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Il futuro attraverso la narrativa di fantascienza (2)

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IL FUTURO ATTRAVERSO LA NARRATIVA DI FANTASCIENZA (2)

Questo succede ad Asimov, ma anche altri scrittori iniziano a percorrere questa strada; ad esempio Frederick Pohl, ed altri; scrittori che costituiscono anche una società nella fs, una sorta di gruppo d’avanguardia, anche se è troppo definirli avanguardia. Stiamo parlando di un gruppo di scrittori che si pongono il problema di esaminare alcune idee che hanno a che fare con il rapporto tra l’uomo e la fs, la scienza ed il futuro; ma non sono scrittori in grado di elaborare una frase al di la della sua correttezza formale, non sono in grado di elaborare la parola, , di far ricerche sul linguaggio, arriveranno anche questi, ma non sono loro. Questa è una generazione di scrittori che si occupa degli avvenimenti della scienza in rapporto alle scoperte che vengono fatte e si avviano verso una modificazione sostanziale di quello che sarà la fs e l’immaginario fantascientifico nei periodi successivi.
A questo punto, occorre aprire una importante parentesi. Il rapporto con l’etica negli anni ’30 e ’40 non era esattamente quello che ci si possa immaginare ora. L’atteggiamento del mondo occidentale, ed anche di quel mondo che era dall’altra parte durante la guerra, era quanto meno polemico. L’etica era una cosa diversa, lontana dal nostro punto di vista. Può sorprendere che i nazisti, nei campi di concentramento, facevano esperimenti su esseri umani; e venivano condotti su un materiale umano smisurato; e questo può dare una idea di che razza di ubriacatura la scienza avesse dato a quei dottori in quel periodo. Molti degli studi sul cervello umano che vengono utilizzati al giorno d’oggi, derivano da quelli fatti dai nazisti nei campi di concentramento. Il nostro punto di vista sull’etica, è diverso da quello dei medici nazisti di allora, ma non lo è più di tanto quello che era dei medici di Chicago o di Londra. Ne sono testimonianza certi racconti oscuri di quel periodo, che riflettono più brutalmente l’immaginario e il rapporto con la scienza di allora. C’era un rapporto malsano tra etica e scienza, un po’ come ai giorni d’oggi c’è con la vivisezione, ma che nella comunità scientifica passava in quanto tale, in questo caso con la scienza medica, ma anche con le altre dottrine; tant’è vero che portarono un certo gap etico verso l’esperimento atomico. A questo scopo, gli scrittori di fs non avevano l’influenza di parlare, di denunciare certe cose, ma alcuni azzardavano. Soprattutto negli anni successivi, autori come Dick ebbero fortissimo questo impulso etico, ad esternare che esistevano pericoli nei rapporti con la scienza.
Passiamo ora a quella che abbiamo definito una sorta di terza fase, che viene dopo gli anni ’50. Abbiamo un panorama sconvolto dall’esperienza della bomba atomica; e non solo, perché tutto ciò che sembrava positivo fino a quegli anni, questo rapporto uomo-scienza, improvvisamente cade, vede cadere tutti i suoi presupposti. Avviene una profonda trasformazione nel rapporto con i lettori, i quali abbandonano l’argomento in quanto obsoleto, sorpassato dai tempi; certe storie diventano risibili. Si pensi solamente a chi, come R. Heinlein, aveva iniziato a scrivere una intera storia futura, pensando che tutto fosse un determinismo storico incredibile ed ineluttabile, in cui tutto poteva venire catalogato, tutto potesse essere in qualche modo previsto. Tutto questo non è più possibile.
In questo periodo, nascono due riviste, fondamentalmente: una nel ’49, si chiama the Magazine of Fantasy and Science Fiction, è della costa Ovest, e ne è direttore A. Busher. Questa rivista si propone con un formato diverso, non più teso ad esaltare le figure meravigliose; un formato digest, 13×19, tipo Urania e si pone il problema di narrare; per cui ci sono racconti fs, fantasy e fantastico improprio, senza essere più condizionata dal rapporto con la scienza; più vicina all’insolito, raccogliendo una tradizione più vicina a quella dei pulp. L’altra rivista nasce nel ’50, ed è anche lei fondamentale per la fs. Il suo nome è Galaxy. Questa è diretta da Horace Gold, il quale compie una modifica sostanziale: non ricerca più la tematica del rapporto umano con la tecnologia, come era, in sostanza, di Campbell, ma cerca di sviscerare l’argomento attraverso la ricerca del cambiamento che subisce la vita umana nei confronti della scienza, come la vita può e deve ristabilire i propri contorni nei rapporti e nel prevalere della scienza. Questa rivista occupa una serie di narratori che fondano quella che verrà chiamata fantascienza sociale.
