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Mussolini racconta Mussolini – Mimmo Franzinelli

4 min read

Laterza Editori

Storia autobiografia

Pagg. 336

ISBN 9788858150733

Prezzo Euro 20,00

Chi era Benito Mussolini

Mimmo Franzinelli ha curato questa specie di antologia, scegliendo con cura le lettere, i discorsi pubblici, le trascrizioni delle telefonate, i diari, insomma tutto ciò che Mussolini ha espresso nella sua vita; opportunamente, poi, c’è un’introduzione dello stesso storico, che tende a spiegare la correlazione che esiste fra i fatti storici e quanto riportato con le parole del duce, a cominciare dai diari che cominciò a scrivere addirittura nel 1911. Devo dire che mi ha colpito l’italiano di buona levatura, ben curato anche, circostanza che tuttavia era da aspettarsi, attesa l’importanza che il duce dava alla parola, tanto che si può dire che il suo ventennio vide tante parole, ma pochi fatti. Inoltre, il libro, riporta una chicca e precisamente il risultato dei dialoghi fra Mussolini e il giornalista tedesco Emil Ludwig, che volle descrivere la vita di un dittatore in pubblico e in privato. Per quanto poi concerne la perdita di potere intervenuta con la famosa riunione del Gran Consiglio del Fascismo del 25 luglio 1943 vengono riportate le frequenti lettere indirizzate all’amante Claretta Petacci e in ordine alla prigionia che subì nell’agosto dello stesso anno ci sono le sue riflessioni. Per finire viene pubblicato il famoso discorso, l’ultimo, pronunciato al Teatro Lirico di Milano il 16 dicembre 1944.

Dal tutto ne scaturisce una particolare autobiografia che potrebbe anche costituire la testimonianza storica più veritiera di un ventennio, ma non è così, perché l’uomo Mussolini è fondamentalmente un bugiardo che tende a nascondere i propri errori o attribuirli ad altri, e a ingigantire i propri meriti, inventandosi risultati mai raggiunti, cioè una vera e continua falsificazione della realtà. Forse il Mussolini più sincero è quello della Repubblica Sociale Italiana, pur considerando la strenua difesa del suo operato e le giustificazioni, sovente campate in aria, delle sue decisioni precedenti.

Per spiegare meglio chi fosse Mussolini mi permetto di riportate alcuni estratti del volume partendo da come ebbe a descrivere con Emil Ludwig i rapporti di un dittatore con il suo popolo.

“Un dittatore può essere amato. Quando la massa nello stesso tempo lo teme. La massa ama gli uomini forti. La massa è donna. Non esiste alcuna influenza di donne sugli uomini forti. La massa per me non è altro che un gregge di pecore finché non è organizzata. Non le sono affatto ostile. Soltanto nego che possa governarsi da sola. Ma se la si conduce, bisogna reggerla con due redini: entusiasmo e interesse. Chi si serve solo di uno dei due corre pericolo. Il lato mistico e il politico si condizionano l’un l’altro. L’uno senza l’altro è arido, questo senza quello si disperde nel vento delle bandiere.”

Tuttavia, il Mussolini più veritiero è quello della sconfitta definitiva, cioè di quando comprende che per lui è finita e c’è una sorta di rassegnazione, quasi che con le sue parole intendesse chiedere compassione, come in una lettera dell’aprile del 1945 “ Io oramai considero la mia vita finita e il mio ciclo chiuso. Non ho più né speranze né illusioni, e le parole – faticose- non consolano. Tutto è finito per me, così come per tutti quelli che donano senza raccogliere nulla.” Tranne l’ultimo periodo, che costituisce un’estrema e inutile difesa, c’è tutta l’amara considerazione di una sconfitta definitiva e senza speranza.

Con questa lettura ho potuto rafforzare la mio opinione su Benito Mussolini, un uomo che in altre circostanze non sarebbe stato diverso, ma che di sicuro non avrebbe potuto portare un paese alla rovina, proprio perché sotto l’aspetto psicologico alternava momenti di euforia ad altri di depressione, alla violenza delle parole e dei toni seguivano minuti di silenzio in cui mostrava con la mimica facciale un vivo compiacimento, insomma era affetto da una malattia ciclotimica, rientrante fra i disturbi bipolari, non disgiunta dal suo desiderio sessuale che non è un’esagerazione definire sfrenato. Si può quindi ben comprendere come un simile individuo fosse inadatto a intraprendere qualsiasi impresa e a maggior ragione a governare un paese.

A Mimmo Franzinelli non si può che dire bravo per la realizzazione di questo libro che mostra inequivocabilmente chi fosse Benito Mussolini.

Mimmo Franzinelli (Cedegolo, 1954) studioso del fascismo e dell’Italia repubblicana, componente del comitato scientifico dell’Istituto Nazionale per la Storia del Movimento di Liberazione “Ferruccio Pari”, è autore di numerosi libri, fra cui: per Bollati Boringhieri, I tentacoli dell’Ovra (1999, premio Viareggio 2000), Rock & servizi segreti (2010) e Autopsia di un falso. I Diari di Mussolini e la manipolazione della storia (2011); per Mondadori, L’amnistia Togliatti (2006), Il delitto Rosselli (2007), Beneduce. Il finanziere di Mussolini, con Marco Magnani (2009), Il Piano Solo (2010), Il prigioniero di Salò (2012), Tortura (2018); per Rizzoli, La sottile linea nera (2008). Con Feltrinelli ha pubblicato: La Provincia e l’Impero. Il giudizio americano sull’Italia di Berlusconi, con Alessandro Giacone (2011), Delatori. Spie e confidenti anonimi: l’arma segreta del regime fascista (UE 2012), Il Giro d’Italia. Dai pionieri agli anni d’oro (Feltrinelli, 2013), – per gli Annali della Fondazione Feltrinelli – Il riformismo alla prova. Il primo governo Moro nei documenti e nelle parole dei protagonisti (ottobre 1963-agosto 1964), con Alessandro Giacone (2013) e Fascismo anno zero (Mondadori 2019).

 

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