I due uomini della manutenzione entrarono nell’infermeria dell’Enterprise trasportando con fatica una serie di cartoni da imballo.
L’infermiera Christine Chapel, seduta alla reception, li guardò incuriosita mentre riponeva le provette delle analisi nell’apposito recipiente.
"Buongiorno, cosa desiderate?" chiese mentre i due inservienti appoggiavano i pesanti contenitori sul pavimento.
"Dobbiamo sostituire i computer di questo reparto ed integrarli alla nuova rete del sistema centrale, sarebbe così gentile da aiutarci a liberare quelle scrivanie?" domandò il più smilzo mentre si accingeva ad aprire il cartone con un cutter ben affilato.
"Aspetti un momento, prima devo chiamare il dottor McCoy, senza la sua autorizzazione non potete toccare quelle macchine." precisò l’infermiera attivando l’interfono interno.
"Il dottor McCoy è desiderato urgentemente alla reception."
Il tecnico si mise pazientemente in attesa approfittando della pausa fuori programma per asciugarsi la fronte imperlata di sudore.
Dopo pochi minuti il dottor McCoy uscì dal laboratorio di ricerca.
Il camice che indossava, macchiato in più punti da una strana sostanza viscida., fece chiaramente intendere che era stato interrotto durante lo svolgimento di un importante esperimento.
"Infermiera, cosa succede?" domandò con una certa urgenza.
Christine indicò vagamente gli inservienti e gli scatoloni sul pavimento.
"Questi signori sono i tecnici dei computer, devono sostituire le nostre macchine con quelle nuove apparecchiature."
McCoy si avvicinò con sospetto agli imballi, raccolse i pugni lungo i fianchi e si volse verso i due folgorandoli con uno sguardo severo.
"Computer? Voi non sostituirete proprio nulla qui dentro! In questo momento siamo molto impegnati, prima di andarvene portate via quelle scatole e liberate l’ingresso della mia infermeria." concluse rapidamente ritornando sui suoi passi.
Sul momento il tecnico non comprese l’atteggiamento ostile del medico, affrettandosi lo raggiunse lungo il corridoio.
"Dottore, aspetti, noi abbiamo degli ordini ben precisi da eseguire, non può trattarci in questo modo."
McCoy si fermò un po’ seccato per l’insistenza dell’inserviente.
"Ordini? Chi vi ha impartito questi ordini?"
"Il signor Spock in persona."
"Spock? C’era d’aspettarselo." sottolineò il medico sbottonandosi il camice, poi indicando il suo vecchio computer ai bordi della scrivania precisò.
"Senti ragazzo, lo vedi quello? Con lui ho scritto la mia tesi di laurea e le mie prime ricette, fino ad oggi non mi ha mai creato problemi e non ho davvero nessuna intenzione di sostituirlo, forse non ne sei al corrente, ma io detesto i computer moderni e le diavolerie elettroniche."
Tirando fiato il tecnico mostrò il foglio con le istruzioni dettagliate sull’utilizzo del nuovo dispositivo.
"Dottore, stiamo sostituendo l’intera rete ed il sistema operativo, il suo calcolatore è troppo vecchio per poter essere integrato al computer principale…le posso assicurare che la nuova macchina sarà uno strumento semplicissimo da usare ed estremamente più veloce."
McCoy non volle sentire nient’altro, prese il giovane per un braccio accompagnandolo decisamente verso l’uscita fra lo sguardo attonito del suo collega che in quel momento non sapeva esattamente cosa fare.
"Te lo ripeto guardiamarina, non voglio il tuo computer, e per quanto riguarda i tuoi ordini, puoi fare tranquillamente rapporto al signor Spock, e adesso fuori di qui!"
Fra le inutili lamentele le porte dell’infermeria si richiusero.
Christine s’offerse d’aiutare i due malcapitati a trasportare gli imballi verso il turboelevatore scusandosi per il comportamento bizzarro del suo superiore.
Quando rientrò vide in lontananza il dottor McCoy sbattere con violenza le porte del laboratorio agitando le braccia verso l’alto, sorridendo s’immaginò l’espressione del signor Spock una volta che fosse venuto a conoscenza dell’accaduto.
Un episodio di tale gravità non poteva certamente passare inosservato, la notizia fece rapidamente il giro dell’Enterprise fino a giungere sul ponte di comando.
