KULT Underground

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Khet

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gioco per due persone
Autori: Del Segura, Luke Hooper & Michael Larson
Editore: Innovention Toys (www.khet.com)
 
I giochi astratti passano generalmente inosservati se paragonati all’aspetto grafico e alla varietà dei componenti che possiedono i giochi da tavolo. Solo un occhio attento può cogliere la lineare bellezza di giochi come Zertz o Pylos; ma c’è un gioco che non può non essere notato, sia per le sue dimensioni, che per l’aspetto, che per la presenza tra i suoi componenti di due laser. Laser uguali a quelli utilizzati nelle presentazioni per evidenziare i dettagli, qui parti integranti del meccanismo, che consiste nel deviarli utilizzando degli specchi (ovvero i pezzi) per arrivare a colpire il Faraone avversario. Ho detto Faraone non a caso, dato che l’ambientazione di questo gioco (per quanto superflua, dato che si tratta di un astratto) è l’antico Egitto.
Khet è nato da un progetto (chiamato inizialmente Deflexion) realizzato dal professor Michael Larson e dagli studenti Del Segura e Luke Hooper in una classe dell’Università del Colorado, è diventato successivamente un prodotto commerciale e ha ricevuto vari riconoscimenti (tra cui anche un Mensa Select Award).
Khet è un gioco un po’ particolare, e si distingue dagli altri a partire dalla confezione: dato che la plancia non può essere piegata la scatola è molto grande, tanto quanto la plancia stessa. Aprendo la scatola si trova un supporto di polistirolo che serve per tenere al loro posto i pezzi: personalmente avrei preferito un metodo diverso, ma d’altra parte così si ha subito la plancia pronta per una partita nella configurazione base (basta rimettere al loro posto i pezzi che si sono leggermente spostati). Oltre alla plancia troviamo due set di pezzi (nei colori rosso e argento), quattro pile mini stilo (AAA) e le istruzioni (molto semplici, sono due fogli a4).
La plancia è una scacchiera rettangolare di dieci per otto caselle, con un bordo rialzato (e decorato con geroglifici) nel quale sono inseriti i due laser (sul fondo ci sono i vani per le pile). I pezzi sono di quattro tipi (tutti occupano una casella della scacchiera) e ogni set comprende:
– sette Piramidi: hanno uno specchio disposto sulla diagonale, in questo modo il laser se colpisce il pezzo su due lati viene riflesso, mentre sugli altri due lati il pezzo è vulnerabile.
– due Djed: hanno due specchi disposti sulla diagonale, il laser viene sempre riflesso, indipendentemente dal lato colpito, rendendo il pezzo invulnerabile.
– quattro Obelischi: il pezzo non ha specchi e quindi viene eliminato quando colpito, due pezzi dello stesso colore possono essere sovrapposti (per dare più protezione su un’unica casella).
– un Faraone: il pezzo non ha specchi e determina la sconfitta quando viene colpito, è l’equivalente del Re negli scacchi.
Le regole sono molto semplici: innanzitutto va scelta una delle posizioni di partenza tra quelle elencate nelle regole (oppure deciderne una casuale). Inizia il giocatore che muove i pezzi argento, spostando uno dei propri pezzi in una delle otto caselle vicine (sono valide anche le diagonali), non si può entrare in una casella occupata da un altro pezzo o in una casella colorata con il colore dell’avversario. Fatta la propria mossa va premuto il pulsante del proprio laser e se il raggio colpisce un pezzo (su un lato senza specchio) allora il pezzo va eliminato dal gioco. Si continua così alternando le mosse dei giocatori fino a che non viene colpito uno dei faraoni, decretando la sconfitta del giocatore colpito. È possibile che il laser di un giocatore colpisca uno dei propri pezzi, il pezzo verrà normalmente eliminato; mentre se il raggio termina contro il bordo non c’è alcun effetto (neanche nel laser dell’avversario).
Il Djed possiede un movimento speciale, nella propria mossa può scambiare la propria posizione con un altro pezzo che si trovi in una casella adiacente, indipendentemente dal colore, ma solo con obelischi (uno o due) e piramidi. Questo serve per evitare che il gioco vada in stallo se un giocatore posiziona i propri pezzi attorno al faraone creando una fila di piramidi che riflette il laser da tutte le possibili direzioni di attacco.
Khet può essere giocato in vari modi: difensivamente, cercando innanzitutto di preparare una difesa per il proprio faraone, per poi portare vari attacchi ai pezzi avversari e arrivare fino al faraone; oppure preparare un attacco che non possa essere parato (uno scacco matto) muovendo i pezzi senza far capire all’avversario qual è la minaccia precisa. A differenza degli scacchi non si raggiungono configurazioni molto complesse, dato che la cattura di un pezzo avversario può arrivare soltanto dal raggio laser: in pratica abbiamo a disposizione pezzi che si muovono come re e catturano come torri, ma con le limitazioni date dal fatto che la cattura può avvenire solo se si riesce a convogliare il laser sull’avversario.
Di questo gioco è già uscita sul mercato la prima espansione, ed altre due sono già in cantiere. La prima espansione contiene due nuovi pezzi (uno per giocatore): l’Occhio di Horus, ovvero un Djed che ha uno specchio semitrasparente che divide in due il laser quando viene colpito, un raggio prosegue attraverso lo specchio in linea retta, mentre l’altro raggio viene riflesso a novanta gradi. Le implicazioni strategiche sono molteplici dato che in questo modo il raggio può minacciare e colpire contemporaneamente più pezzi. È stato introdotto anche il concetto di partita patta, che si verifica se vengono colpiti contemporaneamente i due Faraoni. In ogni caso due Obelischi sovrapposti perdono solo un pezzo, indipendentemente dal numero di laser che colpiscono la casella. L’Occhio di Horus possiede lo stesso movimento special del Djed (sempre applicabile solo a obelischi e piramidi).
La seconda espansione è un piano rialzato che viene appoggiato sulla scacchiera (che può essere mosso come se fosse un pezzo), la colonna di supporto contiene quattro specchi che deviano il laser verso il piano superiore (come in un periscopio). I pezzi potranno muoversi con una mossa dalla plancia al piano o dal piano alla plancia (nella casella immediatamente soprastante o sottostante); dovrebbe uscire in questi giorni e si chiamerà “Khet 3D: Tower of Kadesh”.
Della terza espansione attualmente vi sono solo delle voci, e consiste di un nuovo pezzo: la Sfinge, che ha un laser incorporato che può essere utilizzato alla fine della propria mossa in alternativa al laser fisso.
Il gioco è presente sul mercato italiano grazie all’iniziativa del distributore, che è spesso presente alle convention di giocatori; e nelle quali potrete provarlo se non vi siete convinti al solo leggere questa recensione (devo premettere che il prezzo non è proprio basso, ma è comprensibile, data la componentistica presente). Vi devo anche avvertire che i raggi dei due laser non sono visibili: contrariamente a quanto si vede nei film di fantascienza, la luce di un laser è coerente, e segue un percorso rigorosamente in linea retta, quindi invisibile al di fuori della linea stessa. Solo quando un laser colpisce un pezzo questo si illumina (oltre ad essere visibile alla partenza o sul bordo, sotto forma di un puntino rosso). Se proprio volete vedere il raggio, o cercate di giocare in un luogo polveroso, oppure con una macchina per il fumo sottomano.

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