Un click sentito per la prima volta alla nascita, il primo suono di cui ci si ricorda, quello più importante perché condizionerà un'intera esistenza. È questo il punto di partenza dell'ultimo romanzo di Fabio Izzo (To jest – Ed. Il Foglio 2014): un ricordo uditivo in un testo che ci presenta, nella maggior parte, personaggi indissolubilmente legati con le arti visive, dalla fotografia al cinema alla pittura.
Laura Lago è cieca dalla nascita a causa di un errore dell'ostetrica che assiste al suo parto. Vive nel buio fino a quando, all'età di tredici anni viene in contatto con un oggetto che nessuno le avrebbe mai messo tra le mani: una "Polaroid 635, modello che doveva ancora entrare in commercio" come suo zio ama pomposamente ripetere a tutti. Eppure è l'istinto a guidarla e a spingerla ad appropriarsi di uno strumento che la trasformerà nella prima e più famosa fotografa cieca del mondo.
Fabio Izzo ci regala un romanzo denso di momenti di poesia e di riflessioni profonde, spesso rappresentate attraverso la metafora di personaggi paradossali ma mai grotteschi. Ci imbattiamo, così, in un Woody Allen alla ricerca di un direttore della fotografia, nelle opere del pittore Bruguel, in una poesia di Wislawa Szymborska e soprattutto in Bruno Schulz, scrittore polacco onnipresente nella produzione letteraria di Izzo.
Se da un lato To Jest ci presenta una fotografa non vedente alle prese con il proprio libero arbitrio, dall'altra è il fotoreporter Piero Primo a raccontarci di un uomo perso, noioso e sfortunato che un giorno, inaspettatamente e grazie a un gesto fraudolento, raggiunge la fama. Piero si racconta intervallando la sua storia ai sogni, la realtà all'onirico. Per lui "i sogni non sono altro che fotografie rubate all'animo, non sviluppatesi alla luce della ragione del mattino".
Piero è assillato da un sogno ricorrente. Un nano dall'aspetto goffo, mentre si strappa i capelli, scrive il proprio nome (Bruno) accompagnato dalla parola guerra e gli sussurra: "Stai per terminare una guerra antica. Con il tempo capirai…". Spinto dal sogno Piero decide di impegnarsi in qualcosa che definisce bello: in Polonia e in giro per il mondo documenta storie con la consapevolezza di chi deve la sua fama a una serie di combinazioni volute dal destino.
La sua convinzione è che sia il fato a guidarlo con i segni che gli pone di fronte, concatenati e, quasi sempre, difficili da seguire con linearità. Infatti, se il pittore Bruguel non avesse dipinto un quadro con due scimmie, se la poetessa Szymboroska non avesse mai scritto una poesia su quel quadro, se Piero non si fosse trovato in un preciso istante davanti a un bancomat di Genova e non avesse deciso di scattare una foto a ciò che aveva davanti agli occhi, la sua vita non sarebbe mai cambiata.
In quell'immagine rubata si cela la svolta: la foto dell'anno, quella di una scimmia che si ripara dalla pioggia appesa alla tettoia di un bancomat all'interno di una nicchia antica. La visione della vita del fotoreporter cambia: "Quello che cercavo (…) mi ha trovato qui, mi ha raggiunto dove ho toccato il fondo, racchiuso com'ero a pochi secondi dalla mia capacità di esplodere". La negatività e il fatalismo ("Ciò che deve accadere accade anche contro la tua volontà") vengono sostituiti da un approccio più consapevole: la vita ci pone di fronte delle opportunità, e lo fa dispensando a suo piacimento doni e fallimenti, ma la scelta è sempre in mano nostra. Piero ora lo sa: è stata la sua mano e la sua volontà a scattare la foto. Un secondo di esitazione, insicurezza o distrazione e la sua esistenza non avrebbe mai lasciato il binario su cui viaggiava. Alla base di questo cambiamento c'è la capacità di comprendere oltre che di osservare, quella di "combattere una guerra antica" come gli suggeriva il nano del sogno, e di vincerla: è la guerra delle immagini contro le parole, troppo spesso "guardate e giudicate ma mai capite".
Nella trama di To jest, che a volte sembra nascondersi sotto la cenere per tornare viva dopo poche pagine, sono disseminati rimandi e riferimenti colti e ricercati che consentono a pieno titolo di assegnare a questo testo l'aggettivo letterario che volutamente lo differenzia da altri di carattere romanzesco, saggistico o di intrattenimento, e che attribuisce a queste pagine il giusto valore.
To Jest – Fabio Izzo Edizioni Il Foglio 2014 pag. 201 – € 14,00 ISBN 97888760648821
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