Spesso diffidiamo nel leggere i libri della persone che abbiamo incontrato prima di persona. Ma nel caso di quello della giornalista d’Imperia, Marzia Taruffi, abbiamo avuto vissuto l’esatto contrario.
Quando abbiamo scoperto infatti di questo nuovo titolo della giornalista che lavora a Sanremo, dove appunto l’avevamo incontrata l’anno scorso nelle vesti di segretario generale del Premio Letterario Internazionale “Casinò di Sanremo Antonio Semeria” – dove eravamo saliti sul podio della poesia; infine, maldestramente in questo caso, avevamo saputo anche che la Taruffi nel 2010 è stata insignita del cavalierato dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. Ed ecco, insomma, la bella scoperta a questo punto di “L’orologio di villa Sultana”, romanzo spassoso di Taruffi. “Una bara perfettamente conservata e vuota datata 1940. Un corpo mummificato che risale a decenni prima. Cosa li accomuna – è lanciato dallo stesso editore torinese Golem – e perché sono occultati nella grotta della ancora più misteriosa villa Sultana? Un caso complesso da dipanare che si snoda tra il 1910 e gli anni Ottanta. Il vicequestore Alfredo Cavallucci deve trovare la soluzione ma nel frattempo è impegnato a fermare il fiume di droga che inonda la Riviera e a individuare i narcotrafficanti che si fanno sempre più spietati”. Trama a parte, anzi innanzitutto dato il genere: vista la trama diremo, ecco che la scrittura di Marzia Taruffi si rivela essere in pratica della stessa materia che compone la sua autrice. Dinamica, fluttuante, scorrevole.
Dove l’attenzione al dettaglio esalta la natura del libro di genere, pure. Viene voglia, insomma, di leggere i precedenti libri suoi.
Nunzio Festa è nato a Matera, ha vissuto Pomarico e vive in Lunigiana.
Giornalista, poeta, scrittore.
Collabora con Liguria Today, L’Eco della Lunigiana, Città della Spezia, La Voce Apuana e d’altri spazi cartacei e telematici, tra i quali Books and other sorrows di Francesca Mazzucato, RadioA, RadioPoetanza e il Bollettino del Centro Lunigianese di Studi Danteschi; tra le altre cose, ha pubblicato articoli, poesie e racconti su diverse giornali, riviste e in varie antologie fra le quali:
Focus-In, Liberazione, Mondo Basilicata, Civiltà Appennino, Il Quotidiano del Sud, Il Resto.
Per i Quaderni del Bardo ha pubblicato “Matera dei margini. Capitale Europea della Cultura 2019” e “Lucania senza santi. Poesia e narrativa dalla Basilicata”, oltre agli e-book su Scotellaro, Infantino e Mazzarone e sulle origini lucane di Lucio Antonio Vivaldi; più la raccolta poetica “Spariamo ai mandanti”, contenenti note di lettura d’Alessandra Peluso, Giovanna Giolla e Daìta Martinez e la raccolta poetica “Anatomia dello strazzo. D’inciampi e altri sospiri”, prefazione di Francesco Forlani, postfazione di Gisella Blanco e nota di Chiara Evangelista.
Ha dato alle stampe per Historica Edizioni “Matera. Vite scavate nella roccia” e “Matera Capitale.
Vite scavate nella roccia”; come il saggio pubblicato prima per Malatempora e poi per Terra d’Ulivi “Basilicata. Lucania: terra dei boschi bruciati. Guida critica.”. Più i romanzi brevi, per esempio, “Farina di sole” (Senzapatria) e “Frutta, verdura e anime bollite” (Besa), con prefazione di Marino Magliani e “Il crepuscolo degli idioti (Besa).
Per le edizioni Il Foglio letterario, i racconti “Sempre dipingo e mi dipingo” e l’antologia poetica “Biamonti. La felicità dei margini. Dalla Lunigiana più grande del mondo”.
Per Arduino Sacco Editore “L’amore ai tempi dell’alta velocità”.
Per LietoColle, “Dieci brevissime apparizioni (brevi prose poetiche)”.
Tra le altre cose, la poesia per Altrimedia Edizioni del libro “Quello che non vedo” (con note critiche di Franco Arminio, Plinio Perilli, Francesco Forlani, Ivan Fedeli, Giuseppe Panella e Massimo Consoli) e il saggio breve “Dalla terra di Pomarico alla Rivoluzione. Vita di Niccola Fiorentino”.
Per Edizioni Efesto, “Chiarimenti della gioia”, libro di poesie con illustrazioni di Pietro Gurrado, note critiche di Gisella Blanco e Davide Pugnana.
Per WritersEditor, la biografia romanzata “Le strade della lingua. Vita e mente di Nunzio Gregorio Corso”.
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