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Cartagena

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Cartagena
gioco per 2-5 persone
Autore: Leo Colovini
Editore:
Venice Connection

Questo gioco è ambientato ai tempi dei pirati, e, secondo la storia narrata sulle istruzioni, simula la fuga che nel 1672 un gruppo di pirati intraprese per fuggire dalle prigioni della città spagnola di Cartagena. In realtà l’ambientazione è (come spesso capita) solo un pretesto, ma si tratta di un ottimo gioco astratto che, con regole semplici, riesce a creare un ottimo mix di strategia e deduzione.
Il percorso sul quale si svolge la fuga è un lungo corridoio in cui si alternano 6 diversi simboli (in stile piratesco: bottiglie, teschi, pistole, etc…), le tessere sono mobili, per cui in ogni partita la successione dei simboli è differente. Ogni giocatore ha 6 pirati, che partono da un’estremità del percorso, e devono tutti raggiungere l’altra estremità, nella quale si trova una scialuppa.
Al proprio turno, ogni giocatore ha tre azioni, e per ogni azione vi sono due possibilità:
1) giocare una carta, che permette di far avanzare un pirata fino al successivo simbolo non occupato (uguale a quello indicato sulla carta). Se lungo il corridoio non ci sono più simboli liberi di quel tipo, allora il pirata esce e viene posizionato sulla scialuppa;
2) far indietreggiare un pirata alla prima posizione in cui si trovano uno o due pirati (propri o avversari non fa differenza), questa azione permette di pescare dal mazzo una o due carte (a seconda del numero di pirati presenti nella casella in cui si arriva). Se in una casella ci sono già tre pirati non è possibile fermarsi ma si deve indietreggiare fino al gruppo di pedine successivo. Questa azione è l’unico metodo che i giocatori hanno a disposizione per poter pescare delle carte.
Il primo giocatore che riesce a portare nella scialuppa il sesto pirata vince. Tutto qui, le regole sono estremamente semplici e si spiegano in cinque minuti, ma come i classici, capire le regole e vincere sono due cose molto diverse.
Risulta infatti semplice predisporre un percorso e far avanzare i propri pirati, ma bisogna stare attenti a non favorire troppo gli altri giocatori che potrebbero sfruttare la strada pronta e scavalcarci nella fuga; quindi è preferibile utilizzare la terza mossa a disposizione per chiudere la strada al giocatore seguente. E ricordatevi che, se rimanete senza carte nel momento cruciale, tornare indietro significa esporsi al rischio di attardarsi nel tunnel, condizione che rende la vittoria estremamente difficile.
Elemento molto positivo di questo gioco è il fatto che può essere giocato a carte coperte (variante Jamaica) e a carte scoperte (variante Tortuga), questo modifica in modo radicale il meccanismo: veloce e dipendente dalla fortuna nel primo metodo, molto strategico nel secondo (qui vengono scoperte anche le prime carte del mazzo, in modo da poter sapere quali saranno le carte che verranno pescate nel caso si voglia far indietreggiare le proprie pedine). Questo fatto significa che questo gioco può soddisfare due categorie di persone molto diverse: chi vuole giocare una partita rapida ad un gioco simpatico (in cui è essenziale mettere i bastoni tra le ruote agli avversari), e chi si esalta nei giochi che premiano chi riesce meglio degli altri a tracciare una strategia vincente analizzando tutte le mosse a disposizione (il paragone con gli scacchi non deve sembrare troppo azzardato).
E come ulteriore pregio, questo gioco è tutto in italiano e realizzato da un italiano: Leo Colovini, forse il decano degli inventori nostrani che si è distinto per l’originalità e la semplicità delle sue idee. Tanto di cappello, Leo, e ci vediamo alla prossima recensione di un tuo prodotto: Clans.

Andrea Nini

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