KULT Underground

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Intervista con Davide Solfrini

8 min read
Davide Solfrini
“Muda”
il nuovo album, dal 26 Novembre 2013 in CD e tutti gli store digitali da New Model Label
Link a video su Youtube: "Marta Al Telefono":
http://www.youtube.com/watch?v=PJ_apc1aMSw
 
 
Cosa vuol dire Muda? Come può un modello di produzione industriale influenzare la vita di un giovane cantautore?
Esiste un metodo di gestione dei processi produttivi nato in Giappone nella Toyota, poi adattato all’occidente coi concetti di “Lean Production”, “Just in time – la cosa giusta al momento giusto” o “miglioramento continuo”. Detto in poche parole: un’azienda deve trovare la sua massima efficienza nell’ottimizzazione di ogni singolo processo e movimento, il giusto percorso e possibilmente anche il giusto numero di passi per andare dal punto A al punto B, non compiere movimenti a vuoto, eliminare ogni spreco ed ogni perdita di tempo, standardizzare e ottimizzare ogni azione, il “grande nemico” da eliminare è “Muda”: dal Giapponese letteralmente “spreco/ improduttività”.
Inutile dire che Davide Solfrini ha provato in prima persona questo processo nel suo lavoro di operaio semplice presso una grande azienda, e da qui nasce l'idea che alla fine sarà sempre il caos a tornare padrone, e se non sarà il caos materiale, se anche fuori ogni cosa sembrerà funzionare perfettamente, il caos prenderà possesso degli uomini con una sorta di smarrimento dell’anima. La “legge dell’entropia” viene così elogiata perché è comunque un’alternativa al falso ordine.
Infine, di musica stiamo parlando e per scrivere canzoni bisogna prendere tempo, per divertirsi ed innamorarsi bisogna perdere la razionalità, per avere fede bisogna cercare risposte che non esistono. Questa è la qualità della vita pur essendo nella pratica spreco di tempo, ovvero “Muda”.
 
Link: www.newmmodellabel.com
 www.davidesolfrini.it
Contatto per promozione:
 
Govind Khurana – New Model Label
govindnml@gmail.com
 
Biografia:
Davide Solfrini nasce a Cattolica nel 1981 e fin da giovanissimo è impegnato in diverse band locali. Nel 2005 con la band Galimana suona con la star di Woodstock, Country Joe McDonald, sempre nello stesso anno suona basso e chitarre nel disco "Cosmic Sound" di Daniele Baldelli. (Radio Studio+, Studio Delta) E'  ospite frequente negli studi di Radio 1 Rai nei quali ha registrato anche un live all’interno della trasmissione Demo. Davide Solfrini ha all'attivo due EP autoprodotti :“Shiva e il monolocale EP” e “Circadian Blues” (quest’ultimo in inglese con lo pseudonimo di “Giant Ants”) che hanno riscosso un discreto successo a livello di radio locali Web e analogiche ed è tutt’ora al lavoro per la registrazione e composizione di nuovi brani e per l'attività live.
 
Track By Track raccontato dall'autore:
 
Muda”: riassume in un immagine volutamente esagerata e apocalittica tutto questo e mette insieme qua e là senza troppa cura dei nessi logici o continuità elementi della crisi contemporanea mista al macabro revival dello “Yuppismo” anni 80. musicalmente si ispira fortemente alle sonorità di “Mighty Joe Moon” capolavoro del 1994 dei Grant Lee Buffalo
Binari”: nasce dalla suggestione provocata dalla visione della ferrovia abbandonata Fano – Urbino, tratti di binari ancora in buone condizione sbucano all’improvviso dai rovi, affiancano per un tratto la strada poi riscompaiono dietro i giardini delle nuove case, ricompaiono di nuovo dietro un parcheggio e riscompaiono tra l’erba incolta delle periferie. Diventano anche un mio sogno ricorrente dove sembrano simboleggiare comunicazioni ormai perdute o troppo difficili da recuperare, parole e viaggi sepolti nell’anima, che esistono realmente, ma nei quali ormai non crede più nessuno.
Marta Al Telefono”: è una canzoncina pop/malinconica, il cui testo fatto di poche e semplici immagini scivola su una melodia che vuol essere a tutti gli effetti un tentativo (e sottolineo tentativo) di catturare le atmosfere ed i suoni dei R.E.M. dei tempi d’oro.
Ti Piace Quello Che Mangi?”: una delle prime canzoni che ho scritto, erano appena arrivate anche in Italia le patatine Pringles, e dopo aver visto lo spot in tv ho scritto e registrato su una cassetta, con lo stereo di casa, la demo di questa canzone, lì è rimasta per 15 anni circa poi… perché no?
La Vita Degli Altri”: è ispirata al titolo di un film che non ho mai visto e nemmeno so di cosa parla, ma vedendo il trailer questo concetto mi era piaciuto e ci ho sviluppato in pochi minuti un “tema” mio, che con il film ovviamente non c'entra niente (forse il titolo era “Le Vite Degli Altri”) parla del dramma interiore del rendersi conto che alcune persone intorno a te ti offrono più amore di quanto tu ne sappia dare a loro…
Domenica”: una vecchia demo voce e mandolino recuperata e arrangiata in versione up-beat acustica: batteria veloce, chitarrone acustiche e glockenspiel. probabilmente parla di un bambino trascurato da genitori assenti, abbandono che diventa paura e senso di colpa
Cristallo”: nell’anima di alcune persone l’amore e la depressione combattono una guerra infinita, quest’ultima purtroppo rende anche egoisti…
Equilibrio”: canzone vecchia assai! Molti di noi nella vita, da giovani o giovanissimi, hanno avuto una storia d’amore breve, intensa con quella che sembrava essere la ragazza più bella del mondo ma che poi è finita male! Col tempo ci si accorge che in realtà non era per niente quella giusta per noi, magari era solo una stronza egocentrica, ma resta per tanto tempo l’amarezza di quel fallimento del cuore, e del trovarsi di fronte al fatto che non siamo i superman che ovviamente crediamo di essere tutti a 19 / 20 anni… tanti film comunque hanno affrontato meglio di me l’argomento: “Radiofreccia”, “Ovo Sodo” o “Se Mi Lasci Ti Cancello” (un film della madonna penalizzato da una traduzione del titolo in italiano penosa). Anche qui comunque il pretesto è ottimo per tirare fuori Rickenbacker 12 corde, mandolino e varie…
La Mia Bambina”: l’argomento annoso dell’amore immaginato per cercare di far stare in piedi delle sonorità “americana” con un testo in italiano. Immagini semplici, poesia zero e qualche sudata nota di lap steel qua e là (sudata nel senso che per beccare un accordo o un passaggio intonato ho impiegato giorni).
 
