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Personalità Psicopatiche e Schizofrenia…

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Personalità Psicopatiche e Schizofrenia,
Cenni Utili per la Scrittura di un Romanzo

Le Personalità psicopatiche in psichiatria costituiscono, tra tutte le figure delle personalità anomale, quelle con maggiori probabilità di sfociare in un danno concreto nei confronti della comunità o del singolo individuo.
In una parola, tra tutte le anomalie patologiche possibili quella della personalità psicopatica è la più pericolosa e al tempo stesso la meno prevedibile.
In particolare il termine Schizofrenia venne coniato per la prima volta da E.Bluere per indicare una psicosi dissociativa di un determinato tipo, appartenente al ceppo delle psicosi con alla base un progressivo fenomeno di disgregazione.
La disgregazione, o dissociazione, della normale personalità psichica sfocia verso una graduale astrazione nei confronti dei consueti valori morali in uso presso la comunità di riferimento.
L’individuo, in pratica, sviluppa in proprio sue personalissime leggi che meglio aderiscono alle sue esigenze e ai suoi bisogni, diventa elastico, ed adatta progressivamente la realtà alle sue necessità e desideri.
Sotto questa nuova luce le sue azioni a volte non gli sembrano nemmeno tanto riprovevoli ed è anche capace di non sentirsi minimamente colpevole di atti che invece scandalizzano gravemente la società nella quale vive.
Nuovi codici e nuovi regole, dunque, per meglio attuare la sopravvivenza psicologica del soggetto e la concreta affermazione, senza vincoli di sorta, della sua reale personalità.
Il processo, alla lunga, si trasforma in gravi disturbi della strutturazione del pensiero, alterazioni consistenti della normale dinamica affettiva, degenerazioni dei rapporti tra la personalità dell’individuo e la realtà circostante.
Molto simile per certi versi a quella che viene comunemente identificata come Demenza Senile, dove per l’appunto il soggetto colpito smarrisce per strada i consueti canoni di riferimento etici, convenzionali e morali, a causa delle turbe legate all’età avanzata, la Schizofrenia colpisce invece soggetti più giovani e fisicamente integri.
Il disturbo fondamentale di questa patologia, è l’alterazione del pensiero, che consiste nella totale arbitrarietà dei meccanismi associativi.
I normali rapporti affettivi, i legami sociali, e le comuni convenzioni vengono annullate, o meglio elise, per essere sostituite con nuovi parametri, appositamente creati, su misura, dal soggetto.
In alcuni casi il pensiero modulare appare destrutturato, vago od assente, privo di logica apparente e decisamente confuso, proprio perché risponde, da un certo punto in poi, a meccanismi schematici totalmente individuali ed autogenerati, quindi non riconoscibili o recepibili  dalla società esterna.
Particolarmente disastrosi sono poi le conseguenze che investono la sfera affettiva, dove le normali percezioni risultano totalmente alterate e si ravvisa un’evidente sproporzione tra l’intensità degli stimoli ricevuti e la portata delle reazioni opposte.
Per questo motivo molti casi di schizofrenia sfociano in delitti sanguinosi ed efferati, compiuti nella totale convinzione di aver adeguatamente risposto a una correlativa provocazione, di modo che il soggetto rimane spesso intimamente convinto di aver agito per il meglio.
A causa di questa dicotomia tra realtà percettiva e realtà oggettiva il soggetto schizofrenico è spesso scarsamente recuperabile e mostra serie difficoltà ad essere reintegrato nel contesto circostante, che non riconosce più come il suo.

Sabina Marchesi

 

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