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Intervista con Rossometile

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I Rossometile nascono nel 1996 a Salerno da un’idea del chitarrista Rosario Runes Reina e del batterista Rino Balletta. Il nuovo album dei Rossometile si intitola Alchemica ed è il quarto album rilasciato dalla band salernitana. Contiene 14 brani più intro e outro orientati verso un rock con influenze gothic e metal cantato in italiano.
L’album segna un netto cambiamento rispetto al passato in quanto la nuova direzione musicale rock gothic e la nuova voce della band ne hanno segnato profondamente il suond. L’album è stato registrato tra settembre e novembre 2015 ed è stato molto curato oltre che nell’audio, anche nella realizzazione dell’artwork del cd.
 
TRACKLIST

1. Solve
2. Amore Nero
3. La Fenice
4. Il Lato Oscuro
5. Le Ali Del Falco
6. Pandora
7. Presenze
8. Candore
9. Nel Solstizio di Inverno pt.1
10. Nel Solstizio di Inverno pt.2
11. Guerriero Senza Re
12. Viaggio Astrale
13. Alchemica
14. Ripetizione
15. Terrenica
16. Coagula

FORMAZIONE

MARIALISA PERGOLESI: voce
PASQUALE MURINO: basso
GENNARO BALLETTA: batteria
ROSARIO RUNES REINA: chitarra

 
 
Intervista
 
Davide
Ciao Rossometile. Il rosso metile è, come il blu di metilene, un indicatore. Per voi, di cosa?
 
Rossometile
Ciao Davide! Grazie per la domanda… Per noi il colore rosso è la piena rappresentazione delle passioni in generale, e prima tra tutte quella per la musica, che ha una forza totalizzante e ci spinge a fare quello che facciamo con ogni mezzo disponibile.
 
Davide
Come siete approdati a questa nuova direzione gothic rock?
 
Rossometile
Il cambio di direzione è stato del tutto un percorso naturale dovuto al cambio di formazione alla voce, molto più propensa a linee melodiche e gotiche. E anche i testi si prestano molto bene a questo nuovo sound.
 
Davide
Che definizione dareste voi oggi e nel vostro specifico alle poetiche “gotica” e “dark” o al loro immaginario?
 
Rossometile
Il gotico e il dark sono elementi sempre presenti nelle vite di tutti, c’è chi ha la sensibilità per coglierli e da questo far nascere qualcosa che vada al di là della mera descrizione della realtà, che possa essere introiettata e che dentro di noi acquisti una nuova forma espressiva.
 
Davide
Guardando i titoli ho pensato subito all’opera al Rosso che precede la pietra filosofale, al passaggio dalla Regina Bianca dell’albedo al Re Rosso della rubedo. Una volta scoperta la luce bianca, essa deve essere resa l’unica realtà nella nostra coscienza. Dopo la discesa nell’inconscio, nel buio, negli inferi, si è trovata la luce, si è trovato lo Spirito volatile. Ora lo Spirito volatile, o argento vivo, deve essere fissato o coagulato. Ciò significa che la nostra coscienza, o attenzione, deve penetrare completamente l’inconscio, o l’anima, o tutto ciò che è nascosto in noi. Facendo ciò, fissiamo (portiamo a coscienza) il volatile e lo rendiamo durevole in modo che rimanga sempre presente.
In che modo “Rossometile” incontra il titolo “Alchemica”, cioè come si riferisce all’alchimia, al Solve e Coagula (i due titoli di intro e outro)? Insomma, per fare una versione breve di questa domanda, qual è il “filo rossometile” che lega i brani di Alchemica?
 
Rossometile
Alchemica rappresenta per noi un cammino interiore, si parte da diversi elementi tra di loro sconnessi (solve) che poi si compenetrano gli uni negli altri per approdare a nuove vite, nuove chiavi di lettura, uno stesso elemento che acquista un diverso significato a seconda delle situazioni che la vita ti pone di fronte, per poi culminare nell’opera ultima (coagula), quella che racchiude dentro di sé l’essenza del nostro percorso spirituale, il fine ultimo, la soluzione ai nostri mali, la consapevolezza che alla fine del percorso ci sia una via d’uscita, una via di salvezza. Ci teniamo a precisare che il percorso per noi è ancora lungo e ricco di sfide da superare, ma chi ben comincia è a metà dell’opera.
 