Il capitano Kirk lesse il rapporto e si alzò dalla poltrona di comando affiancandosi al Primo Ufficiale.
"Signor Spock, sembra ci siano dei problemi con l’installazione dei nuovi computer in infermeria."
Il Vulcaniano distolse per un attimo la sua attenzione dalla console scientifica.
"Temo che la natura del problema sia da ricercarsi, come di consueto, esclusivamente nel comportamento del dottor McCoy."
Kirk sospirando annuì facendo segno al suo secondo di seguirlo nel turboelevatore.
"Signor Sulu, prenda lei il comando, se avrà bisogno di me potrà trovarmi in infermeria."
"Allora Bones, vuole spiegarmi cosa diavolo sta succedendo qui?" chiese Kirk con tono volutamente serio.
"Non capisco capitano, a cosa si riferisce?" rispose McCoy dal fondo della sua scrivania.
"Bones, non faccia il furbo, lei lo sa benissimo, ha scacciato i tecnici incaricati di sostituire quell’aggeggio da museo." ribatté Kirk indicando la macchina con la quale il medico stava redigendo proprio in quel momento il suo rapporto.
"È vero capitano, forse sono stato un po’ troppo brusco, ma nessuno potrà privarmi di questo gioiello. Nemmeno lei signor Spock."
Il Vulcaniano mantenne un’espressione neutra sul suo volto impassibile.
"Dottore, la sua irrazionalità sta compromettendo l’intero ristrutturazione della rete centrale. Per quanto è stato possibile ho rinviato la sostituzione della sua unità, già obsoleta per qualsiasi standard accettabile; con il nuovo sistema operativo però sarà costretto a rinunciarvi ed adattarsi a lavorare su nuove macchine."
McCoy non parve per nulla soddisfatto di quella prospettiva, guardò verso il capitano che fino a quel momento era rimasto in disparte e volgendosi verso il Vulcaniano precisò.
"Non se ne parla nemmeno! Spock, lei può fare quello che vuole su tutta la nave, cambi pure i computer che desidera ed ammoderni quello che le pare, ma quando si tratta dell’infermeria sarò io a decidere."
Il Vulcaniano mosse impercettibilmente alcuni muscoli facciali trattenendo a stento le emozioni che il medico recalcitrante gli stava facendo riaffiorare, congiungendo con calma le mani sul petto puntualizzò.
"Dottore, lei è un incompetente in fatto di calcolatori, vuole capire che la nuova rete funzionerà solamente se tutti i terminali saranno collegati simultaneamente al cervello principale?"
"Signor Spock, non m’interessa proprio nulla dell’aspetto tecnico della faccenda, lei non porterà via il mio computer!"
Kirk osservò il battibecco lasciando che le due parti si dicessero tutto quello che dovevano dirsi, poi frapponendosi fra loro propose un compromesso.
"Signor Spock, potremmo escludere il terminale del dottor McCoy dalla rete, lo potrà utilizzare dal suo alloggio come strumento per uso privato, mentre qui in infermeria saranno installati i nuovi computer come da programma prestabilito. Cosa ne pensa?"
Lo scienziato alzò un sopracciglio e fissò il medico ancora alterato per il piccolo diverbio sostenuto.
"La sua è una soluzione accettabile capitano, sempre che il dottor McCoy non trovi nulla da ridire."
"Allora Bones, siamo d’accordo?" chiese Kirk allungando la mano verso il medico ancora intento a riflettere sulla proposta.
Recalcitrante McCoy si chinò verso la sua scrivania, borbottando qualcosa scollegò il cavo principale d’alimentazione e raccolse gelosamente l’unità mobile della macchina tenendola in grembo come fosse un bambino appena nato.
"Va bene capitano, siamo d’accordo…signor Spock può far tornare i tecnici ed installare i suoi dannati computer nell’infermeria, e adesso se volete scusarmi vado a riporre questo nel mio alloggio."
Mentre il medico lasciava la stanza Kirk e Spock si scambiarono uno sguardo di complicità, soddisfatti dell’accordo raggiunto tornarono in plancia per completare la missione di rilevamento.
Almeno per il momento, quella piccola questione era stata risolta.
Diario del capitano, data astrale 1758.3
I nuovi computer sono stati istallati in tutta la nave con pieno successo, infermeria compresa, il signor Spock sta ultimando gli ultimi collegamenti alla rete primaria.