Si tratta il rapporto con le grandi multinazionali, con la pubblicità, (memorabile è il racconto di Pohl "Tunnel sotto il mondo"), appaiono i primi racconti di Dick; appaiono i racconti di Bester, un autore che cambia l’ottica di come scrivere fs, curando i personaggi, le frasi, i dialoghi messi in scena.
Nella "età d’oro" della fs, Asimov (ed altri), erano maestri nel porsi problemi etici: I rapporti con i robot (che per Asimov non potevano che essere positronici); oppure l’invenzione della psicostoria, nel ciclo della Fondazione; questo solo per fare un esempio; e siamo li per capire che forse esiste un fondamento di coscienza ancora acerba. Ma va anche detto che tutto ciò non era supportato da una profonda ricerca sul rapporto conflittuale che stava nascendo tra l’uomo e la tecnologia, che non era solo positivo; ma che dopo le scoperte sull’atomo era diventato d’amore e d’odio, e che forse solo, dopo l’avvento dell’informatica si riscopriva positivo e fiduciario. Ecco, tutti questi temi in sospensione, con Galaxy vengono fuori.
Con Galaxy vengono scrittori, come Dick, che si pongono il problema di quale sia, non solo il rapporto dell’uomo con il sociale o con il moltiplicarsi dei punti vista, ma anche i rapporti dell’uomo con Dio, che in fs erano sempre stati trattati alla stregua dell’incontro con l’alieno; oppure, la fs, per la prima volta, parla di razzismo, con Farmer, che la fa da par suo con un racconto che tratta del rapporto d’amore tra un umano ed un alieno; e come questo rapporto poteva non essere che conflittuale nel porsi di fronte al dilemma di come si poteva vivere un rapporto d’amore rispetto al punto di vista della non più unicità dell’essere umano nel cosmo. Esordisce su Galaxy quello che non era mai stato ammesso in fs, ossia la satira; la fs riesce a non prendersi più sul serio; come ogni letteratura con un fondamento reazionario, la fs vedeva come un pericolo qualsiasi messa in discussione dei suoi presupposti, dove il punto di vista dell’uomo era sempre prioritario. Il più scanzonato di questi autori è sicuramente R. Sheckley. E’ evidente che questa è una piccola rivoluzione che compie questa rivista.
Da allora, negli anni ’60, la fs perde terreno; Astounding cambia nome, diventa Analog, pur mantenendo i suoi presupposti, ossia mantiene un rapporto tra il fatto scientifico e quello di estrapolazione che porta alla narrazione, ma, come si diceva prima, la fs, anche in funzione della perdita della spinta di Galaxy, non trova più punti di riferimento, chiudono le riviste, cresce il mercato occasionale, fatto di antologie tematiche o per autori. Succede che quello che era stato il mercato principale della fs, cioè quello su riviste, fatto di storie a puntate, passa ad essere raccolto in volume, anche sotto forma di ristampe, la rivista comincia ad appannarsi e passa in sott’ordine.
Negli anni ’70, che forse sono gli anni più neri per la produzione di fs, emergono alcuni autori, tra gli altri Zelasny e Delany, che si occupano, in particolare di rinnovare le tematiche, di elaborare miti, rivisitandoli ed elaborandoli in chiave fantascientifica. Sono autori che formano una corrente letteraria che ha vita brevissima, e vengono ospitati su New Word, rivista che cerca di rinnovare la fs e farla uscire dal genere.
M. Moorcock è sia narratore che direttore della rivista e cerca di insistere sul concetto che la fs dovrebbe essere una avanguardia storica, dovrebbe parlare del futuro, e questo non si può fare con questa lingua, si deve usare un altro modo di narrare; il futuro deve avere un modo futuro di narrare, naturalmente senza arrivare al malinteso di narrare cose future in tempo futuro.
Per arrivare al suo scopo, inventa un personaggio che passa attraverso diversi autori, che si chiama Jerry Cornelius. E’ una sorta di storia spezzettata, mai ricomposta, che si concatenava per suggestioni dell’immaginario, vissuta nel garage ermetico di Jerry Cornelius.
