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Birra, prigione e computer II

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Birra, prigione e computer

Allora… eravamo arrivati al momento in cui Marco, dopo aver visto uno spogliarello in un localaccio di Parigi, aveva una voglia matta di… oh, scusate, questo è il continuo di Play KULT; ho sbagliato articolo.
Dovevamo invece vedere come i nostri eroi, i KULT Boys (Antonello escluso), riuscirono a salvare Marco dalla galera…

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– Il problema – disse Gianluca sorseggiando rumorosamente un bicchierone di Coca – è che non sappiamo esattamente con quali prove
Marco è stato incastrato. –
Gli altri lo stavano fissando attentamente, leggermente indispettiti dal rumoroso vocìo nella lite fra un cameriere ed il gestore del locale in cui erano riuniti.
– E’ sbagliato usare il termine “incastrare” – disse Thomas che, studiando matematica, era abituato a ragionare sui paradossi. – Non abbiamo nemmeno le prove che Marco sia innocente e quindi, matematicamente parlando, non è corretto partire nè col presupposto che Marco sia innocente, nè che Marco sia colpevole. E’ un po’ come il paradosso del mentitore, in base al quale Godel affermò che… – e cominciò ad enunciare i vari teoremi con le rispettive dimostrazioni del matematico austriaco.
I successivi quindici minuti furono veramente pesanti da sopportare: ai complicatissimi teoremi di logica, si aggiungeva anche il fastidioso odore di sigaro toscano che un tizio seduto in un tavolo vicino stava fumanto, nonchè un certo imbarazzo nell’assistere in una birreria ad una lezione di matematica. Ma tutti sopportarono pazientemente questi minuti, sapendo della grave crisi di nervi che, a causa di un eccessivo studio della matematica, aveva condotto Thomas quasi alla pazzia.
Quando ebbe terminato, Fabrizio continuò: – Vorrei tornare al discorso di prima: dato che non sappiamo con quali prove Marco è stato arrestato, piuttosto che cercare di dimostrarne l’innocenza, sarebbe più edificante scoprire chi realmente è il Migliore. –
– Si, giochiamo a fare gli investigatori! – soggiunse Thomas.
– No – corresse Federico – giochiamo a dare una mano alla giustizia e ad un nostro amico. Lo so, se Marco verrà liberato, ci toccherà sentire di nuovo quella musicaccia, che lui ascolta continuamente e che oltretutto crede bella, ma cosa vuoi mai: è lo scotto da pagare perchè KULT non vada a rotoli. –
– E come pensi che dovermmo muoverci? – chiese Thomas con tono scettico.
– Beh – rispose Fabrizio – innanzitutto il Migliore, il vero Migliore, non agisce di sicuro da solo, ma si appoggerà a qualche complice; suoi complici potrebbero non essere semplicemente persone, ma anche piccole ditte o enti che, come copertura, svolgono una normale attività commerciale ma che, in fondo in fondo, non fanno altro che da spalla al nostro uomo; non parliamo poi di tutti gli agganci che avrà all’interno della sede del partito…
– Adesso ho capito come fanno quelli dell’ Asyncronicus a sopravvivere!!! – lo interruppe Gianluca.
– Spiegati meglio – chiese Federico.
– Si. Mi sono sempre chiesto – rispose Gianluca – come facesse quella piccola ditta a non fallire; i tre soci che vi lavorano non fanno altro che comprare nuove attrezzature e contrarre debiti che riescono sempre a pagare. Come è possibile che loro abbiano la possibilità di fare tanti investimenti?
– Beh, dipende. – replicò Federico – Se la loro attività è molto redditizia, è possibile che abbiano veramente tutti i soldi per fare quegli investimenti. –