Dalle prime verifiche l’efficienza del sistema è già migliorato del duecento per cento.
Fra breve termineremo la missione di rilevamento e ci dirigeremo verso la Base Stellare Sette per un meritato periodo di riposo.
La voce del tenente Uhra, dalla postazione di comunicazione, sovrastò il rumore di fondo della plancia dell’Enterprise.
"Capitano, sto captando una richiesta di soccorso."
Kirk girò prontamente la poltrona centrale verso la sua direzione.
"Origine della trasmissione?"
"Sconosciuta capitano, l’interferenza di fondo è troppo intensa, sto tentando di filtrare la ricezione." rispose la Bantu modificando i parametri dei rivelatori.
Dopo alcuni secondi una voce leggermente distorta si diffuse dagli altoparlanti.
"A qualsiasi nave nelle vicinanze…chiediamo soccorso immediato…"
"Signor Chekov, è riuscito a determinare la provenienza della trasmissione?" chiese Kirk raggiungendo il Russo alla console di navigazione.
"Sembrerebbe provenire dai confini della Zona Neutrale Romulana, il nuovo sistema di navigazione ha già tracciato la rotta capitano, cosa facciamo?"
Kirk si risedette pensieroso, avvicinarsi alla Zona Neutrale era alquanto pericoloso, i Romulani con ogni probabilità non avrebbero compreso le loro buone intenzioni interpretando la loro presenza come un voluto atto di ostilità.
Si volse verso il Vulcaniano sperando che avesse qualche prezioso consiglio da fornire, ma almeno in quella situazione notò solamente la sue espressione forzatamente neutra.
"A qualsiasi nave nelle vicinanze…chiediamo soccorso immediato…"
Sentendo nuovamente la richiesta disperata i dubbi del capitano svanirono, strinse i braccioli della poltrona sentendo salire il livello d’adrenalina nel sangue.
Dei Romulani si sarebbe preoccupato in un secondo tempo, auspicando che nel loro codice di navigazione esistessero le parole: missione di soccorso.
"Molto bene signor Chekov, inserisca la rotta, ci porti lì a massima curvatura."
Il relitto della nave misteriosa ruotava su se’ stesso proprio ai limiti della Zona Neutrale sprigionando nello spazio voluttuose nuvole di gas, l’Enterprise si avvicinò preparandosi ad abbordarla ed a recuperare i sopravvissuti del disastro.
Negli archivi della Federazione un vascello con simili caratteristiche non era mai stato catalogato in precedenza, e questo turbò non poco il capitano, ad ogni modo diede ordine alle squadre di tenersi pronte.
"Sala teletrasporto? Scotty, siete pronti per il recupero?"
"Si capitano, al suo comando." confermò lo Scozzese attivando i sensori principali del teletrasporto.
"Energia!"
Dopo alcuni minuti il segnalatore sul bracciolo della poltrona trillò avvisando Kirk di una chiamata interna.
"Si Scotty? Trasporto terminato? Vorrei lasciare questa zona al più presto."
Dal tono di voce dell’ingegnere fu subito chiaro che qualcosa non era andato per il verso giusto.
"Capitano, non riesco ad avere un segnale preciso d’aggancio, dubito che su quel relitto ci sia qualcuno da portare a bordo."
Kirk s’irrigidì raggiungendo con un balzo la postazione scientifica.
"Signor Spock, cosa sta succedendo?" chiese mentre osservava il vascello ancora inquadrato sul grande schermo.
Il Vulcaniano effettuò una nuova scansione ed introdusse una serie di equazioni nel computer centrale.
"Inesplicabile capitano, rilevo ancora delle forme di vita umanoidi a bordo, tuttavia, ci sono alcune nuove variazione rilevate dai sensori, l’ipotesi del signor Scott potrebbe essere valida e la comunicazione essere solamente un messaggio registrato."
"Allarme rosso, scudi alzati!!!" si affrettò ad ordinare Kirk sperando che non fosse già troppo tardi.
Un colpo di striscio colpì l’Enterprise facendola vibrare lungo tutto lo scafo, alcune postazioni iniziarono ad emettere scintille multicolori mentre il personale si aggrappava come meglio poteva alle paratie di protezione.
