KULT Underground

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Container

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gioco per 3-5 persone
Autori: Franz-Benno Delonge  & Thomas Ewert
Editore: Valley Games (www.valleygames.ca)
 
Purtroppo Franz-Benno Delonge è scomparso nel 2007 e questo “Container” è l’ultimo gioco da lui realizzato: non ha fatto in tempo a vederlo sugli scaffali (nell’ultima pagina del regolamento c’è un suo ricordo) ma durante la sua carriera come inventore ha potuto riscuotere apprezzamenti dagli altri suoi giochi, tra i quali posso citare Transamerica, Manila e Big City (quest’ultimo, da tempo fuori produzione, dovrebbe essere ristampato a breve, sempre dalla Valley Games).
La scatola, di medie dimensioni, contiene:
– una plancia isola (da mettere al centro del tavolo, quest’ultimo rappresenta “il mare”),
– una plancia per ogni giocatore, con un’area per le proprie industrie e una per i propri magazzini,
– cinque navi in resina (una per ogni giocatore), ognuna può caricare cinque container,
– segnalini container e industrie di legno in cinque colori (diversi da quelli dei giocatori),
– segnalini magazzino in legno,
– cinque carte obiettivo,
– carte prestito,
– carte per tenere traccia del denaro (in vari tagli),
– il regolamento (in ben sei lingue, tra le quali c’è anche l’italiano).
All’inizio ogni giocatore riceve una plancia, una nave, un’industria (estratta a caso tra i cinque colori possibili), una carta obiettivo e 20$. Ad ogni turno può effettuare due tra le seguenti azioni:
– costruire: pagando il valore indicato nella prima casella libera, un giocatore può costruire un’azienda o un magazzino. Non si può comprare un’azienda se si possiede già quel colore.
– produzione: pagando 1$ può prendere un container per ogni azienda posseduta, e immagazzinarlo nella propria zona industriale. Il limite di stoccaggio in questa zona è due container per ogni azienda (se si raggiunge il limite, non si può produrre altro). La casella in cui vengono posizionati i container stabilisce il prezzo che gli altri giocatori devono pagare se vogliono acquistarli (in questa fase si possono spostare anche i container già presenti nella zona industriale). Questa azione può essere effettuata solo una volta nel turno.
– acquistare dalle zone industriali degli altri giocatori: si possono acquistare i container da un altro giocatore (pagando l’importo indicato nella casella dove si trovano i container) e posizionandoli nella propria zona portuale. Il limite di stoccaggio in questa zona è un container per ogni magazzino (se si raggiunge il limite, non si può acquistare altro). La casella in cui vengono posizionati i container stabilisce il prezzo che gli altri giocatori devono pagare se vogliono caricarli sulle navi (in questa fase si possono spostare anche i container già presenti nella zona portuale).
– movimento della nave: il giocatore può spostare la nave dal mare aperto in un porto (o viceversa) o sull’isola (o viceversa). Se il movimento termina in un porto, il giocatore può acquistare un numero qualsiasi di container pagando il prezzo indicato dalla casella in cui si trovano, e caricarli sulla propria nave (fino alla capienza massima). Non si può mai entrare nel proprio porto. Se si termina il movimento sull’isola, verrà messo all’asta tra gli altri giocatori il carico completo; l’asta si fa puntando segretamente un certo numero di carte denaro, il giocatore che vende ha la possibilità di accettare la puntata (e ricevere altrettanto denaro dalla banca) oppure rifiutarla pagando la stessa cifra alla banca ma conservando i container; chi riceve i container li mette nella propria area sull’isola.
La partita termina quando si esauriscono i container di due differenti colori (il giocatore corrente completa il proprio turno). Per stabilire chi vince si controlla la carta obiettivo assegnata all’inizio della partita, dove sono indicati i punti per ogni colore di container posseduti sull’isola; uno dei colori riporta due punteggi differenti, il più alto viene considerato se si è riusciti a raccogliere container di tutti e cinque i colori. Prima di contare i punti però vanno scartati i container del colore presente in maggior numero (dando la precedenza, in caso di parità, al colore con il doppio punteggio). Oltre ai container presenti nell’isola, vanno conteggiati quelli nella zona portuale (2 punti ognuno) e quelli sulla propria nave (3 punti ognuno); infine va aggiunto un punto per ogni $ rimasto. Chi totalizza il maggior numero di punti vince la partita.
La particolarità di questo gioco è che non è possibile acquistare i container da noi prodotti, per cui non esiste una “catena” di produzione->guadagni->miglioramento, ma ci si deve basare sui guadagni che si possono fare con la produzione altrui.
Se durante la partita si rimane a corto di soldi si può richiedere un prestito: si riceveranno 10$ e una carta prestito, ma ad ogni turno, prima di iniziare, si dovrà pagare 1$ per ogni prestito richiesto. In qualunque momento si può restituire il debito pagando 10$, ma se si termina la partita con uno o più debiti (il limite è comunque due) si perderanno 11 punti per ogni carta.
Nonostante la possibilità di richiedere prestiti, è facile in questo gioco esaurire i soldi, e per questo è possibile utilizzare una regola “per principianti” (ma che in realtà si può usare sempre, senza dover per forza essere dei principianti), ovvero prima di effettuare la propria mossa si può vendere un container alla banca (dalla zona industriale, oppure, solo se questa è vuota, dalla zona portuale) e incassare 2$. L’unica controindicazione è che giocato in questo modo Container tende a durare più a lungo (tornando in gioco i container si esauriscono più lentamente) e l’equilibrio dei meccanismi  viene leggermente modificato.
Il “problema” che i giocatori sono chiamati a risolvere è che la quantità di denaro circolante in questo gioco è bassa, e ogni volta che si produce o si costruiscono industrie e magazzini si elimina denaro dal mercato (di conseguenza quello rimasto assume un valore più elevato, dando più potere a chi lo ha conservato); l’unica azione che introduce nuovo denaro è la vendita di container sull’isola (accettando l’offerta più alta); per cui, soprattutto nelle fasi iniziali, vanno valutate attentamente tutte le azioni che diminuiscono il nostro potere di acquisto, ovvero, in questo gioco non conviene a priori lanciarsi in una gara al miglioramento, dato che si rischia di avvantaggiare soprattutto chi conserva il potere di acquisto. E questo ha un certo peso anche perché i prezzi di vendita non sono fissati, ma lasciati alla discrezione dei venditori, per cui tenere prezzi alti (per cercare di recuperare gli investimenti fatti) non porta ad alcun vantaggio se le stesse merci sono offerte dagli altri giocatori a prezzi più bassi.
L’anno scorso è uscita un’espansione (ad opera di Kevin Nesbitt) che ha aggiunto a questo gioco alcuni interessanti elementi:
– container di un sesto tipo (di color oro, ovvero beni di lusso),
– possibilità di offrire prestiti agli altri giocatori (e incassare gli interessi),
– possibilità di costruire più industri dello stesso color (limitando il numero complessivo),
– introduzione di limitazioni nei prezzi che si possono scegliere (in base alle industrie e ai magazzini posseduti) per simulare un’economia di scala.
In conclusione Container è un prodotto sicuramente notevole: all’apparenza è uno dei tanti giochi di produzione e compra-vendita di risorse, ma le sue meccaniche (originali e non banali) simulano la realtà in modo molto accurato senza però averne la stessa complessità. Se state cercando gioco su questo argomento, e siete disposti ad accettarne la veste grafica (l’atmosfera è quella di uno scalo merci portuale, sicuramente non il massimo), Container deve essere senza dubbio la vostra prima scelta.

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