Martyr Lucifer – “Gazing at the Flocks”
Label: Seahorse Recordings / Audioglobe
Martyr Lucifer, un musicista e una band uniti in un progetto musicale che nasce nel 2011 con l’intento di esplorare sonorità a cavallo fra l’alternative rock, wave e goth ed altre contaminazioni.
L’avventura dark è cominciata con il debutto “Farewell to Graveland”, caratterizzato da un vigoroso suono gothic metal, la metamorfosi verso lidi più rock e wave è cominciata poco dopo con il successivo “Shards” (2013) e prosegue ora nel 2018 con “Gazing at the Flocks”.
L’album nasce come un viaggio alla ricerca di una realtà diversa di un mondo nascosto che però esiste. Seguendo il sentiero della criptozoologia incontriamo diverse creature che si scoprono avere i nostri stessi sentimenti, per quanto diverse siano e le loro voci si uniscono alle nostre in 11 racconti musicali. “Gazing at the Flocks” è l’album che raccoglie queste storie con sonorità fra gothic, alternative rock e darkwave.
Lungo il percorso della lavorazione di questo bestiario musicale si sono uniti al progetto viaggiatori di spicco provenienti da ogni dove, come l’ucraina Leìt, lo svedese Adrian Erlandsson (ex-Paradise Lost), l’ungherese Naagarum e gli italianissimi Alexios e Fox che hanno registrato con la preziosa assistenza di Simone Mularoni presso il Domination Studio di San Marino.
“Gazing at the Flocks” ha diverse anime e suggestioni come Tiamat, The Cult, Alice in Chains, Katatonia, Joy Division ed una versione più sgargiante di R.E.M. e The Cure filtrate attraverso la sensibilità personale della band.
L’avventura dark è cominciata con il debutto “Farewell to Graveland”, caratterizzato da un vigoroso suono gothic metal, la metamorfosi verso lidi più rock e wave è cominciata poco dopo con il successivo “Shards” (2013) e prosegue ora nel 2018 con “Gazing at the Flocks”.
L’album nasce come un viaggio alla ricerca di una realtà diversa di un mondo nascosto che però esiste. Seguendo il sentiero della criptozoologia incontriamo diverse creature che si scoprono avere i nostri stessi sentimenti, per quanto diverse siano e le loro voci si uniscono alle nostre in 11 racconti musicali. “Gazing at the Flocks” è l’album che raccoglie queste storie con sonorità fra gothic, alternative rock e darkwave.
Lungo il percorso della lavorazione di questo bestiario musicale si sono uniti al progetto viaggiatori di spicco provenienti da ogni dove, come l’ucraina Leìt, lo svedese Adrian Erlandsson (ex-Paradise Lost), l’ungherese Naagarum e gli italianissimi Alexios e Fox che hanno registrato con la preziosa assistenza di Simone Mularoni presso il Domination Studio di San Marino.
“Gazing at the Flocks” ha diverse anime e suggestioni come Tiamat, The Cult, Alice in Chains, Katatonia, Joy Division ed una versione più sgargiante di R.E.M. e The Cure filtrate attraverso la sensibilità personale della band.
Veins of Sand part 1 / Veins of Sand part 2/ Bloodwaters / Feeders, aka Heterotrophy – Saprotrophy / Leda and the Swan part 1 / Leda and the Swan part 2 / Wolf of the Gods / Somebody Super Like You / Benighted & Begotten / Spiderqueen / Flocks / Halkyònè’s Legacy, aka The Song of Empty Heavens
Martyr Lucifer – voce, synth
Leìt – basso, voce
Alexios – chitarra, voce
Fox – batteria
Leìt – basso, voce
Alexios – chitarra, voce
Fox – batteria
Simone Mularoni – sound engineer
Intervista
Davide
Ciao. “Martyr Lucifer”… Lucifero martire ovvero la storia dell’angelo di Semeyaza, il capo degli angeli caduti nel Libro dei Vigilanti di Enoch, o di Prometeo, o degli apkallu nella mitologia sumera e avanti… Cioè qualcosa che nei miti riguardi le punizioni toccate a “dei” ed “angeli” per aver dato agli uomini insegnamenti proibiti e agli uomini per averli ricevuti? O cosa?