Su New Word prende coscienza un autore che ha narrato le modificazioni del nostro corpo sul corpo sociale e sul corpo sociologico. Questo grande si chiama J.G. Ballard. Ad esempio, su New Word appaiono brani di un romanzo, Crash, dove si nota che la più grande esigenza del protagonista sia quella, sotto un impulso libidinale forte, di avere uno scontro frontale automobilistico con Elisabeth Taylor. Il corpo umano diventa prospettico, l’automobile diventa una protesi dell’uomo; il protagonista, in questo caso, vede l’orizzonte del proprio desiderio sessuale inscritto nel cruscotto della sua automobile; naturalmente, diventa una narrazione molto complicata. A questo modo, New Word, Ballard ed altri , riescono a stabilire che non esiste più un punto di vista privilegiato nell’uomo; anche la medicina può diventare letteratura, come nel racconto La mastoplastica accrescitiva di Jane Fonda di Ballard stesso, e si perde completamente il privilegio di una letteratura main stream, una letteratura che, parlando dei dolori dell’essere umano, del solipsismo, dell’unicità quasi soffocante dell’essere umano rispetto al mondo, non permette di parlare d’altro.
E’ un’esperienza brevissima, che però getta dei semi; ci si comincia a porre il problema dell’elaborazione dei testi e della parola. Si scrivono romanzi come 334 di T. Disch, nel quale non vi è protagonista, o meglio, lo si può intravedere in un palazzo, in cui le storie passano da una parte all’altra in quello che avrebbero teorizzato filosofi come Deleuze o Guattari, quando parlavano di un andamento di un opera rizomatica, senza un andamento centrale; modo di scrivere in cui era maestro K. Vonnegut jr.
La fs vive in questo magma di situazioni e di idee che sono gli anni ’60 e ’70 e diventa una cosa del tutto minoritaria, se non quasi arrivare a sparire dal punto di vista del mercato, della riconoscibilità e cosi via.
Negli anni ’80 avviene un avvenimento fondamentale. Una rivista, la Isaac Asimov sf è diretta da Showna McCarty che raccoglie questa esigenza di scrittura più elaborata, più attenta che esisteva in campo scientifico, la riporta sulla rivista ed ottiene un grosso successo. A metà degli anni ’80 subentra alla McCarty un nuovo editor, Gardner Dozois, che scopre e lancia il cyberpunk.
Il cyberpunk esisteva già come comunità di scrittori che riconoscevano di non scrivere come gli altri, di avere altri interessi rispetto agli altri, e soprattutto avevano la percezione che qualcosa stava cambiando.
Questa comunità di autori andò ad una convention di fs; c’erano elementi come Sterling, Rucker, Shiner, Cadigan. Gibson fu l’unico a non partecipare. Andarono per parlare del cyberpunk, di questa narrativa che parlava di nuove tecnologie, di informatica, della quarta dimensione, della meccanica quantistica e che questi argomenti dovevano essere alla portata di tutti. Narratori sconosciuti. Non vennero accolti bene; per parlare dovettero quasi fare a botte. Tra l’altro, nell’84 esce Neuromancer e pochi se ne accorgono.
In una intervista dell’epoca, Gibson afferma di avere avuto l’intuizione per questo suo primo romanzo entrando in una Arcadia, la sala giochi americana, dove vedeva i ragazzini che giocavano con i video game, essere completamente innestati col gioco, sembrava che avessero quasi un rapporto diretto col software.
E questa è stata la grande intuizione di Gibson, la capacità di interfacciarsi col corpo informatico, tramite semplici prese neurali; la capacità di trasmettersi in rete. Particolarmente significativi sono i racconti Johnny Mnemonico e la notte che bruciammo Chrome, veramente fondamentali. Si stabilisce che le nuove frontiere non sono più quelle di scassinare una banca o rapinare un negozio, ma è andare sulle grandi reti informatiche, entrare nelle banche dati, cercare i soldi di un conto e trasmetterli su di un altro, perché i soldi sono virtuali. A proposito di questi racconti, come a proposito di 1984 di Orwell, viene da constatare che il collegare tutto, mettere microfoni ogni cento metri, ed altre diavolerie del genere, comunque non servirebbe a creare un controllo globale, perché insieme a tutto ciò, si creano di conseguenza degli inevitabili interstizi nei quali i cow boy del cyber spazio, gli irregolari, i drop out, gli emarginati potevano riuscire ad infilarsi, ed a vivere alle spalle di una società che cercava di ingabbiarli.
A questo punto entra in scena, detto in modo teatrale, Bruce Sterling. Bisogna riconoscere che è un pessimo narratore. Non riesce a scrivere un romanzo dell’inizio alla fine, però elabora buoni racconti, ma soprattutto, è una persona che si pone dei gravi problemi dal punto di vista etico.
Questo uomo rileva che il potere nel futuro, non sarà più governativo, ma sarà nelle mani delle grandi multinazionali e dei grandi potentati economici, che riescono a costruire poteri cosi come il drop out riesce ad entrare nei moduli interstiziali. Riescono a creare dei sub-mondi a loro misura, un po’ come la teoria degli insiemi.
