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Intervista con Gray

9 min read
 
Gray – “Sessantanoveincerchio”
una grande voce del rock italiano ed il suo nuovo lavoro – dal 27 Maggio 2014 in CD e tutti gli store digitali da New Model Label
“Una delle voci più sottovalutate del rock italiano” Gianni Della Cioppa nel libro “Va Pensiero – 30 anni di rock e metal in italiano” – Crac Edizioni
Gray è un veterano della scena rock italiana, non possiamo nasconderlo e fin dalla fine degli anni ’80 ha raccolto attestati di stima dai principali media rock e metal italiani con tutti i progetti di cui è stato protagonista, e, proprio mentre la scena di Seattle stava emergendo, dall’altra parte del mondo, partendo da simili presupposti, un amore per il rock più viscerale, da Iggy Pop a Janis Joplin, sviluppava qualcosa di molto affine.
Questo amore e questa passione sono rimasti invariati per gli anni, anche se, con il passare del tempo, lo stile si è affinato, si sono aggiunte nuove esperienze e nuove suggestioni e Gray ha scelto da tempo di adottare l’italiano come lingua per i suoi brani. “Sessantanoveincerchio” è un album partorito nel corso di diversi anni, tra l’Italia e Portland Oregon, dove il cantante si era trasferito, collaborando con diversi musicisti della scena locale. Sofferto, ispirato, rabbioso o semplicemente malinconico, Gray esplora tutta la gamma delle emozioni e lo fa sempre con la massima intensità, talvolta diretto e senza giri di parole, come in “Abusi”, secondo la lezione di C. Bukowski, artista da lui amato e proposto anche nello spettacolo / reading “FiglidiunaMaddalena”, oppure ancora romantico in “Ballata Per Una Stella”, giusto per citare un episodio, oppure energico ed esplicito in “Ho Sentito Dire”, “Cose” ed in generale in tutto l’album. È ancora possibile una via italiana al rock dopo i fasti degli anni novanta? La risposta dopo l’ascolto di “Sessantanoveincerchio”, perché certi artisti non possono restare per sempre un segreto per pochi.
Tracklist:
1. Cose / 2. Lunatica / 3. Ho Sentito Dire / 4. Ballata Per Una Stella / 5. Ninna Nanna / 6. Dormi Dolce Dormi / 7. Abusi / 8. L’Essenza / 9. Silenzi O Parole / 10. Non Erano Rose / 11. Vorremmo Tutti Essere Delle Star
Discografia: Babylon (1989) – lp omonimo / Laroxx – omonimo (1992) ristampato da SteelHeart nel 2009 /Gran Ma’ Monkey – “Roots” – EP 1994 /Gray – mini lp, 3songs (1998) / Tapir Gets Angry – “IT” (1998) / Gray – “Demo” (2000) / Gray – “Guarda Come Piove” – Ep (2001) / Gray – “La Mediazione Perfetta” EP – Blonde Records (2003)
Credits:
Registrato in diverse riprese presso “Revolver Studios” (Nalin Silva) Portland-Oregon, Luca Nesti Studios (Prato), Max Rosati recording Studio (Civitavecchia), L.A Pirara Soverato, Max Mungari Studios Crotone.
Mixato e masterizzato da Antonio Inserillo presso AKKASA studios Pisa
Prodotto da Gray Renda & FrankieGj
Parole e musiche di Graziano “Gray” Renda
Grafiche e logo di Danilo Gagliardi
Nel disco hanno suonato:
FrankieGj (chitarre), Antonio Guzzomì (già dietro i tamburi con Meat for Dogs, band di punta della scena punk rock italiana negli anni 90) batteria in “L’Essenza”, Luca Trolli (Alex Britti, Emma, Renato Zero, Mario Biondi, etc) batteria in “Cose”, “Lunatica”, “Ho Sentito Dire”, “Abusi”, “Silenzi o Parole”, Mario Guarini (Claudio Baglioni World Tour, Nada, Alessandro Haber,etc) basso in in “Cose”, “Lunatica”, “Ho Sentito Dire”, “Abusi”, “Silenzi o Parole”, Antonio Inserillo (Tossic, Rhumornero, Cabinv Fever), basso e additional keyboards, Emiliano “Biacco” Marianelli (Bugs, Capt Crunch, Cabin Fever) chitarre in “Non Erano Rose”, “Dormi Dolce Dormi”, “Lunatica”, Andrea “Fox” D’Alessandro, basso in “Non Erano Rose”, Domenico Maida basso in “Vorremmo Essere Tutti Delle Star”, Massimiliano “Mamo” Giusti (J27) chitarre in “Non Erano Rose”, Andrea Spinetti, batteria in “Non Erano Rose”, ”Ballata Per Una Stella” e “Vorremmo Essere Tutti Delle Star”, Umberto Vitale, basso in “L’Essenza”.
Il video clip “Abusi” è stato diretto e girato da Giuseppe Cristiano per la Videorecord
Gray sarà accompagnato nei concerti da Frankie Gj alla chitarra, Antonio Guzzomì alla batteria e Tommy Donato al basso.

