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Bellissimo!

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Bellissimo!

In quest’estate caldissima rinchiudersi in un cinema per ben sei ore sembra una scusa per approfittare dell’aria condizionata della sala cinematografica.
Ed invece no, nelle 6 ore offerteci da "La meglio Gioventù " di Marco Tullio Giordana ci immergiamo negli ultimi 40 anni di storia italiana seguendo l’evoluzione dei vari membri di una stessa famiglia dalle personalità e dalle aspirazioni molto diverse.
Il film nasce come telefilm ma viene in qualche modo "bocciato" in Tv e dunque proposto in versione cinematografica (con due puntate di 3 ore ognuna).

Con questo film si ritrova l’importanza del racconto, di una storia ben strutturata che si sviluppa non solo attraverso i personaggi ma anche attraverso il contesto storico.

Il regista riesce in queste 6 piacevoli ore a suscitare emozioni, sensibilità, ci si affeziona facilmente ai personaggi e ci si riconosce in certi momenti storici che abbiamo vissuto o che ci sono stati raccontati.

Il pericolo poteva essere quello della pesantezza o dello stereotipo ma il susseguirsi di episodi, di incidenti e di risvolti ci coinvolge, al punto che alla fine della prima parte si aspetta incuriositi ed anche un po’ frustrati il resto del racconto.

I personaggi fanno vivere l’Italia attraverso le loro personalità e la loro storia personale: i due fratelli Matteo e Nicola, il primo dal carattere chiuso e seducente diventerà poliziotto e proverà a distaccarsi dagli altri, il secondo più aperto dopo un passato da hippie diventerà psichiatra e resterà sempre un punto di riferimento per gli altri membri del "clan".
Poi ci sono gli altri personaggi, le sorelle, i genitori, gli amici, ognuno con una personalità distinta, forte, emozionante.
In modo particolare, spicca Giorgia, una ragazza autistica, "liberata" dall’ospedale psichiatrico da Matteo e Nicola, giovani ragazzi idealisti e che poi Nicola ritroverà tra i suoi pazienti.
Tutti questi personaggi sono forti e avvincenti grazie all’immensa bravura di tutti gli attori, praticamente tutti sconosciuti, che riescono a comunicare sensazioni, emozioni, riflessioni… si instaura un rapporto di amicizia con lo spettatore, ognuno ricorda un amico lontano, un parente vicino, uno sconosciuto incontrato per caso.

Per finire volevo giusto dare una mia preferenza personale sulla prima parte che si sofferma di più sul contesto storico facendo evolvere la storia in riferimento alla realtà politica, economica e sociale del momento. La seconda parte è invece più centrata sui personaggi, lasciando un momento da parte eventi importanti quali "Mani pulite", il G8 di Genova, per citarne alcuni, coerenti con il racconto e che avrebbero potuto, secondo me rendere la storia un tantino più completa.

In ogni modo è un film da vedere e anche da rivedere perché è piacevole immergersi in un mondo ricco di emozioni e di sensibilità che ci aiuta a dare valore al nostro quotidiano.

Isabelle Martinelli

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