Un esempio è quello dei computer di verifica personale; tutti questi strumenti sono sotto contratto della Sony, a Los Angeles come a Roma come a Mosca. Questo significa che hanno poteri in quei luoghi, che controllano qualcosa, che è ben più importante dire alle persone che vanno a votare, come devono votare.
E poi si presenta un ulteriore problema: i computer vengono modificati come minimo due volte l’anno; cambia poco o niente tra le due versioni, ma viene gestito l’hardware, un avanzamento minimo dell’hardware, in modo tale che possono spennare chi insegue questo relativo progresso, o le aziende che cercano di tenersi aggiornate, fino a due volte l’anno. Insomma, vengono alla luce una serie di problematiche, e Sterling le denuncia.
Il problema può venire posto anche sotto l’aspetto politico, indipendentemente dalla collocazione di area politica, ma bensì con una coscienza superiore alla storia, alle ideologie, perché si giunge alle situazioni già illustrate ed ad altre che vengono a seguito. Internet, le altre reti, sono spazi virtuali che vanno ben oltre lo spazio del mondo calpestabile, per cui bisogna porvi una estrema attenzione; si deve trovare il modo come andarci, si devono cercare le cose da dire, ciò che si può dire e non si può dire; insomma, è un mondo che in molti vorranno perché ancora vergine, da colonizzare e vi possono viaggiare interessi enormi, sia politici che economici. Il fatto è che se non si fa riferimento ad una idea di metodologia, il problema di cosa si può fare è tutto e il contrario di tutto.
Negli States accade che, molte persone che viaggiano su rete, rompono barrire del sapere, ma non solo, c’è anche chi ruba, come nei racconti suddetti, e vengono repressi dalla FBI. Tutto ciò viene denunciato in un famoso volume di Sterling "Giro di vite contro gli hacker". E stiamo piano piano uscendo dalla fantascienza; prima si potevano scrivere racconti fantasiosi su certi argomenti e ci si accorge che d’improvviso non si può più fare. La fs arriva fino ad un certo limite: quelle che poco prima erano solo intuizioni, speculazioni, ora sono cose reali in atto.
Sempre continuando questo esempio, nel libro viene narrato ciò che è successo, ma non solo, si narra di un diritto alla libertà! Quello che racconta Sterling serve alla FBI; la FBI usa il suo libro, e Sterling non sa se gioire di ciò. Questo in funzione di una sorta di ingenuità tutta americana nei confronti della polizia, però non è convinto che l’FBI prenda coscienza di ciò che nel libro lui scrive.
E poi di cosa prendere coscienza? Perchè non è più attuale il Capitale, non è più attuale la concezione dell’economia e della storia come veniva intesa da Marx, ma diventa inevitabile parlare di una concezione di economia e storia se si vuole descrivere i terreni su cui muoversi, e negli States, tutto ciò è veramente difficile. Il romanzo racconta che su queste reti informatiche, le grandi compagnie organizzavano dei trabocchetti, in modo tale che l’hacker viene "beccato" da una multinazionale tramite i suoi agenti. A questo punto, succede che la multinazionale procede a vie legali, e quell’hacker non si schioderà più per anni.
Dopo un anno o un anno e mezzo, gli offrono un posto di lavoro da loro.
Questo succede a causa di questa mancata coscienza della quale, la fs, si è posta il problema di parlare.
Tutto questo, in conclusione, per poter raccontare, un po’ vagamente, il fatto che la fs si è sempre posta il problema del rapporto con la scienza, e dell’ambiguità del rapporto uomo scienza, società e scienza. E soprattutto, ci si è posti il problema che, nell’epoca in cui, da movimento, il cyberpunk è stato cancellato dall’insorgere di un movimento più vasto, da una esigenza più vasta che nasce dal presupposto scientifico e informatico, anche in rapporto con la tecnologia più in generale, non escludendo le scoperte fisiche e chimiche sulle particelle subatomiche che portano ad un diverso approccio dal punto di vista del viaggio interplanetario, dei buchi neri che portano ad un diverso intendimento a ciò che era legato al viaggio nel tempo, e cosi via; in questo momento la FS vede ribaltare i suoi presupposti e diventa una sorta di terrirorio, forse un po’ vago, che non è riuscito a dire ancora tutto, ma sicuramente dove andare a ricercare confusamente delle indicazioni morali ed etiche, che possano essere utili a chi vive la realtà che è succeduta al movimento letterario per capire cosa sta succedendo e come è forse possibile comportarsi e rapportarsi nei confronti delle nuove tecnologie.

(Rielaborazione libera di un intervento di Daniele Brolli presso l’Aula Magna del Liceo Classico Muratori di Modena)

Tioli Franco

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