Gianluca sorrise. – Impossibile, loro vendono molta aria fritta. Loro sono un Internet Provider ma hanno pochissimi clienti. Tutte le volte che mi sono collegato al loro nodo ed ho guardato la lista degli utenti connessi, non ne ho mai visti più di sei o sette contemporaneamente. Considera che da “Jonny Provider” ci sono sempre una sessantina di utenti contemporaneamente collegati. –
– Aspetta un’attimo, – lo interruppe Thomas – hai detto che sono un
Internet Provider? Adesso ci vedo chiaro. E’risaputo che uno degli elementi fondamentali per una qualsiasi attività, è la possibilità di avere un numero più alto possibile di informazioni; mi hanno sempre detto “vince chi ha più informazioni” ma io preferisco dire “vince chi ha più informatori”. Comunque il concetto è simile: internet può essere visto in due modi; come serbatoio di informazioni e come via di comunicazione. Per il Migliore entrambe le cose sono fondamentali. Da una parte potrebbe usare internet per contattare i fornitori di armi o di droga oppure per fare piccole truffe ai danni di banche o piccole società, ma per questo ha bisogno di buoni tecnici, o meglio di buoni hackers. –
– E infatti i tre soci dell’Asyncronicus lo sono – confermò Gianluca.
– Dall’altro lato – continuò Thomas – il Migliore potrebbe usare
Internet per scovare informazioni necessarie alla sua attività illecita e quindi avrà sicuramente bisogno di gente pratica di
Internet, in modo che lui chieda un informazione su un argomento e i suoi “servetti” gliela cerchino. Tutto sommato cercare un informazione su internet può essere visto come cercare l’integrale particolare all’interno dell’integrale generalizzato di un equazione differenziale…
E così continuò per altri dieci minuti.
Finalmente Fabrizio ebbe il coraggio di interromperlo: –
Effettivamente è vero: l’Asyncronicus potrebbe davvero essere un buon punto di partenza per indagare. Inoltre, come abbiamo detto fino adesso, Internet è sicuramente una ottima fonte di informazioni per cui anche noi dovremmo metterci a cercare, sperando di trovare tracce del Migliore. –
Thomas aggiunse: – Giusto! Noi dobbiamo basarci sui piccoli errori che sicuramente sono stati commessi dal Migliore e cercare di sfruttarli per ricavare informazioni su di lui. –
– Hai ragione, – riflettè Gianluca – ma le informazioni più importanti riguardo all’Asyncronicus come i loro movimenti bancari o le loro comunicazioni telefoniche, sono criptati. Li posso scaricare via modem, ma sono assolutamente incomprensibili. Senti un po’, Thomas: non è che fra i tuoi studi di matematica hai per caso imparato una qualche tecnica per forzare i messaggi crittografati? D’altronde, non
è forse stato un matematico che è riuscito a decodificare il sistema di crittografia tedesco durante la seconda guerra mondiale?!?! –
– Si – rispose Thomas – è stato …
– No, fermati, non mi interessa. – lo bloccò Gianluca, prima che ricominciasse con una delle sue solfe.
– Personalmente, – continuò – seguirei un approccio diverso. Perchè non proviamo a penetrare nel sistema dell’Asyncronicus? –
– E come? –
– Domani notte vieni a casa mia che proviamo! –
– Perchè proprio domani notte? –
– Perchè di notte quelli dell’Asyncronicus dormono e non possono notarci se ci aggiriamo nel loro server. Invece di giorno, mentre sono in ufficio, possono tranquillamente monitorare gli utenti connessi. –
– E’vero! –
– E poi di notte la bolletta costa meno, dopo che questo decreto ministeriale ha stabilito la durata media di uno scatto in 20 secondi.

