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Rossovermiglio – Benedetta Cibrario

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Feltrinelli Editore
 
Siamo nella Torino del 1928 in una famiglia aristocratica dove due ragazzi, la protagonista ed il fratello Emilio, morto in guerra, vengono cresciti nel rispetto dell’esteriorità, della forma. La donna è costretta dal padre a scegliere, come marito, fra cinque persone. Non osa ribellarsi, sarebbe scandaloso e la sua “forzata scelta”  ricade sul giovane  Francesco Villaforesta. Il matrimonio naufraga presto,  fra i due il silenzio regna sovrano, l’uomo ha un’amante alla quale regala i vestiti  della consorte. Derisa, umiliata, la protagonista decide di lasciarlo e si trasferisce in una proprietà di famiglia, nel Chianti dove, aiutata dal fedele Dino, dà vita ad un’azienda agricola che si impone a livello mondiale, azienda che produce, fra l’altro, il  famoso vino Rossovermiglio “com’é il colore della luna certe sere d’estate”. Nella vicenda che attraversa un secolo di storia, il novecento, la guerra, il referendum repubblica –monarchia, fa la sua apparizione l’enigmatico Trott, della quale la donna si innamora, che le insegna a produrre il vino. Una persona strana, che appare per fare l’amore con lei, fino a  scomparire definitivamente senza , apparentemente, un perché. Diversi altri personaggi, come l’avvocato Ricorsi, che avrà un ruolo importante nel contesto narrativo, sono presenti perché la scrittrice dà vita ad un romanzo corale, di stampo ottocentesco, dove sono numerosi i personaggi tratteggiati anche se è la donna la protagonista indiscussa di questa storia, una donna che prende coscienza. Esordio narrativo molto felice per la Cibrario che coniuga felicemente presente e passato, interseca magistralmente vicende collettive e private, dimostra quanto è labile il confine fra  verità e menzogna ( in questo ci ricorda molto Elsa Morante), offrendoci un finale tragico, pessimista, una sconfitta totale della protagonista . I dialoghi presenti nel romanzo sono interessanti, i personaggi felicemente caratterizzati, ma la principale caratteristica del romanzo, oltre una trama felicemente imbastita,  è la scrittura che non stenta mai il passo narrativo, che affascina il lettore.

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