Newton Compton Editori
Narrativa
Pagg. 352
ISBN 9788822742667
Prezzo Euro 3,90
Romanzo del tutto mediocre
Per me non c’è di peggio di leggere un libro che ho comprato, nonostante la sensazione che non mi avrebbe soddisfatto, e verificare che avrei avuto ragione a non acquistarlo. Ma anche in questo caso il battage pubblicitario, il Premio Bancarella (mi chiedo come abbiano potuto attribuirglielo) mi hanno purtroppo influenzato e puntuale alla sauspicata soddisfazione è seguita la delusione e, diciamolo francamente, anche un po’ di rabbia, perché scrivere un romanzo senza capo né coda, ottenerne la pubblicazione e anche un premio importante mi lascia alquanto perplesso. Certo è stato, come si suol dire, pompato molto, qualcuno addirittura è arrivato a paragonarlo a Il nome della rosa, un accostamento francamente blasfemo. La vicenda, che si svolge nell’anno 1205, di per sé potrebbe essere essere anche interessante, se non fosse infarcita di pseudo rituali magici, esoterici, di diavolerie del tutto campate in aria, con le pagine che si susseguono aggiungendo mistero a mistero, con colpi di scena, alcuni prevedibili, altri del tutto illogici. La ricerca ossessiva intrapresa dal mercante di reliquie Ignazio da Toledo del libro rarissimo Uter Ventorum, bramato anche da una setta religiosa, passa attraverso mille peripezie, violenze, omicidi, personaggi che si credevano amici e invece sono nemici, con pagine che spesso e volentieri portano a un vero e proprio torpore, salvo risvegliare improvvisamente, ma per poco, perchè si ricade presto nella noia. Insomma, dopo aver letto un centinaio di pagine, mi era venuta l’ispirazione di gettarlo nel cestino della carta straccia e solo la decisione di arrivare fino in fondo per averne un giudizio compiuto mi ha indotto a proseguire la lettura, che non è stata assolutamente appagante. Infatti, gli intrecci, gli intrighi, i misteri incalzanti mi sono apparsi fini a se stessi, cioè non inseriti in una struttura equilibrata, in assenza della concreta capacità di rendere le atmosfere e di sondare intimamente i vari personaggi. Direi che lo stile si è perso per strada e con esso anche la mia speranza che, nonostante la buona volontà che ho profuso per leggerlo, il romanzo potesse decollare, che l’autore riuscisse a conferirgli un’aria di mistero per gli inganni e non per situazioni paradossali.
E’ a malincuore pertanto che archivio questo pseudo romanzo storico, più che mai convinto che non ne leggerò altri di Marcello Simoni.
Marcello Simoni, ex archeologo, laureato in Lettere, svolge il lavoro di bibliotecario. Ha pubblicato diversi saggi storici, ha partecipato all’antologia 365 racconti horror per un anno, a cura di Franco Forte (2011). Altri suoi racconti sono usciti per la rivista letteraria «Writers Magazine Italia». Con Il mercante di libri maledetti (Newton Compton 2011), il suo primo romanzo, ha vinto il Premio Bancarella. Nel 2012 sempre con Newton Compton ha pubblicato La biblioteca perduta dell’alchimista, nel 2013 Il labirinto ai confini del mondo e L’isola dei monaci senza nome. Del 2014 è L’abbazia dei cento peccati, e nello stesso anno il suo racconto “La prigione delle anime” appare nell’antologia Delitti di Capodanno, sempre per Newton Compton. Nel 2016 esce per Einaudi Il marchio dell’inquisitore, e nel 2018 Il monastero delle ombre perdute.
Tra le sue recenti pubblicazioni si ricordano: Il lupo nell’abbazia (Mondadori, 2019) e La selva degli impiccati (Einaudi, 2020).