Vista la tarda ora che ormai era sopraggiunta, e visto il punto a cui erano arrivati, i KULT Boys decisero di aggiornate la riunione al momento in cui sarebbe emersa una qualche novità.

La notte successiva fu per Gianluca, Fabrizio e Thomas la classica notte insonne del programmatore.
Ma ecco come agirono. All’1.30 si collegarono e cominciarono a cercare quasi alla cieca all’interno del server dell’Asyncronicus. Fabrizio sperava che il Migliore avesse compiuto il grave errore di avere un accesso Internet personale collegato all’Asyncronicus. Se fosse stato così, sarebbe stato sufficiente scandire l’elenco degli utenti di quel nodo e fare indagini sul loro conto. Ovviamente, questa non era che un’eventualità ed inoltre non sapevano nemmeno con sicurezza se il
Migliore centrava davvero con l’Asyncronicus.
Nel frattempo Thomas stava lavorando ad un cavallo di troia per cercare di scoprire la parola chiave degli amministratori di sistema.
Fabrizio e Gianluca, non avendo trovato niente, decisero di aspettare l’entrata in funzione del cavallo di troia, che fu installato la sera stessa. Tutto andò per il meglio ed il giorno successivo riuscirono ad individuare la password di due dei tre amministratori di sistema. La notte seguente tornarono a collegarsi all’Asyncronicus, questa volta però dal computer dell’università, per modo che non potessero venire identificati dalle eventuali tracce lasciate. Una volta collegatisi con la password appena trovata, scaricarono l’elenco degli utenti abbonati al nodo. Il giorno dopo si recarono all’anagrafe e cercarono se qualcuno fra i nomi degli utenti era falso e infatti scoprirono che tre persone abbonate al nodo erano anagraficamente inesistenti. Questa sarebbe già stata una prova sufficiente per far riaprire il caso, ma come potevano spiegare alla polizia il modo in cui si erano procurate quelle informazioni? L’unica loro possibilità era quella di agire attraverso Antonello ma questi non ne voleva proprio sapere di riprendere le indagini per trovare il vero Migliore e scarcerare
Marco; secondo lui la situazione attuale era perfetta, soprattutto perchè non doveva sorbirsi le sgridate di Marco quando gli consegnava in ritardo gli articoli; e poi non capiva perchè invece del solito programma di videoscrittura, così comodo e versatile, gli toccava usare quel bruttissimo editor che Marco gli aveva dato.
Fu allora che Federico ebbe un’idea lampante. Appena gli fu possibile, andò a trovare Marco in prigione, non per portargli la lima, ma per fargli firmare una dichiarazione secondo la quale si impegnava a non tormantare più Antonello e a lasciargli tutto il tempo che desiderava per la consegna degli articoli. Sulle prime Marco pensò che era meglio restare in galera, ma riflettendo meglio pensò alla sua ragazza per cui decise di firmare la dichiarazione. Antonello, accettato il compromesso, riprese in mano il caso e, con la stessa facilità con cui insabbiò la prima volta le indagini facendo incarcerare Marco, riuscì a convincere chi di dovere a riprendere il caso.
Il continuo è ora scontato: grazie alle intuizioni di Antonello ed alle capacità tecniche degli altri KULT Boys fu presto trovata la vera identità del Migliore e di conseguenza Marco fu scarcerato.

Quando Marco tornò a casa, dopo i saluti e i ringraziamenti, disse:
– Sono state veramente dure queste settimane in carcere: non ho potuto bere nemmeno una Ceres! Questa sera voglio proprio recuperare i litri perduti! –

La mattina dopo, tutti acquistarono i giornali per leggere gli articoli riguardo alla vera identità del Migliore, finalmente svelata.
Anche Thomas aveva comprato il giornale ma, non interessato a leggere fatti che già conosceva, andò alla fine delle pagine della cronaca.
Stava per voltare l’ultima pagi… “ma cosa ci fa ancora la foto di
Marco?” Subito pensò che fosse stata pubblicata in merito alla sua recente scarcerazione, ma era meglio controllare. Cominciò a leggere l’articolo:

Rissa in una birreria:

ucciso un uomo.

Ieri sera, nella birreria La Balconata, a seguito di una rissa scoppiata nel locale, ha perso la vita un giovane ragazzo, Luigi
Carmiglione di 21 anni. L’omicida, in forte stato di ubriachezza, è stato subito fermato dalla polizia; si chiama Marco Giorgini ed ha 27 anni…

Thomas Serafini

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