Martyr Lucifer
Ciao Davide. Martyr Lucifer esprime un concetto. Lucifero visto come martire. La sua figura trae origine fin da prima del cristianesimo, nella mitologia pagana romana rappresentava colui che tutti conoscono come la divinità portatrice di luce, la stella del mattino. Poi la chiesa ne ha fatto un eccellente capro espiatorio per spaventare i propri adepti. Inoltre essendo una deità luminosa è stato detronizzato e denigrato, quindi – appunto – ecco il martire. Questo concetto porta a probabili evidenti considerazioni sul misticismo, sulla religiosità ed una crescente disinformazione piaga dei nostri tempi.
Davide
Cosa è successo nei cinque anni dal precedente “Shards”?
Martyr Lucifer
Il processo di scrittura del nuovo disco era già in corso, c’è voluto un po’ di tempo per completarlo perché allo stesso tempo io e Leìt stavamo elaborando il concept e dovevamo costruire una figura completa con i tasselli della musica che si intrecciassero perfettamente con quelli dei testi. Successivamente abbiamo cominciato a pensare seriamente ad una possibile attività live, cosa impossibile fino a Shards, per via della line-up di stampo internazionale. Abbiamo trovato in Alexios e Fox due esimi collaboratori ed è questa ora la line-up ufficiale e solida della Martyr Lucifer band.
Davide
Continuità ed evoluzioni rispetto a “Shards”?
Martyr Lucifer
“Shards” è stato un disco dove avvenivano diverse cose. Da una parte è iniziato un processo di mutazione del suono che in seguito ci avrebbe portato a “Gazing at the Flocks”. Da un’altra il disco era diviso in tre sezioni principali, la prima “Shard One” caratterizzata prevalentemente da un suono dark gothic metal, “Shard Two” era una sezione prevalentemente acustica, mentre “Shard Three” era contraddistinto da una vibrante anima alternative rock.
Ora in “Gazing at the Flocks” l’aspetto metal è venuto quasi completamente meno, sono stati rimescolati di nuovo gli ingredienti in un discorso musicale che parte, sì, da “Shards”, ma che si dirige verso nuovi territori.
Davide
Di cosa trattano i testi, qual è il filo di Arianna per addentrarsi fino al Minotauro e uscirne, qual è o cos’è il “Minotauro” nel cuore del labirinto di “Gazing at the Flocks”, cosa sono le greggi da guardare?
Martyr Lucifer
Nei testi non c’è un vero e proprio filo conduttore, perché si tratta di diversi temi, diverse situazioni viste attraverso la lente di un viaggio criptozoologico dove grazie alle creature incontrate nelle liriche siamo in grado di riconoscere ed analizzare i nostri sentimenti.
Per fare un esempio, prendiamo la traccia “Spiderqueen” che ci racconta un fragile e profondo legame tra preda a predatore, anche nell’ambito delle relazioni umane, non forse è vero che spesso la prima è attratta dalla seconda?…
Le greggi da guardare sono appunto queste creature, paradossalmente unite da queste situazioni così diverse, forse in qualcuna di esse ci possiamo anche riconoscere.
Davide
Perché il ricorso ad alcuni miti greci come Leda e il Cigno o Alcione?
Martyr Lucifer
C’è anche Cerbero ma tuttavia non ci siamo in realtà soffermati sui miti greci, tant’è che incontriamo anche divinità egizie e icone romane. Diciamo che le storie di Leda e il Cigno o Alcione ci hanno attratto da quel che raccontavano. Abbiamo ascoltato e trascritto/parafrasato le storie di tutti coloro che ce le volevano raccontare senza badare alla loro provenienza.
Davide
Seguendo il sentiero della criptozoologia incontriamo diverse creature che si scoprono avere i nostri stessi sentimenti… Non ho mai visto mostruosità e miracolo più evidenti che nel mondo di me stesso, scrisse De Montaigne. Cos’è il mostro? Quale il miracolo?
Martyr Lucifer
Non c’è solo un mostro e non c’è solo un miracolo. È questo il gregge, ovvero il caleidoscopio di mostri e miracoli che convivono dentro ogni persona. E spesso l’uno non può esistere senza l’altro.
Tuttavia il nostro scopo non è scavare alla ricerca del mostro, ma in un certo senso riabilitarlo. Ed è questo forse un altro tipo di miracolo.
Poi va precisato che le creature sono un veicolo metaforico eccellente ma in questo caso specifico esse esistono. Ci toccano, ci parlano, impariamo da loro e loro da noi. Coabitiamo.
