gioco per 2-5 persone
Autore: Daniel Solis
Editore: Action Phase Games (www.actionphasegames.com)
Il sottotitolo “The Tree Spirits” ci dice che un Kodama è uno spirito che vive negli alberi, secondo la tradizione giapponese, come ci viene ricordato nel film “La Principessa Mononoke”, dove il regista Hayao Miyazaki li ha rappresentati come piccoli ed enigmatici omini bianchi. Una rappresentazione analoga (molto meno inquietante) viene utilizzata in questo gioco, per cui si può pensare che Daniel Solis vi si sia liberamente ispirato.
La scatola è molto piccola (quasi tascabile, se avete le tasche grandi), e contiene:
– sei carte “tronco”,
– tre mazzi di carte (rami, decreti e Kodama),
– segnalini di cartoncino,
– una plancia segnapunti,
– un segnalino di legno per il primo giocatore,
– il regolamento.
I materiali sono buoni, le carte sono robuste e si possono usare anche senza imbustarle (meglio, per il fatto di doverle piazzare una sull’altra, con bustine troppo scivolose potrebbe essere un problema) e ben illustrate con un tema fiabesco che aiuta ad immedesimarsi nell’ambientazione. Unico neo la traccia punteggio, bisogna prenderci un po’ la mano con i due segnalini per unità e decine. Ci sono delle scritte in lingua sulle carte Kodama, per cui converrebbe che i giocatori conoscano l’inglese, più che altro per velocizzare il gioco, in alternativa si può giocare a carte scoperte, leggendone l’effetto a chi non conosce la lingua, ad esempio con dei bambini.
La preparazione è molto semplice, ogni giocatore riceve una carta “tronco” da piazzare davanti a sé, quattro carte Kodama (da tenere nascoste) e due segnalini per i punti (da mettere sullo zero della plancia relativa); le carte ramo vanno mischiate e ne vanno pescate e scoperte quattro a fianco del mazzo; le carte decreto vanno mischiate in tre mazzi separati (primavera, estate e autunno) e da ognuno se ne pesca una che verrà scoperta all’inizio della relativa stagione. Chi ha più verde addosso riceve il segnalino di primo giocatore e si può cominciare.
Una partita a Kodama è divisa in tre stagioni, all’inizio di ognuna viene scoperta la carta decreto relativa, che contiene una regola speciale che dovrà essere applicata. Dopodiché ogni giocatore, a turno, esegue un’azione, per quattro volte (sulla traccia segnapunti c’è uno spazio apposito e un segnalino per tenerne conto). L’azione in questione consiste nello scegliere una delle quattro carte ramo scoperte e piazzarla nel proprio albero: le regole di piazzamento sono molto semplici, la particolarità principale sta nel fatto che non si piazza una carta in una griglia, ma si può mettere in un punto qualsiasi, con qualsiasi orientamento (per arrivare ad ottenere un albero, più o meno plausibile), a patto che la nuova carta si sovrapponga solo a una carta già esistente (e non di più) e non copra elementi visibili (tra i sei possibili tipi che si possono trovare, ovvero nuvola, stella, bruco, lucciola, fiore e fungo), inoltre la carta non può uscire dal tavolo; notare che il tronco iniziale va posto con le radici sul bordo del tavolo, in questo modo non avremo mai dei rami che vanno “sottoterra”. Ultima regola da seguire per il piazzamento è quello di non fare più di dieci punti (forse l’unica regola contro-intuitiva): ma come si fanno i punti? Partendo dalla carta appena piazzata e muovendoci verso il tronco (non si va mai verso i rami esterni) si fa un punto per ogni simbolo dello stesso tipo finché si prosegue ininterrottamente, con un minimo di due carte. Ad esempio, se nella carta appena piazzata ci sono due nuvole e un bruco, se nella carta a cui è collegata ci sono due bruchi si otterranno tre punti per i bruchi (mentre le nuvole non ne daranno, perché mancano), se nella carta successiva ci sono altri bruchi i punti aumenteranno (mentre eventuali nuvole continueranno a non darne). Come ultima azione prima di passare il turno il giocatore dovrà scoprire una nuova carta ramo.
Si prosegue in questo modo fino a quando tutti non hanno giocato quattro carte ramo, a questo punto si chiude la stagione e ogni giocatore sceglierà una carta Kodama tra quelle nella propria mano e la giocherà, ottenendo punti vittoria in base alle condizioni indicate (la carta andrà poi eliminata dal gioco). Nel caso della primavera e dell’estate si procederà a giocare con la stagione successiva (ovvero scoprendo la carta decreto), dopo l’autunno si conclude la partita (ai giocatori rimarrà in mano una carta Kodama inutilizzata), e verrà decretato vincitore il giocatore con il maggior numero di punti vittoria; dato che non viene indicata una condizione di spareggio, in caso di parità nei punti si condivide la vittoria.
Kodama si inserisce nello stesso filone di Carcassonne: là si pescava una tessera, la si piazzava (eventualmente assieme ad un omino) e si ottenevano dei punti in base al completamento di strutture; qui si sceglie una carta, la si piazza e si ottengono dei punti in base ai collegamenti che si riescono a fare con gli elementi, in più abbiamo le carte decreto (che si applicano a tutti ) e le carte Kodama (che si applicano solo al singolo giocatore) che dobbiamo sfruttare per massimizzare il nostro punteggio: in pratica non possiamo giocare a caso ma le scelte da prendere devono essere dettate dalle carte Kodama che si hanno in mano. Questo fattore potrebbe renderlo un po’ complesso per giocarlo in famiglia con dei bambini, per questo sono state aggiunte tre gruppi di carte Kodama identificate con degli spiriti “bambini”, infatti queste carte hanno delle condizioni semplici da conteggiare, e vanno applicate in sequenza (una per ogni stagione) senza dover prendere decisioni. Con questo accorgimento Kodama diventa perfetto da giocare in famiglia, con gli adulti che devono subire un “handicap” che permette loro di giocare alla pari con i bambini.
Da considerare anche il fattore fortuna: se avete puntato su una certa strategia, non è detto che sia sempre presente tra le quattro a disposizione una carta ramo che vi permette di perseguirla, quindi cercate di avere sempre a portata di mano un’alternativa.
In realtà questo non è il primo gioco che sfrutta la meccanica del piazzamento libero, infatti era già presente in Kigi, la precedente realizzazione di questo autore, con la differenza che in quel gioco si potevano aggiungere carte agli alberi altrui, e superare i dieci punti comportava “tagliare” via quel ramo, con un’accentuata competizione, che invece è assente in Kodama.
In conclusione, questo titolo si rivela essere un gioco semplice, rapido (una partita dura al massimo mezz’ora, e ogni giocatore piazzerà “solo” dodici carte), e soprattutto molto rilassante, quasi zen nel suo sviluppo, ovvero nel far crescere il proprio albero; se state cercando un gioco dalla competitività assente, adatto alle famiglie ma nel quale è possibile applicare un pizzico di strategia, è sicuramente un acquisto consigliato; da giocarsi rigorosamente con musica orientale come sottofondo.