Alle spalle del relitto vagante una forma indistinta si deoccultò facendo comparire la sagoma sinistra di un incrociatore da battaglia Romulano, sotto il suo ventre piatto il globo di plasma distruttivo era già stato innescato e pronto al lancio.
Kirk si rialzò dal pavimento riguadagnando la poltrona di comando.
"Signor Sulu, ci porti immediatamente lontano da qui."
"Agli ordini capitano."
Un sibilo acuto si insinuò sul ponte mentre lo schermo si disattivava diventando inspiegabilmente nero come la pece.
"Ma cosa sta succedendo signor Spock?" chiese il capitano osservando lo scienziato digitare freneticamente una sequenza di tasti dalla console del computer principale.
Tutta l’attenzione dei presenti si diresse verso il Vulcaniano mentre senza sosta lavorava a più console contemporaneamente.
"Allora Spock, cos’è successo? Lì fuori c’è un incrociatore Romulano pronto a colpirci, mi dica qualcosa, presto!"
Lo scienziato non rispose, continuò ad inserire una serie di comandi finché non si adagiò sfinito allo schienale.
"Molto astuto capitano, i Romulani dopo averci adescati con quel falso segnale di soccorso hanno superato i nostri scudi ed introdotto un virus attivo nel computer, attraverso la nuova rete esso si è rapidamente diffuso in tutti i sistemi nel tentativo di raggiungere il nucleo centrale. Fortunatamente sono riuscito a criptare il suo accesso impedendo d’intaccare i banchi principali di memoria."
Kirk guardò il Vulcaniano di traverso cercando di fare il punto della situazione.
"Mi faccia ben capire Spock, vuole forse dire che non possiamo più utilizzare il computer?"
"Nell’attuale situazione temo proprio di no."
Non riuscendo più a trattenere il proprio disappunto Kirk batté il palmo della mano sul bracciolo della poltrona.
"Dannazione! Come possiamo affrontare i Romulani se non riusciamo nemmeno ad avere una loro immagine sul visore? Spock, lei deve fare qualcosa e permettere al computer di operare indipendentemente dalla rete principale."
Il Vulcaniano lasciò trapelare una certa inflessione emotiva nelle sue parole.
"Purtroppo ciò non sarà possibile capitano, a meno che lei non desideri che i Romulani prendano il completo controllo dell’Enterprise."
Le luci sulla plancia si affievolirono ulteriormente mentre una voce sprezzante si inserì nei canali di trasmissione.
"Capitano Kirk, abbiamo neutralizzato il vostro computer, le concediamo dieci minuti per abbassare gli scudi e disarmare i vostri pezzi. Si prepari ad essere abbordato."
Kirk immaginò di avere il suo interlocutore inquadrato sullo schermo principale, purtroppo ancora totalmente inoperante.
"Con chi ho l’onore di parlare?" domandò evitando opportunamente di chiedere spiegazioni sul vile attacco.
Tra i rumori di statica il nemico rispose con tono trionfante.
"Mi chiamo Tallek, Primo Centurione della guardia imperiale Romulana, a quanto pare il solo che sia riuscito a catturare la migliore nave della Federazione. Si arrenda capitano, non ha nessuna possibilità di combattere o di fuggire, mi creda, preferirei condurvi su Romulus come trofeo di guerra, ma se mi costringe sarò costretto a disintegrarvi qui nello spazio."
Tra la penombra Kirk sentì gemere i suoi uomini in attesa della sua prossima mossa, gli parve perfino d’intravedere le orecchie appuntite del Primo Ufficiale ed in quel momento maledì la nuova rete di computer che stava immobilizzando la sua nave.
Dieci minuti erano un tempo veramente esiguo per reagire, Kirk chiamò urgentemente a rapporto gli ufficiali anziani direttamente in plancia.
Tutti i sistemi essenziali, come il sostentamento vitale, gli scudi e gli ammortizzatori inerziali, erano stati commutati sui comandi manuali, ma senza l’ausilio dei computer non ci sarebbe stato modo d’impegnare l’Enterprise in combattimento.
Il signor Scott giunse in ritardo attraverso il sifone del turboascensore, aprì il pannello laterale e si fece strada con l’ausilio di una serie di torce ad alto rendimento.
"Grazie Scotty, quelle ci saranno veramente utili." disse Kirk piazzando gli illuminatori intorno ai passamano rossi del ponte di comando.
