Di Consoli, ma con foga da filologo, s’appassiona in introduzione al rapporto tra Americo Vespucci e lo stesso immenso Stefan Zweig. Ma “Amerigo” non è che dedizione a una causa ben precisa: verità e giustizia. Se, in buona sostanza, la maggior parte delle persone oggi sanno che non fu Amerigo Vespucci a scoprire l'America, non tutti sanno invece che non fu il navigatore toscano ad affermare – mai – d’esser stato il primo uomo europeo a mettere piede sul nuovo continente, né, cosa forse ancora più importante, pretese mai di dargli il proprio nome. E Zweig, drammaturgo drammaticamente assassinatosi e romanziere giovane ma già di grande fama, scrive un opera letteraria che potremmo definire come l’unica o la più grande azione utile a riconsegnare dignità all’Amerigo Vespucci lungamente calunniato; si noti, per esempio, che tra i più accaniti detrattori di Vespucci troviamo il nome impensabile del poeta Emerson. Con piglio giornalistico, il grande austriaco Zweig, con una scrittura che si ferma a poco prima del momento che vede lo scrittore darsi la morte insieme alla sua seconda moglie, spiega quanto e cosa c’è stato di rocambolesco dietro al nome America, anzi dietro alla decisione universale potremmo dire, di consegnare al Nuovo Mondo il nome America in ‘ricordo’ d’Amerigo e non del genovese, amico comunque di Vespucci, Cristoro Colombo primo scopritore in realtà delle Americhe. Questo libro, finalmente restituito a lettrice e lettore italiano, uscì negli Usa il giorno della morte di Stefan Zweig. Sarà come dice Andrea Di Consoli, che in filigrana al testo possiamo trova l’esistenza dello stesso scrittore perseguitato dal nazismo fino all’esilio? O che più normalmente Zweig abbia voluto omaggiare un personaggio storico a suo pensare ingiustamente condannato? La sorte, possiamo specificare infine, tra l’altro vide finire la vita di Colombo e di Vespucci alla medesima maniera. Soli, poveri e dimenticati. Gli errori tipografici e le furbizie tipografiche del Cinquecento, del Seicento e così via, quindi, non portarono bene né a C. Colombo né tantomeno all’uomo di mare che involontariamente diede titolo a terre forse nuove.
Nunzio Festa è nato a Matera, ha vissuto Pomarico e vive in Lunigiana.
Giornalista, poeta, scrittore.
Collabora con Liguria Today, L’Eco della Lunigiana, Città della Spezia, La Voce Apuana e d’altri spazi cartacei e telematici, tra i quali Books and other sorrows di Francesca Mazzucato, RadioA, RadioPoetanza e il Bollettino del Centro Lunigianese di Studi Danteschi; tra le altre cose, ha pubblicato articoli, poesie e racconti su diverse giornali, riviste e in varie antologie fra le quali:
Focus-In, Liberazione, Mondo Basilicata, Civiltà Appennino, Il Quotidiano del Sud, Il Resto.
Per i Quaderni del Bardo ha pubblicato “Matera dei margini. Capitale Europea della Cultura 2019” e “Lucania senza santi. Poesia e narrativa dalla Basilicata”, oltre agli e-book su Scotellaro, Infantino e Mazzarone e sulle origini lucane di Lucio Antonio Vivaldi; più la raccolta poetica “Spariamo ai mandanti”, contenenti note di lettura d’Alessandra Peluso, Giovanna Giolla e Daìta Martinez e la raccolta poetica “Anatomia dello strazzo. D’inciampi e altri sospiri”, prefazione di Francesco Forlani, postfazione di Gisella Blanco e nota di Chiara Evangelista.
Ha dato alle stampe per Historica Edizioni “Matera. Vite scavate nella roccia” e “Matera Capitale.
Vite scavate nella roccia”; come il saggio pubblicato prima per Malatempora e poi per Terra d’Ulivi “Basilicata. Lucania: terra dei boschi bruciati. Guida critica.”. Più i romanzi brevi, per esempio, “Farina di sole” (Senzapatria) e “Frutta, verdura e anime bollite” (Besa), con prefazione di Marino Magliani e “Il crepuscolo degli idioti (Besa).
Per le edizioni Il Foglio letterario, i racconti “Sempre dipingo e mi dipingo” e l’antologia poetica “Biamonti. La felicità dei margini. Dalla Lunigiana più grande del mondo”.
Per Arduino Sacco Editore “L’amore ai tempi dell’alta velocità”.
Per LietoColle, “Dieci brevissime apparizioni (brevi prose poetiche)”.
Tra le altre cose, la poesia per Altrimedia Edizioni del libro “Quello che non vedo” (con note critiche di Franco Arminio, Plinio Perilli, Francesco Forlani, Ivan Fedeli, Giuseppe Panella e Massimo Consoli) e il saggio breve “Dalla terra di Pomarico alla Rivoluzione. Vita di Niccola Fiorentino”.
Per Edizioni Efesto, “Chiarimenti della gioia”, libro di poesie con illustrazioni di Pietro Gurrado, note critiche di Gisella Blanco e Davide Pugnana.
Per WritersEditor, la biografia romanzata “Le strade della lingua. Vita e mente di Nunzio Gregorio Corso”.
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