 

Intervista con Graziano “Gray” Renda
 
Davide
Ciao Gray. Sono passati molti anni, più di dieci, da un tuo precedente disco. Cos’hai fatto nel frattempo e perché questa lunga parentesi?
 
Gray
Ciao Davide! Amo dire che il silenzio a volte è preferibile alle parole… specie quando senti il bisogno di fare altre esperienze per poi poter dire qualcosa… volevo fare altro,  semplicemente fare altri tipi di viaggi, non ero interessato a diventare famoso a tutti i costi, per cui dopo La Mediazione Perfetta e nel bel mezzo della produzione del nuovo disco mi sono fermato e ho mandato tutto a puttane!
 
Davide
Come sono nate le canzoni del tuo nuovo lavoro, come e da cosa nasce in generale una tua canzone?
 
Gray
Una canzone nasce da quello che ti gira intorno, dal momento, magie che ti fanno vedere tutto in una maniera, diciamo meno lucida ma più affascinante.
In fondo ascoltiamo musica perché ci fa sognare, una canzone può essere una giusta cura ad una realtà che non è esattamente come l’avremmo desiderata. Amo perdermi tra i suoni.
 
Davide
Cosa vuol dire “Sessantanoveincerchio”? Ha a che fare con il Taijitu, Yin e Yang?
 
Gray
Se qualcuno preferisce vederlo così perché impedirlo…no…69 è il mio anno di nascita e il Cerchio è un po’ come dire che tanto tutto si chiude prima o poi e tutto ha un’andata e un ritorno, dentro al cerchio tutto gira con cicli che si aprono e si chiudono per poi ripetersi sotto forme diverse …. … a volte meglio a volte peggio ma tutto è destinato a chiudersi … come il lungo parto di questo disco.
 
Davide
Cosa unisce sopra tutto le canzoni di “Sessantanoveincerchio”, i loro diversi temi?
 
Gray
Io amo parlare di ciò che ho vissuto e che incontro ogni giorno, dell’amore, dell’attimo fuggente, della rabbia verso un sistema che trita tutto senza pietà, naturalmente il materiale è stato scritto in momenti diversi ci sono brani che hanno cambiato forma nel corso di questi 10 anni ma il senso è rimasto pressocchè intatto… c’è chi mi ha accusato di essere diventato un indie intellettualoide … se a loro fa piacere bene … io per quanto mi riguarda volevo solo suonare cantare e stare su un palco … non importa dove ma continuare a suonare rock’n roll, e arrivare a più gente possibile.
 
Davide
Con chi hai suonato a Portland? Cosa c’è ora in te e nella tua musica dopo il tuo viaggio e la tua esperienza musicale negli States?
 
Gray
Durante una delle mie session di registrazione ho avuto il piacere di suonare con il batterista e il bassista di una band famosissima di cui per ovvi motivi non posso rivelare i nomi ma che comnque continuo a ringraziare per la loro spontaneità e professionalità, e nonostante io fossi e continuo ad essere un perfetto sconosciuto, si sono offerti di registrare le parti, perchè gli piacevano le canzoni tutto qui … in Italia ce la meniamo troppo … ancora adesso! Poi Portland ha ospitato tra i suoi appartamenti uno dei miei cantautori preferiti Elliot Smith!
Respiri musica e Arte dappertutto, è davvero una città Cool!!! mostre aperte a tutte le ore ed una Università del Jazz tra le più famose in circolazione.
Che dire, peccato il ritorno… ma se no il cerchio non si sarebbe chiuso!
 
