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Nel mare ci sono i coccodrilli – Fabio Geda

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Storia vera di Enaiatollah Akbari

Baldi e Castoldi Editori

Narrativa

Pagg. 151

ISBN 9788893880107 

Prezzo Euro 12,00

L’odissea di Enaiatollah Akbari

In un’epoca come l’attuale, in cui i sentimenti sono rari e che è caratterizzata da un’ondata di odio che non mi risulta abbia precedenti, leggere questo libro di Fabio Geda è un vero e proprio sollievo per l’anima. Le vicende di questo bambino afgano, lasciato dalla madre in Pakistan per poter aver salva la vita e nella speranza di un’esistenza migliore, con le sue peripezie che lo portano dapprima in Iran, poi in Turchia, quindi in Grecia e infine in Italia, sono veramente coinvolgenti, perché Enaiatollah Akbari è la simpatia in persona. A ciò non poco contribuiscono gli insegnamenti della mamma, a cui lui si attiene scrupolosamente; si tratta in pratica di tre comandamenti: non usare le droghe,  non usare le armi e non rubare. Il suo è stato un lungo viaggio, durante il quale ha lavorato, e sodo per essere un bimbo, ricorrendo magari a qualche aiuto, ma non ha mai assolutamente rubato, pur se ne aveva l’occasione ed era in stato di necessità. Il racconto, perché si tratta di una storia vera, raccolto da Fabio Geda e strutturato di tanto in tanto da più che legittime domande, ma anche da ponderose riflessioni, può a volte far sorgere il dubbio che molte situazioni siano inventate, ma conoscendo la cattiveria di non pochi uomini credo che invece tutto risponda a realtà, magari un po’ amplificata, ma il bambino non sembra per niente uno spaccone e lo dimostra ampiamente quando arrivato in Italia e preso in affido da una famiglia torinese che gli vuole bene, nel corso del colloquio avanti la commissione a Roma per ottenere lo status di rifugiato politico e quindi il permesso di soggiorno, considerato che tutta la sua storia non sembrava sufficiente per soddisfare la sua richiesta, ha tirato fuori un giornale, un quotidiano di pochi giorni prima, che riportava un articolo intitolato Afghanistan, bimbo talebano sgozza una spia e si diceva appunto di un bambino ripreso dalle telecamere mentre tagliava la gola a un uomo. Lui, Enaiatollah si è limitato ad aggiungere che quel bambino avrebbe potuto essere lui, convincendo la commissione.

Il rischio che quest’opera potesse diventare zuccherosa, sia per il protagonista che per le vicende, è sempre stato accuratamente evitato, ma ciò non toglie che per completare il libro non ci si potesse esimere dal raccontare un ultimo fatto, che mi ha commosso profondamente: Enaiatollah, che intanto studiava ed era al terzo anno delle superiori, ha cercato di contattare la mamma e dopo non poco tempo, con l’aiuto di amici residenti in Afghanistan, è riuscito a telefonarle, e ha iniziato dicendo solamente “Mamma” e subito si sono accomunate le lacrime della madre e del figlio.

Nel mare ci sono i coccodrilli è un piccolo gioiello, uno di quei libri non destinato solo ai bambini, come in apparenza potrebbe sembrare, ma anche e soprattutto agli adulti, in particolare a quelli che, in preda a un odio cieco, compulsivo, vogliono negare ad altri esseri umani il diritto di vivere.  

Fabio Geda (1972, Torino), si è occupato per anni di disagio giovanile, esperienza che ha spesso riversato nei suoi libri. Ha scritto su «Linus» e su «La Stampa» circa i temi del crescere e dell’educare. Collabora stabilmente con la Scuola Holden, il Circolo dei Lettori di Torino e la Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura. Esordisce nel 2007 con Per il resto del viaggio ho sparato agli indiani; segue L’esatta sequenza dei gesti (2008) e Nel mare ci sono i coccodrilli (2010) che ha avuto uno straordinario successo sia in Italia che all’estero. Nel 2011 esce L’estate alla fine del secolo, mentre del 2014 è Se la vita che salvi è la tua (Einaudi). Nel 2015 esce il primo volume della serie per ragazzi Berlin (Mondadori) scritta insieme con Marco Magnone, del 2017 Animescalze (Einaudi). Nel 2019 pubblica per Einaudi Una domenica.

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