Davide
Alcuni penserebbero che sia penalizzante cantare in italiano. Io penso il contrario. All’estero la musica nella nostra lingua piace per il suo suono più di un inglese spesso magari improprio. L’Italia era il paese della musica e tale sarebbe ancora, se non fosse che… per citare un articolo di Riccardo Malipiero (L’Italia è davvero il paese della musica?, ed era il 1964, sul “Corriere Lombardo”)… il musicista italiano si sente straniero in casa propria: egli parla una lingua che nessuno intende perché nessuno insegna agli italiani cosa sia la musica. E le cose non sono da allora andate migliorando. Anzi… Cosa pensate di questa situazione?
 
Rossometile
Siamo assolutamente d’accordo con te e con Malipiero, purtroppo oggi fare musica in italiano è un azzardo, un terno al lotto, innanzitutto perché a differenza dell’inglese che è molto più semplice da incastrare nella metrica, con l’italiano le cose si complicano, tra accentazioni, sillabazioni, la ricerca dell’equilibrio formale e anche di quello sostanziale è sempre una sfida difficile da superare quando si ha a che fare con l’italiano, ma siamo così profondamente legati alla nostra cultura linguistica che per noi sarebbe difficile scrivere in inglese, la musica che facciamo ci deve appartenere e con l’italiano la sentiamo più vicina a noi.
 
Davide
A guardar giù, al golfo di Salerno, a sud-est, in un giorno turchino, a veder la scura costa del tutto rocciosa, le chiare rocce montane, torna in mente Ulisse, ed è come ricuperare un perduto sé, mediterraneo, anteriore a noi. Così scrisse David Herbert Lawrence. Cos’è per voi Salerno?
 
Rossometile
Il nostro è un territorio molto vario dove in uno spazio di pochi chilometri si passa dal mare alle montagne. Questa pluralità di paesaggio, oltre ad influire sul nostro carattere, rappresenta per noi fonte di ispirazione. Nel fare musica si tende a riversare nelle note il proprio vissuto, le proprie sensazioni ed esperienze, e in questo esercizio di trasformazione l’ambiente in cui si vive ha un forte ascendente.     
 
Davide
Una domanda per Marialisa. Ci sono voci capaci di trasmettere bellezza e quegli “impulsi involontari riflessi che sono le rapide contrazioni muscolari asincrone” dette più semplicemente brividi. La tua è una di quelle. Cos’ è per te la voce? Cosa il canto?
 
Rossometile
Oh! Ti ringrazio davvero! Come insegna il mio maestro di canto Maurizio Zappatini la voce è uno strumento e in effetti in questo credo ciecamente! Negli anni passati anche molti altri hanno provato ad insegnarci questo concetto, basti pensare al grande Demetrio Stratos che ha dato il via ad una serie di studi fonetici, strettamente legati alla linguistica (una scienza giovane), sulla voce e sulle sue numerose sfaccettature. Il canto è un modo per poter utilizzare questo strumento e per me rappresenta anche l’essenza della mia esistenza. Il canto è estremamente connesso a quello che sono dentro, e da quando un anno fa ho intrapreso questo percorso di studi, che mi impone di curare la voce ogni singolo giorno, sento di curare non solo lei ma anche me stessa, i miei umori, il mio corpo, la mia mente.
 
Davide
Gustav Mahler disse che il termine sinfonia significa per lui, con tutti i mezzi tecnici a sua  disposizione, costruire un mondo. Quale mondo o quali mondi costruite o vorreste costruire con la musica?
 
Rossometile
Il nostro sogno è quello di costruire un mondo (interiore è chiaro!) equilibrato con la nostra musica, un mondo all’interno del quale ogni cosa trova una corrispondenza nel suo opposto, da qui la sinfonia che unisce ogni tipo di strumento con incantevole sinuosità.
 
Davide
Ci indicate qualche link alla vostra musica, video inclusi? Cosa seguirà?
 
Rossometile
Abbiamo per il momento il videoclip del singolo di Alchemica che si intitola “Il lato oscuro”, di seguito il link : https://www.youtube.com/watch?v=8btVznA6-wY .
Nel mese di maggio contiamo di riuscire a girare anche un altro videoclip del brano “La fenice” con l’aiuto indispensabile di Alfonso Pergolesi che ha pensato per noi la sceneggiatura e tantissime altre cose che ancora non vogliamo svelarvi.. Ma vi assicuriamo che bolle davvero tanta roba nel pentolone dei Rossometile!!!
 
Davide
Grazie e à suivre…

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