"Signor Spock, è possibile manovrare la nave esclusivamente con i comandi manuali?" chiese immediatamente entrando nel vivo della discussione.
Rischiarato dalla luce della torcia che rendeva il suo aspetto ancora più alieno del solito, il Vulcaniano precisò.
"In teoria si capitano, ma senza i sensori di navigazione non sapremmo esattamente dove dirigere ed una volta usciti dalla curvatura le probabilità di scontrarci contro un corpo celeste sarebbero alquanto elevate. Vede capitano, questa nave dipende quasi totalmente dal computer centrale per espletare al meglio le sue funzioni."
Kirk assentì massaggiandosi il mento, ogni secondo che passava le luci sulle postazioni diventavano sempre più fievoli come se la vita stessa dell’Enterprise venisse lentamente prosciugata.
"Signor Scott, cosa può dirmi dei motori? Potrebbe manovrarli manualmente?"
L’ingegnere celò il suo imbarazzato nascondendosi nel cono d’ombra della luce d’emergenza.
"Direi di si capitano, ma avrò bisogno di tre squadre di uomini che mi aiutino ad effettuare le dovute correzioni nella miscela materia antimateria. Una soluzione di questo tipo non è mai stata tentata in precedenza, e mi creda, la sua riuscita è veramente molto incerta."
"Sempre meglio che arrenderci ai Romulani, non crede?" sottolineò argutamente Kirk.
"Certo capitano, ha perfettamente ragione." ammise lo Scozzese ritrovando il suo consueto ottimismo.
"Probabilmente i Romulani, credendoci totalmente inermi, hanno mantenuto la stessa posizione, se li colpissimo con un colpo di phaser diretto e poi ci gettassimo in curvatura li coglieremmo di sorpresa." ipotizzò Kirk cercando conferma dal Primo Ufficiale.
"Capitano, i Romulani ci sarebbero subito addosso, senza il computer non possiamo manovrare né disimpegnarci." concluse lo scienziato non vedendo soluzione logiche da proporre.
"Non intendo manovrare signor Spock, sarebbe sufficiente seguire una semplice rotta rettilinea verso il territorio della Federazione."
Il Vulcaniano si preparò a ribattere quando il capitano l’interruppe folgorato da un’intuizione geniale.
"Lei ha perfettamente ragione signor Spock, il computer principale è stato isolato, ma se riflettiamo attentamente c’è ancora una macchina che non ha subito l’influenza dal virus Romulano, quella nell’alloggio del dottor McCoy."
Alcuni commenti poco edificanti si propagarono immediatamente nell’oscurità, Spock per primo diede voce alle paure dei suoi colleghi.
"Capitano, non può dire questo seriamente, quella macchina è poco più di un rottame e totalmente inutilizzabile in questo frangente."
Il tono di Kirk si fece più incerto, avrebbe tentato qualsiasi cosa pur di salvare la sua nave, anche un’iniziativa disperata.
"Lo so signor Spock, la sua velocità e la sua memoria interna sono praticamente inesistenti, utilizzarlo equivarrebbe a voler fermare un fiume in piena con un foglio di carta…però se ben ricordo lei ha già realizzato in passato un calcolatore con il solo ausilio di strumenti antiquati." incalzò Kirk ricordando l’incidente temporale che li ricondusse sulla Terra degli anni trenta.
"Non potrebbe studiare un limitatore che gli consenta d’immagazzinare solamente alcune istruzioni del computer centrale ed inviarle ai rispettivi organi di controllo? La sua incompatibilità con la rete lo renderebbe immune dal virus Romulano."
Il Vulcaniano alzò entrambe le sopracciglia facendole scomparire sotto la frangia di capelli scuri, preferì non esprimersi mentre valutava attentamente tutte le probabilità di un simile tentativo.
"Si potrebbe provare capitano, tuttavia dubito che il dottor McCoy vorrà mettere a disposizione il suo calcolatore, ci sono buone probabilità che esso rimanga irrimediabilmente danneggiato dalle modifiche che dovrò apportare."
Kirk si rilassò per alcuni secondi sulla poltrona lasciando defluire la tensione accumulata, si sentì più sollevato sapendo di avere una labile possibilità contro i Romulani, aprì il comunicatore e chiamò direttamente l’infermeria.
"Bones? Mi riceve? Salga immediatamente in plancia attraverso il condotto secondario del turboelevatore, e cosa più importante, porti con se’ il suo calcolatore personale."
