di più. Gli amanti del jazz sarebbero ancora in attesa di nuovi “messia” come lo furono Charlie Parker per il BeBop e John Coltrane per il Free… Cosa ne pensi?
 
Andrea
Sono d'accordo in parte con quello che dice Antonini. Ci sono moltissime nuove leve e molti musicisti affermati che sono stati in grado di forndere stili musicali differenti trovando sonorità che non erano state esplorate fino in fondo. Come ad esempio Dafher Youssef o i The Bad Plus. Per inventare qualcosa di veramente nuovo, bisognerebbe creare dei nuovi strumenti e un nuovo temperamento.
 
Davide
Lorem ipsum: è da intendersi come De finibus bonorum et malorum (Sui confini del bene e del male) oppure è una provocazione rispetto al bisogno di intitolare dei brani o il significarvi e ravvisarvi per forza un contenuto a volte a scapito della sola bellezza di un “layout”, di una pura forma?
 
Andrea
Non si rifà assolutamente ad alcunché di filosofico. È molto più semplice; a  volte i musicisti danno dei titoli provvisori ai brani in attesa di quello definitivo che qui non è arrivato. Il significato è totalmente nelle mani dell'ascoltatore.
 
Davide
Sei docente di piano e di Meccanica Fisiologica della Tecnica Pianistica… Insegni dunque la tecnica pianistica anche attraverso le impostazioni più naturali e fisiologiche delle articolazioni del pianista. So che esistono o sono esistite diverse tecniche tra le quali quelle di Steinhausen e di Breithaupt… Cosa si insegna oggi?
 
Andrea
La didattica è andata molto avanti negli anni. Ho sudiato Steinhausen e Breithaupt come la scuola napoletana di Vincenzo Vitale o il metodo Feldenkrais. Il mio ruolo di insegnante è quello di considerarmi un vero e proprio Coach come esiste da anni nello sport. Molte volte studiando musica non ci si rende conto dell'importanza della preparazione fisica, fondamentale per sostenere ore di studio e performance che siano di qualità, senza considerare la possibilità di traumi da stress alle braccia e alla schiena.
I muscoli di una mano sono piccolissimi (eppure vengono sollecitati in modo spropositato) rispetto ai quadricipiti di un corridore. Vanno allenati con grande cura e con esercizi mirati. Bisogna mettere uno studente nelle condizioni di potersi esprimere al massimo delle proprie potenzialità. Chi sta facendo un lavoro meraviglioso in Italia e la M° Federica Righini dell'Accademia Internazionale del Pianoforte di Padova. Ha pubblicato un libro che consiglio a tutti i musicisti dal titolo “Maestro di te stesso” PNL per musicisti.
 
Davide
Il mio compito di musicista è trasformare gli schemi tradizionali del jazz, rinnovarli e soprattutto migliorarli. In questo senso la musica può essere un mezzo capace di cambiare le idee della gente”. Questo il compito che si diede John Coltrane. Il tuo?
 
Andrea
Mi chiedo ogni giorno quale sarà il mio compito, ma l'unica cosa che sento per ora è il desiderio di potermi esprimere, sperando di arrivare a più gente possibile. Non per una questione di business o di vendite, ma per poter far vivere o ri-vivere emozioni. Farli uscire anche solo per un istante dal delirio della vita quotidiana tra tasse, governi, BCE, Spred, Borsa. Ritornare ad ascoltare in modo incondizionato. È utopistico, ma chissà…
 
Davide
Quest’anno, con la cantante Veronica Rocca e con il regista Paolo Zanone, ti sei esibito in un recital dedicato ai tempi e alle canzoni del tabarin. Com’è nata questa idea e cosa pensi di quel periodo musicale?
 
Andrea
Mi esibisco tutt'ora perchè stiamo pianificando un tour invernale. Lo spettacolo è stato scritto da Beppe Anderi apposta per l'attrice Veronica Rocca. Il Regista Paolo Zanone attraverso una scenografia molto semplice e minimale è stato in grado di creare una scena che rispecchia in pieno l'epoca. Lo spettacolo è molto divertente e il contesto sono la musica, la storia, le donne. Esploriamo con le armi dell’arte e dell’ironia quest’epoca lontana ormai quasi un secolo, ma straordinariamente pulsante se confrontata con l’oggi, attanagliato, in politica come nell’arte, da prosaiche questioni di riciclo. Chissà perché quando si parla degli anni venti si pensa a un’età ingenua, a un mondo fatto di cose semplici: ragazze morigerate, giovanotti galanti, una società educata, appena scossa, da qualche personaggio politico con manie di grandezza.
Gli anni venti sono stati invece, sul piano del costume, uno dei periodi meno innocenti della storia italiana. E se le canzoni sono lo specchio che meglio riflette le sfaccettature di un’epoca, nessun tempo ha cantato con uguale malizia il peccato come gli anni venti. Basti l’esempio di “Lucciole vagabonde”, inno sfacciato e romantico dedicato alle donne di strada, da cui prende spunto lo spettacolo.
 
Davide
Presto inizia una tournée tra Italia e Svizzera. Ti accompagneranno Luca e Ruben? Cos’è per te l’esperienza del concerto unitamente a quella del viaggio?
 
Andrea
Con la mia manager stiamo pianificando un tour che porterà in giro tra Italia e Svizzera il trio per qualche mese sino all'arrivo del secondo disco previsto a metà 2013. Il viaggio è una costante che accomuna tutti i musicisti. Suonare vuol dire percorrere una strada ogni giorno diversa. Se vivi quello che fai in modo profondo non puoi scindere le due cose.
 
Davide
Altri progetti a cui stai lavorando e per il futuro?
 
Andrea
I progetti sono molti. Ho iniziato a lavorare alla realizzazione di musica per la televisione e per la radio. Ho terminato in questi giorni la musica per lo spot ufficiale del CONI2012 in rotazione su Sky a breve. In contemporanea sto lavorando alla realizzazione di tre nuovi dischi  che verranno pubblicati tra 2012 e inizio 2013. Il primo lavoro è il secondo disco del progetto Gadamer (www.gadamer.biz) con il violoncellista elvetico Zeno Gabaglio sempre cooprodotto da AltriSuoni. Il secondo riguarda un progetto assieme a un trombettista con il quale andiamo a esplorare mondi sonori a cavallo tra musica cinematografica, musica contemporanea e jazz. Ad inizio 2013 uscira il quarto disco della mia formazione storica i LoMé (abbiamo appena pubblicato il terzo lavoro registrato interamente live e prodotto dall'etichetta Ed.L'Eubage e dal nostro produttore Enrico Montrosset, dall'inquietante titolo “Prigionieri delle Scimmie”. www.lome.it )
 
Davide
Grazie e à suivre…

 

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