Davide
Soverato, Catanzaro, la perla dello Jonio. Cosa invece porterai sempre con te e nella tua musica della tua terra natale?
 
Gray
Non soffro di campanilismo: ogni posto in cui ho abitato ha lasciato tracce profonde dentro di me … Amo la terra dove sono nato che è bellissima, ma non mi piace pensare di stare chiuso in un recinto, non mi piace la tarantella e men che meno i riadattamenti e i riarrangiamenti sul genere… sono solo business, e non parlo con quell’accento con il quale ci prendono per il culo e come me tanti altri te lo assicuro e basta con sto cazzo di peperoncino! Sottile sfumatura ironica…
 
Davide
Che rapporto hai con il palco? Quale invece con lo studio?
 
Gray
Lo studio di registrazione è un lunapark per quelli come me … con tutte le lucine colorate del mixer i plug in, l’asettica atmosfera delle riprese audio … in studio hai bisogno della concentrazione, della tecnica, soprattutto oggi devi misurarti con gli standard qualitativi,  così tutto in radio sembra suoni uguale … è così che la musica soccombe.
Poi c’è la follia creativa tipo hai finito un brano e lo rismonti completamente il giorno dopo per poi rifarlo esattamente come la prima volta … da pazzi!
Il live è emozione allo stato puro, una botta e via tutto d’un fiato, non si cancella e si rifà è adrenalina  … non hai il tempo di accorgertene che è già finito … ma per me è sempre come la prima volta.
 
Davide
Chi ti accompagnerà in concerto?
 
Gray
Ci saranno dei ragazzi entusiasti come me di quello che facciamo, e con cui condivido non solo la mia musica ma anche amicizia e senso di squadra …è vero io sono Gray, ma solo se stiamo insieme sul palco siamo e suoniamo Gray … FrankieGj alla chitarra, Tommy Donato al basso e alla batteria Antonio Guzz Guzzomì.
 
Davide
Perché Bukowski è tra i tuoi scrittori preferiti?
 
Gray
La poesia e in genere chi scrive usa avvolgere tutto con un’aureola per farci quasi ingoiare la pillola, santifica tutto e tutti, Bukowski come del resto anche J.Fante,  la realtà la trattano come una bella donna a cui togli quel make-up eccessivo … la ritrovi li sul letto pronta  senza veli, senza necessità di nascondersi dietro a paraventi e mistificazioni di alcun genere , è la strada così com’è, prendere o lasciare perdere o vincere come ad una gara di cavalli … ma non è questa anche grande poesia e amore per la vita che va???
 
Davide
“Molte delle canzoni vengono male interpretate, sia dai mass media che dai kids dell’Heavy Metal. Non ci si uccide per una canzone. I problemi sono ben altri. L’Heavy Metal ed il rock’n’roll in generale sono musiche fatte per divertire, per far star bene chi ascolta, per dare nuova energia” ipse dixit Alice Cooper. O anche: “Il rock non eliminerà i tuoi problemi. Ma ti permetterà di ballarci sopra”, Pete Townshend. Cos’è per te il rock e quale funzione ha per te nella società oggi?
 
Gray
Vedi che non è cambiato niente dopo decenni è sempre la solita storia … c’è chi decide di farsi fuori perché è così che va … nessuno può imputare una simile tragedia o follia ad uno che sta li a cantare le sue storie! Il rock vive di leggende perché è cosi che è e che va da sempre … e personalmente io suono perché mi piace senza riconoscere al rock particolari funzioni se non quello di essere una forma d’arte e come tale provocare emozioni … sono le emozioni a fare di noi degli esseri speciali! Naturalmente cambiano i contenuti a seconda dell’autore, c’è chi con la sua musica riesce a farti innamorare o scopare bene, non pensare, un altro a scatenare energia collettiva, evadere dalla realtà e chi ha scritto veri e propri inni per delle rivoluzioni in passato ma tutto è solo una questione di attitudine, solo questo.
 
Davide
Cosa seguirà?
 
Gray
Posso dirti che non lo so????… perché bisogna ancora iniziare e questo viaggio me lo voglio godere fino alla fine prima di chiudere il cerchio!
 
Davide
Grazie e à suivre…

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