La voce del medico risultò lievemente alterata dal piccolo altoparlante del minicom.
"Come dice scusi? A cosa può servirle quella macchina da museo?" domandò McCoy pensando che in plancia fossero tutti impazziti.
"Adesso non ho tempo per spiegarle, ci raggiunga subito, è un ordine! Lei ancora non lo sa Bones…ma probabilmente il suo computer ci salverà la vita."
Il dottor McCoy stava osservando con apprensione il Vulcaniano mentre, armato di cacciavite, apriva la suo calcolatore facendo fuoriuscire i circuiti stampati sul tavolino di lavoro.
Quando infine tolse l’alimentatore principale, lasciando penzolare i cavi di collegamento lungo i bordi, il medico provò una fitta allo stomaco.
Spock sentì il suo fiato caldo sul collo, si volse esprimendo con un’espressione contrariata tutto il suo disappunto.
"Dottore, le dispiacerebbe allontanarsi?" chiese gentilmente riprendendo il mano l’attrezzo.
McCoy deglutì e si diresse verso il capitano Kirk chino sotto la postazione comunicazioni.
"Jim, preferisco tornare in infermeria, qui non sono di nessuna utilità."
"Va bene Bones, vada pure…e grazie ancora per la collaborazione."
Prima di rientrare nel condotto McCoy si fermò a fianco del Vulcaniano interrompendolo nuovamente.
"Spock, non ce la farà, quella macchina è più testarda di un mulo, nessun tecnico è mai riuscito a modificare i suoi circuiti interni, è come un essere vivente, rifiuta qualsiasi modifica della sua struttura di base; mi creda ci ho già provato in passato."
Il Vulcaniano appoggiò il cacciavite ed elevandosi all’altezza del medico sottolineò.
"Dottore, lei attribuisce caratteristiche umane ad un oggetto antico di decine di anni, inutile e del tutto obsoleto, la sua illogica emotività le fa vedere cose che non esistono. Adesso se non le rincresce ho del lavoro urgente da ultimare."
McCoy preferì non ribattere e s’immerse nuovamente nel cunicolo dando un ultimo sguardo al suo computer ormai completamente sventrato.
Nel frattempo, dall’altro lato della plancia, il capitano Kirk attivò il minicom chiamando con urgenza la sala macchine.
"Scotty? Come procedono i lavori?"
"Abbiamo quasi ultimati i preparativi capitano, fra alcuni minuti daremo piena potenza ai motori, ma lo sbalzo di potenza potrebbe rendere il volo alquanto movimentato."
"Grazie Scotty, non si preoccupi, mi chiami non appena sarà pronto. Kirk chiudo."
Spock raggiunse il capitano reggendo una serie di cavi attorcigliati, alcuni tagli lungo le sue dita affusolate lasciavano fuoriuscire del sangue verde, come se il suo recalcitrante paziente non fosse per nulla soddisfatto di quell’intervento chirurgico.
"Signor Spock, è ferito?"
"Nulla d’importante capitano, le dispiacerebbe seguirmi alla console principale, abbiamo qualche problema."
I due ufficiali si mossero con cautela nella penombra evitando di inciampare nelle poltroncine riverse sul pavimento.
"Ecco capitano, lo vede questo? È il disco rigido del calcolatore, ed è stracolmo di dati."
"Dati? Di quali dati si tratta?" chiese Kirk osservando il piccolo contenitore metallico nelle mani del Vulcaniano.
"I files contengono una lunga ed elaborata tesi di dottorato, centinaia di prolisse ricette mediche e note personali del dottor McCoy. Se non libero la macchina non avremo spazio per inserire le nuove istruzioni, anche perché sarò costretto ad interfacciarla con quei tricorder per limitare l’afflusso dei dati provenienti dal computer centrale."
Kirk osservò disgustato quell’ammasso informe di circuiti domandandosi come in passato i tecnici potessero realizzare macchine di quel tipo.
Senza mezzi termini infine ordinò.
"Signor Spock, cancelli la memoria del computer."
"Ma capitano, il dottor McCoy perderà tutti i suoi archivi, questo non mi sembra moralmente corretto."
"Signor Spock, lo faccia, è un ordine! Spiegherò io la situazione al dottore." tagliò corto Kirk allontanandosi dallo scienziato.
