KULT Underground

una della più "antiche" e-zine italiane – attiva dal 1994

Visita a sorpresa

7 min read

Visita a sorpresa

Gul Dukat, comandante in capo della guardia Cardassiana, si approssimò al palazzo della conferenza.
Il luogo della manifestazione era stato scelto dalle rappresentanze di tutte la maggiori potenze del settore, con la partecipazione straordinaria dei pianeti non allineati e perfino di qualche razza ostile alla Federazione.
Istituita dal Comando Centrale della Flotta Stellare, il congresso si teneva ogni anno nella Zona Smilitarizzata, a volte, ma molto raramente, si raggiungevano dei compromessi diplomatici ed addirittura qualche trattato di non belligeranza.
Almeno così appariva sulla carta.
Dukat avrebbe parlato il giorno seguente, ma da perfetto stratega, progettò d’infiltrarsi in incognito facendosi alterare chirurgicamente il volto assumendo sembianze umane.
Se, come sospettava, ci fossero state delle discriminazioni nei riguardi dei Cardassiani lui le avrebbe scoperte e prontamente denunciate nel corso della sua arringa.
Gli abiti semplici e l’aria in po’ trasandata gli permisero di superare tranquillamente il posto di controllo, un tenente Boliano controllò i suoi documenti e con un sorriso tese la mano
"Benvenuto al meeting, prego, sono trenta crediti."
Il Cardassiano arrossì in volto per l’affronto, in vita sua non aveva mai versato un importo così alto per partecipare ad una manifestazione, anzi, come di consuetudine erano gli organizzatori stessi a pregarlo d’intervenire versando in anticipo una cospicua cifra sul suo conto personale.
Per non attirare l’attenzione preferì astenersi da qualsiasi commento, versò la somma e scuotendo il capo s’inoltrò fra la marea di persone che senza sosta affluivano dall’entrata principale.
La maggior parte di esse erano radunate davanti ai banchi vendite disseminati un po’ ovunque, la gente sembrava impazzita, comprava di tutto: armi, uniformi, comunicatori, reliquie storiche e perfino qualche pezzo d’antiquariato che gli abili venditori piazzavano per cifre da capogiro.
Il Banco più fornito era gestito da uno strano Ferengi vestito in doppio petto, Dukat si alzò sulle punte dei piedi per sovrastare un massiccio Tellarita che stava praticamente sbancando la bancarella sorreggendo come meglio poteva la mercanzia acquistata.
Il Ferengi lo notò immediatamente, lasciò l’ultima contrattazione alla sua assistente e si avvicinò incuriosito.
"Buongiorno, il mio nome è Max Romanis, gestore e padrone di questo bazar conosciuto in tutto il quadrante, il suo volto non mi è nuovo…" disse squadrando il Cardassiano massaggiandosi i lobi delle orecchie.
"Lei si sta sbagliando." precisò immediatamente Dukat immergendosi nuovamente nella bolgia infernale.
Il Ferengi non si diede per vinto, con un cenno della mano attirò l’attenzione del servizio d’ordine che stava transitando proprio in quel momento nella zona contrattazioni.
"Ehi laggiù…venite qui, quell’uomo è Gul Dukat, potrei giurarlo." dichiarò controllando nuovamente le fotografie sparse sul suo banco.
Il plotone formato da quattro Klingon allontanò poco gentilmente gli avventori a si posizionò di fronte al Ferengi, il più alto in grado, dall’aspetto mastodontico e poco raccomandabile, si fece descrivere lo straniero dal commerciante, il quale continuava ad additare febbrilmente una persona che si stava perdendo fra la massa in movimento.
Impugnando il coltello a tre lame il Klingon non ebbe più nessuna esitazione, affiancato dai suoi uomini si gettò all’inseguimento fendendo la folla a furia di spintoni.
Dukat, sentendo quel frastuono si volse di scatto, li vide avvicinarsi e si diede immediatamente alla fuga.
La distanza da loro era ormai minima, il Cardassiano, a corto di fiato, andò a cozzare contro un altro Cardassiano che ondeggiando sulle gambe lo riconobbe immediatamente.
"Gul Dukat!!!" esclamò stringendogli la mano.
"Non adesso, legionario Frattini." rispose concitatamente il fuggitivo leggendo il tesserino con lo strano nome impresso, poi maledicendo il suo truccatore per la scarsa qualità della sua copertura ordinò.
"Devo fuggire, crea un diversivo in fretta, ma dammi almeno qualche minuto di vantaggio, dopo ti regalerò una mia foto con dedica."
Dukat non attese conferma e riprese la corsa deviando verso la zona bar mentre il legionario, al settimo cielo per il premio promesso, si frappose con il proprio corpo agli inseguitori.
Sopraffatto dall’impeto devastante delle forze avversarie si ritrovò ben presto disteso sul pavimento con qualche ammaccatura sulla nuca, ma del suo superiore i Klingon non avrebbero più trovato nessuna traccia.

Quel pomeriggio Max Romanis stava contrattando l’ultima partita di tricorder dalla dubbia provenienza quando la tenda sotto il suo banco si aprì ed il volto di Dukat fece capolino sussurrando con un filo di voce.
"Ehi Ferengi…avvicinati."

