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Intervista con i Blackdahlia

8 min read
GENERE MUSICALE
GOTHIC METAL 
 
I BLACKDAHLIA nascono nel 2008 a Foggia da un’idea della frontwoman Samuela Fuiani e del chitarrista Ruggero Doronzo. Samuela, oltre ad essere la voce della band, è autrice di tutte le musiche e dei testi insieme a Ruggero Doronzo, ma anche Luca Raio (chitarra), Antonio Petito (basso), e Ludovico Massariello (batteria), contribuiscono all’arrangiamento dei brani. 
La band si ispira ad artisti come i Korn, gli Evanescence e i Within Temptation. Dopo aver suonato su numerosi palchi – fra gli altri il Monterotaro Rock Festival come supporto al progetto Rezophonic – ed aver vinto diversi contest quali il Music & Colours Contest, il Parallelo’s Got Talent e il Dune Buggy Music Contest, la band attira l’attenzione dell’etichetta discografica Areasonica Records, con cui firma nell’autunno del 2013 e nel Dicembre dello stesso anno vede finalmente la luce il disco d’esordio dei Blackdahlia: “Fragments”, otto tracce caratterizzate da un forte mood gotico e di atmosfera.
 
 
Davide
Ciao Blackdahlia. Per cominciare vorrei chiedervi se avete dato questo nome al gruppo in omaggio al film di Brian De Palma oppure al romanzo di James Ellroy (Dalia Nera) e quindi alla vera storia del misterioso e irrisolto omicidio di Elizabeth Short; e in tal caso perché? Oppure?
 
Blackdahlia
Ciao Davide, lieti di conoscerti. Dobbiamo ammettere che la scelta del nome ha seguito un iter abbastanza particolare, seppure non sia legato alla vicenda di cronaca ed i capitoli narrativi ad essa associata, a cui facevi riferimento tu, almeno non direttamente. Quando abbiamo iniziato a suonare assieme nel 2008, il monicker Black Dahlia aveva un certo appeal, grazie proprio al romanzo e, soprattutto, al film di De Palma. Questa circostanza che rendeva il nome abbastanza, come dire, orecchiabile e famigliare unita al fatto che simbolicamente la dalia nera sembrava rispecchiare completamente la poetica alla base della band, rievocando un fiore delicato ed al tempo stesso oscuro e forte, ha portato alla scelta di Blackdahlia (tutta una parola) come nome della band.
 
Davide
Perché avete intitolato il vostro primo lavoro “Frammenti”, Fragments? Filologicamente interpretando, i frammenti sono le porzioni di un qualcosa di più ampio: che cosa e di cosa sono dunque i vostri frammenti?
 
Blackdahlia
“Fragments” è un disco che parla, soprattutto, di temi che affondano le loro radici in esperienze di vita passata. Così ogni canzone rappresenta un frammento, un ricordo, un piccolo pezzo di vita visto attraverso gli occhi della memoria e messo in musica.
Per certi versi ci piace pensare a “Fragments” come l’esatto opposto di un concept album. Un lavoro composto da otto capitoli differenti, otto frammenti completamente slegati tra loro che vivono una vita propria, ma che hanno bisogno l’uno dell’altro non per dare un senso a ciò che portano dentro, ma per avere una visione completa e definita della vita e di tutti i sentimenti che la caratterizzano. Ascoltando “Fragments” troverai le nostre paure, la nostra malinconia, le nostre ferite e le nostre speranze. Sono loro i frammenti, sono loro i protagonisti assoluti di questo lavoro.
 
Davide
Quali temi trattati nelle vostre liriche?
 
Blackdahlia
Come ti accennavo, le nostre canzoni parlano soprattutto di vita vissuta e di tutte le emozioni e le sensazioni ad essa connessa. Possiamo dire che ciascuna canzone è un squarcio di vita, una narrazione delle nostre vicende quotidiane in cui la musica diviene un filtro, una lente attraverso cui compiere un viaggio introspettivo nella vita e nei sentimenti, ricostruendo le esperienze in una dimensione mentale, popolata da fantasmi e fate, da incubi e speranze.
 
Davide
Le influenze sinfoniche ed elettroniche, una bellissima voce femminile, un lavoro che scorre piacevolmente, un fare eclettico che in effetti ricorda gli Evanescence. Verso quali artisti, gruppi o dischi vi sentite più debitori nell’avervi fatto scegliere e intraprendere la strada della musica?
 
Blackdahlia
Credo che uno dei punti di forza della band sia rappresentata dalle diverse estrazioni musicali di ciascun componente, che finiscono con il creare un ibrido dai mille volti ma con un animo ed un mood ben riconoscibile che finisce con il dare credibilità al progetto. Per quanto ci riguarda il paragone con gli Evanescence può starci, anche perchè sono probabilmente la punta dell’iceberg di un genere molto vasto e che sta vivendo una certa notorietà, per cui trovare dei punti in comune è normale. Ma credo che Fragments contenga tanto altro. Ascoltando i Blackdahlia, infatti, potrai trovare rimandi alla darkwave inglese, che emerge prepotente anche nel modo di utilizzare l’elettronica, un forte approccio nu-metal/alternative nel riffing chitarristico, nonchè un certo approccio tipico della musica classica nell’utilizzo dei cori e delle parti sinfoniche, elementi davvero lampanti in Lost in The Daylight e Wounds. Tutti questi elementi sono tenuti assieme e cementati dal medesimo spirito, sinfonico, malinconico ed oscuro.
 