"Signor Sulu, quando tempo allo scadere dell’ultimatum?"
"Tre minuti capitano." rispose l’asiatico controllando il suo cronometro personale.
Kirk non poté evitare di fissare lo schermo principale domandandosi cosa avrebbe fatto il suo nemico.
"Signor Spock, ha ultimato il collegamento?"
"In questo preciso momento capitano, i dati stanno lentamente affluendo nel computer del dottor McCoy, aveva ragione, il virus Romulano non ha nessun effetto su di esso."
"Per prima cosa si prepari ad aprire il fuoco sul vascello nemico al mio comando. Scotty? È pronto?"
Dalla sala macchine si distinsero nettamente ordini ed urla concitate dei motoristi impegnati nelle operazioni di stabilizzazione delle matrici.
"Si capitano, siamo pronti."
"Signor Spock, apra il fuoco sulle coordinate precedenti."
Inspiegabilmente non successe nulla.
"Signor Spock, le ho detto di aprire il fuoco." ripeté Kirk.
"Si capitano, ho sentito, ma il processore della macchina è molto lento, ci vorranno ancora due minuti per elaborare le istruzioni del computer centrale."
"Due Minuti???" gemette Kirk passandosi il palmo della mano sulla fronte sudata.
L’attesa parve durare un’eternità, tutti fissarono lo strano marchingegno sulla console scientifica sperando che eseguisse correttamente quello che gli era stato ordinato.
Un piccolo sovraccarico fece scintillare uno dei tricorder di limitazione facendo temere un principio d’incendio, poi con il suo tipico rintocco secco il raggio del phaser partì dalle bocche di fuoco dell’Enterprise colpendo in pieno la nave Romulana.
Kirk esultò e diede ordine alla sala macchine di dare piena potenza ai motori principali.
Con un rombo assordante l’Enterprise virò ed entrò in curvatura mentre le strutture dei piloni di sostegno iniziarono a tremare senza sosta.
Fra le vibrazioni insostenibili Kirk si ritrovò disteso sul pavimento schiacciato dall’incredibile accelerazione.
"Spock, rapporto."
"Integrità strutturale al quaranta per cento capitano…cinquanta per cento…sessanta per cento…ottanta per cento. Per il momento siamo in salvo, presumo che raggiungeremo la massima accelerazione fra tre virgola due secondi" rispose il Vulcaniano pigiando con la mano il trasmettitore infilato nel suo orecchio appuntito.
"Stabili ed in rotta." confermò il signor Chekov raccogliendo i rapporti delle varie stazioni d’osservazione.
Kirk si avvicinò con estrema cautela all’apparato balzando sopra i cavi sparsi sul pavimento.
"Signor Spock, richieda una scansione sensoriale della zona."
"Si capitano, tempo previsto per la risposta: cinque minuti."
"Cinque minuti??? La prego signor Spock, in futuro non ripeta più il tempo d’elaborazione del processore del dottor McCoy, quando avrà quei dati me li dica e basta." gemette tornando alla console di comunicazione.
Navigare nell’oscurità più totale ed inseguiti da una nave nemica era un’esperienza snervante per qualsiasi comandante, Kirk si tenne occupato semplificando i moduli dei relais per non pensare al peggio.
Dopo un tempo indefinito il Vulcaniano lo richiamò.
"Capitano, abbiamo la scansione a lungo raggio."
"Rapporto signor Spock."
"L’incrociatore da battaglia Romulano ci sta inseguendo, il nostro margine di vantaggio è veramente molto esiguo, stimo che potranno intercettarci al massimo fra dieci virgola tre minuti, sempre che non accelerino oltre i limiti di sicurezza."
"La ringrazio per la precisazione, sala macchine? Scotty, bisogna aumentare la velocità della nave o tra breve i Romulani ci saranno addosso, mi dica che può farlo." implorò Kirk sperando che nel frattempo il capo ingegnere avesse escogitato qualche sistema per aumentare l’efficienza dell’Enterprise.
"Capitano, potrei inserire tutte le batterie di riserva ed i banchi energetici, ma in questo modo non potrete più rispondere al fuoco."
"Scotty, non ci pensi e lo faccia! Non sarà certo con le armi che ci toglieremo fuori da questo guaio."
Sul ponte di comando dell’incrociatore da battaglia Romulano la tensione era salita alle stelle.