Il commerciante non appena lo vide provò l’irresistibile istinto di richiamare le guardie, poi pensandoci meglio sentì nell’aria profumo d’affari, guardandosi intorno cautamente preferì ascoltare cosa volesse da lui il Cardassiano.
"Ascoltami bene Ferengi, io devo uscire immediatamente da qui, e tu dovrai aiutarmi." disse Dukat agitando il disgregatore prelevato alcuni minuti prima dal suo banco vendite.
Il Ferengi sorrise facendo risplendere la fila disordinata di denti aguzzi.
"Vuole minacciarmi con quell’arma? Posso garantirle che non funzionerà."
Dukat premette il grilletto ed il led rosso sull’estremità della canna s’accese ritmicamente con un sibilo lancinante.
"Dannato Ferengi, e queste sarebbero le tue armi?" ringhiò il comandante sbattendo il giocattolo sul pavimento.
"Devo proprio ricordarle che questa è una conferenza di pace? Ovviamente tutte le armi sono delle fedeli riproduzioni, nulla di più. Comunque le addebiterò anche quello." precisò il negoziante indicando i resti del disgregatore sparsi dappertutto, poi aggiunse.
"Adesso mi aspetti qui e non si muova."
Furtivamente si diresse verso il retro del banco ritornando dopo alcuni minuti con una maschera Vulcaniana in mano.
"Ecco cosa le serve, la indossi e potrà uscire tranquillamente. Dunque, vediamo…sono trecento crediti per la maschera e centocinquanta per il disgregatore, non accetto pagamenti dilazionati, né carte di credito o tratte; solo pagamento in contanti." precisò aprendo il palmo della mano in attesa della ricompensa.
Dukat apparve alquanto disorientato, indossò la maschera dall’aspetto mostruoso e dopo aver saldato il conto si diresse celermente verso l’uscita.
L’aria iniziò ben presto a mancargli, la maschera in gomma era un supplizio al quale nemmeno le più dure prove di sopravvivenza su Cardassia avrebbero potuto prepararlo.
Ansimando finalmente intravide la reception, soffocando un sorriso s’affrettò quando improvvisamente una mano lo afferrò trascinandolo indietro.
"Signor Spock, dove vuole andare? È atteso con impazienza nella sala blu per la relazione annuale sullo stato dell’economia su Vulcano." disse un sacerdote con le orecchie appuntite prendendolo a braccetto.
Dukat, sconsolato, rientrò nella hall sentendo il sudore rigare il suo volto ormai paonazzo per il calore insostenibile del lattice.
In breve si ritrovò circondato da un gruppo di fanatici Vulcaniani riuniti in assemblea fra gli stendardi dell’Idic ed altri manufatti del pianeta, si appoggiò esausto allo schienale della sedia reprimendo l’irresistibile desiderio di strapparsi la maschera dalla faccia.
Quando dopo due ore il dibattito si soffermò sulla meticolosa preparazione della zuppa Plomeek, per Dukat fu troppo, si alzò con discrezione della sedia e si diresse verso l’uscita.
Il relatore vedendolo lo chiamò immediatamente dal palco.
"Signor Spock, adesso tocca a lei." disse gentilmente lasciando il posto all’illustre collega.
Il Cardassiano urlando per la disperazione prese la rincorsa e con un balzo superò la prima fila di sedie fra il pubblico che applaudiva per quel costume così appariscente.
Intravide attraverso le piccole feritoie a forma di pupilla l’ingresso principale, la testa gli girava vertiginosamente e le orecchie fischiavano senza sosta per la pressione sostenuta.
Disperato vide i quattro Klingon che ancora lo stavano braccando dirigersi verso di lui con le armi spianate.
Esausto infine decise d’arrendersi, si fermò sul posto e finalmente si tolse di netto la maschera lasciando che gli spettatori lo guardassero ben in faccia.
"Va bene, avete ragione, sono proprio Gul Dukat, siete soddisfatti adesso??? Voglio parlare immediatamente con l’ammiraglio Lisier, chiedo asilo politico."
Trattenuta a stento dal servizio d’ordine la folla iniziò ad inneggiare il nome del Cardassiano agitando penne e fotografie nella speranza di farsi rilasciare qualche autografo.
L’ammiraglio, chiamato dall’interfono con urgenza, si svegliò bruscamente dalla sua pennichella pomeridiana giungendo nella hall in disordine e con i capelli arruffati, raggiunse Dukat e gli strinse vigorosamente la mano.
"Comandante, l’attendevamo solamente domattina, perché non mi ha avvisato di questa visita fuori programma?." chiese l’ufficiale un poco preoccupato per lo stato confusionale nel quale versava il Cardassiano.
Folgorandolo con lo sguardo Dukat rimosse gli ultimi rimasugli di gomma saldamente appiccicati alla pelle sottolineando.
"Mi creda ammiraglio, sarebbe stato molto più saggio!!!"

Il giorno seguente per l’apparizione dell’ospite d’onore Gul Dukat fece la sua comparsa sul palco.
Ancora stordito per l’accoglienza del giorno precedente improvvisamente si dimenticò tutto quello che aveva letto sul copione.
Tossì cercando di concentrarsi, osservando il pubblico in delirio l’emozione lo colse e non ci fu modo di rammentare cosa dovesse dire o fare in quella circostanza.
Incontrò lo sguardo perplesso dell’ammiraglio Lisier e dei rappresentanti della Flotta Stellare, poi come qualsiasi professionista che si rispetti velocemente si ricompose facendo apparire il suo imbarazzo come una mossa studiata appositamente per lo spettacolo.
Improvvisando narrò di come un incosciente attore del cinema Americano volle infiltrarsi in una Convention di Star Trek senza le dovute misure di sicurezza.


—————————————————————————————————

Marc Alaimo: interprete del comandante Gul Dukat nella serie Deep Space Nine durante la dodicesima Convention dello Star Trek Italian Club tenutasi a Bellaria nel mese di Novembre 1998.

—————————————————————————————————


Claudio Caridi

Commenta

Nel caso ti siano sfuggiti