Implicita missione – Claudia Piccinno
4 min readLa fotosintesi della memoria
Fara Editore
Poesia
Pagg. 80
ISBN 978-88-9293-027-8
Prezzo Euro 12,00
Virtuosismo con contenuti
Non si può certo dire che Claudia Piccinno non ritragga soddisfazioni dal suo “poetare”, perché, a parte i gradimenti espressi dai suoi molti lettori, le note critiche e le recensioni sempre gratificanti, ha anche riconoscimenti in concorsi di pregio, dove si misura con altri artisti di grande qualità, tenzoni involontarie, ma da cui esce quasi sempre bene, insomma al podio è certamente abituata. E’ accaduto così anche per il Narrapoetando 2023 che l’editore Fara propone da tempo ogni anno a verseggiatori e a prosatori. Implicita missione è la raccolta presentata in concorso e che ha ottenuto il prestigioso riconoscimento. Ho potuto leggere con calma, a tratti, ponderando se del caso di volta in volta le riflessioni che sorgono spontaneamente e ho rilevato innanzitutto che le quattro sezioni di cui si compone la silloge (Poesie varie, Haiku, Tautogrammi e Dediche) rappresentano la capacità dell’autrice di variare nel campo stesso di quest’arte antica e immortale (basti pensare al riguardo la presenza degli Haiku, di questa forma direi anche tecnica tipica del lontano Oriente, del Giappone, ma che ha preso piede un po’ ovunque; se non bastasse, il ricorso ai tautogrammi rispolvera una specie di gioco di origine medievale.). E’ una ecletticità che non sacrifica l’arte poetica per stupire, no, è funzionale alla stessa, e non si tratta nemmeno di accademismo, bensì di capacità, di virtuosismo, che restano qualitativamente quelli a cui ormai ci ha abituato, virtuosismo che porta Claudia Piccinno a giocare con le parole, ma senza sacrificare i contenuti.
Ciò premesso, mi sembra che in questa silloge la poetessa ci proponga la sua visione metafisica del mondo e dell’esistenza, partendo dal presupposto dell’astrazione dal presente che è l’unica soluzione per poter espandere la propria voce quale risultato di un procedimento di analisi interiore. E in questo lavorio emergono, filtrati, ma non appannati, i sentimenti come in Tra gli Ulivi (Tornano / quando si soffre / i volti di chi / abbiamo amato. / Vuoto il battito / muta la voce / ci si aggrappa / a un sentire lontano. /…). E fra questi volti non possono mancare quelli familiari, quelle persone che per noi hanno rappresentato un esempio e che ci hanno insegnato gli scopi dell’esistenza, come nel caso di A mio padre (Profumano delle tue arance / le mie mani. / E ti rivedo in sogno / nei momenti di pace / quando ti si allargava il cuore / in un sorriso. / Profumavano di terra le tue mani / Di tabacco e eau d’Hermes. / Contraddizioni e friselle / mandorle e fichi / dolcezza e stupore. / Grama fu la tua infanzia / ma nel bello trovavi conforto. / Profumano delle tue arance / le mie mani / / in quel profumo… rivedo te.). Questi, versi, palpitanti, capaci di trasmettere emozioni quasi con violenza presentano tanti aspetti positivi, come il ritmo, il preambolo di una storia di affetti e la chiusa che è fulminante, ma poi quasi olfattivo è anche un miscuglio di profumi, da quello delle arance, del tabacco e, penetrante, l’afrore della terra. Viene voglia di respirare a pieni polmoni, è una poesia che profuma e questo profumo si trasmette, come quello delle arance dalle mani del padre a quelle della figlia. Queste composizioni fanno parte delle poesie varie, la sezione più ampia, sulla quale ci sarebbe tanto ancora da dire, ma purtroppo il tempo e lo spazio sono pochi.
Per chi non conoscesse il tautogramma dico subito che non è un esercizio facile perché comporre versi le cui parole cominciano tutte con la stessa lettera e ovviamente dando un senso compiuto non è da tutti. Un esempio? Eccolo fra quelli “in b” (Biascicavi bavose balbuzie, / bellicosamente blateravi. / Beccheresti briciole di baci / ballando bruschi boleri / boicottando belle ballerine / borseggiatori e bombaroli./ …).
Salto gli Haiku che sono ampiamente gradevoli e passo alle dediche che chiudono la raccolta e sigillano così nel migliore dei modi un’opera di indubbio valore. Sono poche, mirate, e la mia preferita non è quella a un poeta famoso o comunque a personaggi del passato anche lontano, ma quella che riguarda una bimba al suo primo compleanno, con tutta una vita davanti e con gli auguri di chi è già nel corso della vita e che con ogni probabilità guarda a quella piccina con una inconscia punta d’invidia, perché adesso che sappiamo come è, che abbiamo le nostre esperienze, ci viene spontaneo pensare come sarebbe bello poter ricominciare.
Da leggere, senza dubbio.
Claudia Piccinno è docente, traduttrice, autrice di numerosi libri di poesia, di prefazioni e saggi critici. Direttrice per l’Europa del World Festival Poetry fino a settembre 2021, medaglia d’oro al Frate Ilaro 2017, vincitrice Ossi di Seppia 2020, ambasciatrice per l’Italia del World Institute for Peace e di Istanbul Sanat Art, Ape d’argento del Comune di Castel Maggiore per meriti culturali. Tra i vari premi internazionali, gli ultimi: Global Icon Award 2020 for Writers Capital International Foundation, The Light of Galata (Turchia 2021), Sahitto International Jury Award (Bangladesh 2021), Premio alla Cultura Città del Galateo (Roma 2021), Aco Karamanov (Macedonia 2021), Ajtan Zhiti (Kosovo 2021). È responsabile della rubrica Poesia per La Gazzetta di Istanbul e redattore per l’Europa della rivista turca Papirus (Artshop).
Collabora con vari blog, e-magazine e riviste cartacee, tra cui: Menabò, Verbumpress, CiaoMag, Our Poetry, Il Porticciolo, Farapoesia…