Dopo essere stato giocato dall’Enterprise il comandante Tallek convocò d’urgenza il suo staff scientifico, li attese impazientemente seduto sulla sua poltrona a forma di trono mentre seguiva con attenzione la fuga della nave federale attraverso l’iperspazio.
Quando giunsero al suo cospetto li fece mettere sull’attenti impugnando il disgregatore.
"Idioti!!! Siete tutti degli idioti!!! Mi avevate garantito che il virus avrebbe paralizzato completamente il loro computer, e adesso? Guardate lì, ci hanno colpito con una bordata di phaser, e come se non bastasse stanno rientrando verso il territorio della Federazione a massima curvatura. Siete degli incapaci!!!"
Nessuno osò dire nulla, i tecnici abbassarono il capo mestamente in attesa della punizione.
Tallek puntò il disgregatore verso il primo sulla destra e sentì l’insostenibile voglia di vaporizzarlo sul posto, poi ritrovando per un istante la lucidità continuò la sua ispezione passando davanti al gruppo.
"Cosa pensate che sia successo?" domandò aspramente verso il più alto in grado.
Tremando il militare balbettò qualcosa d’incomprensibile.
"Non ho ben capito legionario Sirtak, vuole ripetere?" chiese duramente Tallek squadrandolo dall’alto in basso.
"Mio Centurione, perdonaci, non eravamo a conoscenza che la Federazione avesse a disposizione dei sofisticati dispositivi per arginare il nostro attacco, posso giurarti che tutte le simulazioni confermavano che il computer dell’Enterprise sarebbe stato messo fuori uso dal nostro virus."
"Ovviamente vi siete sbagliati!!!" concluse brutalmente Tallek allontanandosi dalla squadra.
"Forse si tratta di un’arma segreta." ipotizzò un attendente trovando il coraggio d’intervenire senza essere stato consultato.
Il comandante scosse il capo e si risedette sulla poltrona ripensando al fatale errore di mantenere abbassati gli scudi durante lo scadere dell’ultimatum, in questo modo il nemico era riuscito a danneggiare la sua nave impedendogli d’inseguirlo a piena potenza.
"Avete ragione, deve senz’altro trattarsi di un’arma segreta, non ci possono essere dubbi. Di questa mancanza d’informazioni i nostri servizi segreti dovranno rispondere a me personalmente, potete giurarci!" concluse Tallek stringendo il pungo verso l’Enterprise che rimpiccioliva sempre più sul visore tattico.
"Tempo per le riparazioni?" chiese infine volgendosi agli scienziati ancora rigidamente sull’attenti.
"Alcuni minuti, mio Centurione." affermò Sirtak con voce contrita.
"Potete andare. Non appena avrete ricalibrato i motori voglio polverizzare quell’astronave ed il suo capitano. Fate presto!!!"
"Così sarà, nostro Centurione." recitarono in coro i tecnici ringraziando mentalmente gli dei per essere stati risparmiati dal loro comandante inferocito.
"Signor Spock, ha terminato il nuovo sondaggio sensoriale?" chiese Kirk sentendo la nave fremere sotto le suole degli stivali.
"Quasi capitano, il computer sta ultimando i calcoli."
"Sono certo che lei avrebbe fatto molto prima effettuandoli mentalmente." disse Kirk con un filo d’ironia.
"Indubbiamente capitano, comunque ecco i risultati. Interessante, sembra che il vascello inseguitore stia rallentando."
Kirk lesse incuriosito il display da dietro le spalle del Vulcaniano.
"Perfetto, il nostro colpo di phaser deve aver fatto più danni del previsto regalandoci del tempo prezioso. Secondo la sua opinione siamo già vicini al territorio della Federazione per inviare un messaggio di soccorso?"
"Direi di si capitano, ma non posso essere preciso in queste circostanze, mi dispiace."
Kirk annuì indicando la postazione di comunicazione.
"Signor Spock, ho semplificato i circuiti interni della trasmittente nella speranza che il computer del dottor McCoy elabori più velocemente i
Estremi rimedi
Capitolo 1
—————————————————————————————————
Capitolo 2
—————————————————————————————————
Capitolo 3
—————————————————————————————————
Capitolo 4
—————————————————————————————————
Capitolo 5
—————————————————————————————————
Capitolo 6
* * *