Davide
Ci presentate tutti coloro che hanno dato un contributo a questo lavoro?
Martyr Lucifer
Certamente. Partiamo da chi ha inciso l’album, ovvero una line-up che coinvolge mezza Europa, in quanto “Gazing at the Flocks” è stato registrato con l’ausilio di Leìt che è ucraina, lo svedese Adrian Erlandsson (ex-Paradise Lost) alla batteria, l’ungherese Nagaarum alla chitarra, sotto la guida di Simone Mularoni che si è occupato delle parti di basso nonché della registrazione. “Gazing at the Flocks” ha anche una seconda parte, registrata dal vivo, sempre da Simone Mularoni, presso il suo Domination Studio, che si intitola “The Oniric Session” e che include reinterpretazioni di canzoni vecchie e nuove ad opera della nuova line-up composta da me, Leìt, Alexios e Fox.
L’aspetto visuale del disco è ugualmente importante e non possiamo non citare la fotografa e stilista Yali Ou Amethista di Steam Butterfly, la disegnatrice americana Leontine Greenberg che si è occupata della meravigliosa copertina, il fotografo ucraino Konstantin Shegolkov per un suo scatto naturalistico, Leìt stessa si è occupata del layout e direzione generale, mentre Alexios e Fox hanno realizzato i bellissimi ritratti delle varie creature del nostro bestiario musicale.
Davide
La presenza di diversi musicisti o viaggiatori da ogni dove presenti nel disco, per via delle atmosfere gothic, mi hanno fatto pensare a una Italia che a lungo è stata meta fondamentale del cosiddetto Grand Tour e, quindi, di tutti quegli scrittori e intellettuali europei che attraverso il neogotico e il romanticismo rifiutavano la chiarezza e il razionalismo dello stile neoclassico dell’Età dei lumi, ricercando – spesso tra le “sublimi” rovine – le gioie date dall’emozione estrema, lo struggimento della paura, l’analisi introspettiva, l’enigma, il fantastico… Perché dunque la scelta di determinate atmosfere riconducibili – senza dover stare per forza entro etichettature – al dark, al neogotico?
Martyr Lucifer
Proveniamo quasi tutti da background musicali piuttosto differenti, è stato per me e per tutti coloro che hanno preso parte al progetto una sfida stimolante cimentarsi con sonorità più tendenti a rock e wave. Ovviamente sono generi e sottogeneri che ci piace ascoltare, altrimenti avremmo scelto altre vie. Sono inoltre le sonorità che meglio vanno a braccetto con le tematiche proposte, nonché al modo di affrontarle.
Le sublimi rovine da te citate potrebbero rappresentare per me una sorta di resurrezione artistica, nella culla di queste sonorità che meglio rappresentano la mia svolta solista, assieme alla mia nuova band. E diciamo pure che chiarezza e razionalismo non sono proprio delle caratteristiche che ci contraddistinguono.
Davide
Cos’è la musica secondo Martyr Lucifer?
Martyr Lucifer
Questa domanda è curiosa, in quanto non molto tempo fa abbiamo proprio parlato di questo noi membri della band. Ci siamo vicendevolmente domandati cosa fosse la musica per ciascuno di noi, che cosa ci spingesse nel portare avanti i nostri percorsi musicali. È emerso che ciascuno di noi avesse motivazioni differenti. Senza dire chi ha detto cosa posso però svelare che fra le tante risposte sono emerse la possibilità di esprimersi, di sfogarsi, di sentirsi liberi, nonché di celebrare il proprio ego e di dimostrare qualcosa. Nessuno ha citato note e accordi. (ndr, ride)
Riassumendo la musica è una entità, un’anima, che vive e permette al musicista di esistere, non un mero suono di chitarra o quel che è. È la sua voce.
Davide
Cosa seguirà?
Martyr Lucifer
Speriamo in tante date live, c’è da promuovere questo nuovo album che sta per ora ricevendo ottimi consensi e speriamo di portarlo a più gente possibile. Probabilmente verso fine anno si comincerà a pensare a del nuovo materiale. Abbiamo appena pubblicato un nuovo videoclip, per la traccia “Leda and the Swan”, e abbiamo in programma di girarne anche altri.
Davide
Grazie e à suivre…
Martyr Lucifer
Grazie a te per lo spazio concessoci e per l’interesse dimostrato.