Davide
Connubio tra malinconia, oscurità o mistero e aggressività, perché amate in particolare il goth metal?
 
Blackdahlia
Amiamo ciò che rappresenta al meglio il nostro animo, ciò che permette di esprimere completamente ciò che abbiamo dentro. Da qui deriva l’amore per il goth. Uno stile musicale che consente di attingere al puro lirismo, consente di perdersi in atmosfere sognanti ed al tempo stesso dare sfogo al lato più rabbioso ed aggressivo. Più che ciò che amiamo, questo è quello che siamo: Un fiore oscuro.
 
Davide
Mi chiedevo se la musica non fosse l’esempio unico di ciò che sarebbe potuta essere – se non ci fosse stata l’invenzione del linguaggio, la formazione delle parole, l’analisi delle idee – la comunicazione delle anime. Essa è come una possibilità che non ha avuto seguito, l’umanità si è incamminata per altre vie, quella del linguaggio parlato e scritto. Così scriveva Marcel Proust. Cosa vi preme comunicare sopra tutto attraverso la musica?
 
Blackdahlia
Le nostra musica è soprattutto un raccontare, cerchiamo di cogliere dei ritagli di vita, interiorizzandoli e portandoli in una dimensioni mentale. Il nostro obiettivo è, quindi, quello di partire da una storia di vita, da un’emozione o da una sensazione astrarla e farla divenire un racconto, un frammento in cui l’ascoltatore può immedesimarsi.
 
Davide
Un bosco, il vento, dei petali rossi, una dama tenebrosa che mostra uno spechio (mi pare) rotto… Questo mi ha fatto tornare alla mente lo specchio quando, nel Medioevo, era visto come la porta di un altro mondo, l’aldilà. Secondo una leggenda cinese raccontata da J.L. Borges, un tempo, il mondo degli specchi e il mondo degli uomini non erano, come adesso, cioè non comunicanti. I due regni, lo speculare e l’umano, vivevano in pace e attraverso gli specchi si entrava e si usciva. Il fatto che vi sia uno specchio rotto nelle mani di questa dama misteriosa in copertina, ha qualcosa a che fare col fatto che i due mondi, terreno e ultraterreno, non comunicano più come in questo leggendario passato, anche in un senso altrimenti esteso e metaforico?
 
Blackdahlia
Lo specchio in copertina ha un forte significato simbolico, seppure non stia a rappresentare il dualismo tra mondo terreno e mondo ultraterreno, quanto il distacco tra i sogni di una qualunque persona, rappresentati dal mondo fiabesco ed onirico della foresta che fa da sfondo, e la realtà racchiusa in quello specchio rotto; uno specchio che non riflette ormai più nulla, disgregato in una miriade di frammenti che si disperdono, portando con sè le emozioni, le sensazioni ed i sogni di una vita. Questo dualismo tra sogno e realtà è un tema ricorrente nelle nostre canzoni.
 
Davide
Foggia… Una città ricca di storia e di luoghi, cara a Federico II di Svevia. Dove e cosa portereste degli amici a vedere di questa città, o nei dintorni, in un solo giorno di visita? A quali luoghi siete più legati?
 
Blackdahlia
Bhè Foggia è una città controversa, come controverso è stato il rapporto tra l’imperatore svevo e la città stessa, caratterizzata da vicende di amore ed odio. Se dovessimo scegliere un luogo sarebbe senza dubbio la Foresta Umbra. Un luogo magico animato da una pace che oserei definire mistica, una culla in cui ci piace rifugiarci per sfuggire al caos del vivere quotidiano. Non a caso Umbra è stata la location che abbiamo scelto per il video di Falling Down. Assolutamente un luogo magico, dai colori ed i tratti fiabeschi!
 
Davide
Come nasce una canzone dei Blackdahlia?
 
Blackdahlia
In genere nasce da un’idea di Samuela e viene poi perfezionata e finalizzata presso la nostra sala prove, che chiamiamo affettuosamente il Bunker. Quindi partiamo da una bozza alla quale ciascuno contribuisce con le proprie idee e le proprie sensazioni, fino ad arrivare al prodotto finale.
 
Davide
State già componendo il materiale per un secondo album? Farete dei concerti, dei video? Cosa seguirà?
 
Blackdahlia
Abbiamo diverse cose in pentola. Prima di tutto abbiamo in programma la registrazione di un EP acustico, che vedrà la luce per fine anno o inizi 2015. Sarà un modo per mettere in evidenza il lato più intimistico e introspettivo della band. Contemporaneamente stiamo lavorando al prossimo full-length ma al momento non abbiamo una data di uscita e, sinceramente, non abbiamo alcuna fretta. Del resto siamo ancora impegnati con il tour di supporto di Fragments, che ci sta portando a suonare in alcuni storici club del circuito metal italiano come il Jailbreak di Roma, dove ci siamo esibiti il 17 Ottobre e l’Orange Club di Pescara dove suoneremo il 20 Dicembre insieme ai Prime Target. Inoltre il 2 Novembre ci esibiremo da Bacco a Cagnano Varano (FG) ed il 7 Novembre saremo ospiti a Radio Meltin’ Polt dove ci esibiremo unplugged. Si prospetta un Autunno pieno di impegni ed un inverno ancora più intenso, siamo davvero elettrizzati.
 
Davide
Grazie e à suivre…
 

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