 
Intervista
 
Davide R.
Ciao Davide. Dopo svariate esperienze e due mini-album da solista sei giunto al primo esordio “full length”. Lo consideri un punto d'arrivo, di partenza o entrambe le cose?
 
Davide S.
Ciao. …lo considero un primo piccolissimo (ma importante) passo di partenza! Da qui ad arrivare a fare qualcosa di significativo in questo settore la strada è abbastanza lunga  se non impossibile… comunque ne sono fiero perché si tratta di un lavoro totalmente autoprodotto e registrato in casa e, vista la mia scarsa attrezzatura e la mia poca competenza tecnica come fonico, è davvero un buon risultato!
 
Davide R.
“Ti piace quello che mangi?” risale a 15 anni fa. Hai cominciato da adolescente a suonare e a scrivere. Com'è nato questo bisogno di fare canzoni e cosa è ancora o cosa è divenuto oggi?
 
Davide S.
Il bisogno forse c’è sempre stato, fin da bambino e da preadolescente ho sempre suonato ed ascoltato un sacco di musica, è sempre stato il mio bisogno principale (anche se quasi mi vergognavo ad ammetterlo… in certi ambienti, anche tra le persone che pensano al tuo bene, dichiarare che il tuo primo interesse non è il lavoro, la famiglia o il calcio è un tabù,  più o meno come l’incesto…!) oggi è ancora la mia principale vocazione.
 
Davide R.
Parlaci dei musicisti che hanno suonato con te in questo disco.
 
Davide S.
Nelle 9 tracce in studio ho suonato praticamente tutto io, eccetto la batteria sui brani 2, 3, 5 e 7 dove è stata suonata dal mio amico e “collaboratore da una vita” Francesco Cola, e i cori sui brani 2 e 3 che sono stati fatti da mia sorella Valentina. Nel brano 10 (quello live) oltre al solito Francesco Cola ci sono 2 veri professionisti, anche loro collaboratori ai quali sono debitore, Omar Bologna e Matteo Dondi (aka Mr. Soul e chitarrista degli Small Jackets).
 
Davide R.
“Marta al telefono”, come tu stesso dici, ma anche “Domenica” rievocano la musica dei R.E.M. di “Losing my religion”/”Out of time”. Le tue canzoni, anche se cantate in italiano, ruotano attorno a uno stile viscerale, intuitivo e diretto più di certo rock americano che britannico. Quali sono stati i tuoi riferimenti musicali più importanti?
 
Davide S.
Si. R.E.M sopra tutti, ma c’è anche tantissima west coast, l’alternative country degli anni ’90 (Jayhawks e Grant Lee Buffalo per primi), poi ovviamente il brit pop, dagli Smiths ai La’s e chi più ne ha più ne metta…
 
Davide R.
Cattolica, città natale di Samuele Bersani. Che rapporto hai con la tua città e cos'altro c'è di buono da ascoltare dalle tue parti?
 
Davide S.
Beh… io non sono proprio di Cattolica ma posso dire di conoscerla bene, è un po’   la mia seconda casa, purtroppo ultimamente sono un po’ fuori dal giro e non saprei parlare della realtà attuale, sicuramente dalla porta accanto (Riccione) arrivano i Nobraino!
 
Davide R.
Venendo a un certo discorso sull'entropia… e alla tua copertina nera. Il nero per via del Caos originario da cui tutto deriva e in cui, mancando la luce, tutte le cose erano indistinte e presenti solo in potenza? E verso il quale tutto torna?
 
Davide S.
Onestamente il tema lo ha sviluppato il grafico, ma direi che la tua spiegazione ci sta perfettamente, il vuoto e il caos sono il filo conduttore di tutto il disco.
 
Davide R.
Citando Emil Cioran, si avvicina all'essenza del Tempo soltanto chi sa sprecarlo?
 
Davide S.
Proprio così! E visto che non conoscevo né quest’aforisma né il suo autore, d’ora in poi lo userò anche io come spiegazione (…)
 
Davide R.
Cosa seguirà per promuovere “Muda” o quali altri progetti hai per il futuro?
 
Davide S.
Speriamo più live possibile e, non appena avrò tempo e risorse, dentro la mia testa è già pronto un nuovo album!
 
Davide R.
Grazie e à suivre.
 
Davide S.
Grazie a te per questo spazio, a presto!

 

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