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Finalmente la vittoria agognata

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Finalmente la vittoria agognata

Michael Schumacher è il nuovo campione del mondo di F.1.
Dopo aver ipotecato il titolo ad Indianapolis, ha chiuso definitivamente il discorso a Suzuka.
Prima ancora che diventasse campione, i suoi adepti si erano già scatenati, figuriamoci dopo! Naturalmente non ho festeggiato, non è nel mio stile salire sul carro del vincitore, soprattutto quando non ne condivido il modo di vivere lo sport.
Mi rendo conto della mia cultura sportiva, poca cosa se paragonata a quella di tutti i ferraristi "schumacheriani", i quali, invece, sanno tutto di tutti.
Poca cultura che mi ha fatto pensare e scrivere cose antipatiche sulla Ferrari, ed in particolare sul Signor Schumacher.
Tempo addietro ho ricevuto una e-mail, che mi ha fatto veramente capire quanto io abbia sbagliato, sinora, nel giudicare il tedesco: certi episodi si sono verificati solo nella mia tv, e li ho visti solo io.
Immagino, anzi ne sono certo: la partenza a Suzuka si è vista sulla mia tv; cosi come ad Indianapolis, a cinque giri dalla fine; oppure, qualche anno fa a Jerez, il tentativo insulso, quanto meschino di mettere fuori gioco Villeneuve.
Altro che cultura sportiva!
Qui si tratta di lealtà sportiva, termine che forse qualcuno non conosce, ma soprattutto non apprezza. Tutto frutto della mia immaginazione, e della mia cultura sportiva: ve ne chiedo scusa.
La lealtà e la bravura nello sport non si comprano alla Coop. E chi sa più degli altri, ha il diritto ed il dovere di spiegare a tutti perché l’anno scorso è sparita una gomma ai box, quando Irvine lottava per vincere il mondiale.
A proposito di dubbi: l’anno scorso Irvine non correva con la Ferrari? Ed io cosa ne ho scritto?
Penso che in Italia sappiamo leggere tutti….forse no? Accetto sempre il confronto con tutti, non temo nessuno, ma chiunque parli deve farlo sulla base degli avvenimenti, e non dell’emotività, o peggio ancora, dell’insulto gratuito: cosa che riesce solo ad una parte e guarda caso dello stesso colore!
In qualche articolo, tempo fa, avevo scritto che per me esisteva solo la Ferrari n.4: questo vuol dire antipatia per la Ferrari?
L’anno scorso ho partecipato al dibattito alla festa dell’unità, dove c’erano Todt e Salo, e non ci fu un’accoglienza trionfale per il direttore tecnico francese: anzi tutt’altro! Oggi a sentire certa gente mi viene il dubbio che anche quella volta è stato tutto frutto della mia fantasia.
Voglio farvi leggere un’intervista rilasciata dall’Ing. Mauro Forghieri, dalla Gazzetta di Modena:
"Direi che la Ferrari è stata grande, perché non ha sbagliato nulla quest’anno ed ha permesso cosi a Michael Schumacher di diventare campione del mondo. Schumacher è un grande pilota, ma a volte si comporta in modo non troppo sportivo. Domenica scorsa è stato molto fortunato alla partenza, perché se non avesse trovato un Mika Hakkinen molto probabilmente avrebbe finito li la sua corsa. Non riesco a capire perché si comporti cosi (…) se non avesse questo metodo di guida avrebbe già conquistato altri titoli con la Ferrari, visto che è sicuramente il pilota più veloce che c’è oggi in pista".
L’intervista è comparsa martedì 10 ottobre 2000 sulla Gazzetta di Modena.
Ora le conclusioni sono due: o l’ing. Forghieri ed io guardiamo gli avvenimenti di Formula uno con la stessa televisione, oppure entrambi non abbiamo cultura sportiva. A dire il vero propenderei per una terza soluzione: può dipendere tutto dal quoziente d’intelligenza di ognuno di noi?
Chissà se anche l’ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, abbia ricevuto dell’e-mail di protesta quando criticò il tedesco per non essere rispettoso dell’Inno Nazionale Italiano?
Oggi che qualche testata giornalistica non è più in edicola, la gente non ha informazioni, e quindi è all’oscuro dei fatti.
Aspetto sempre che altri volontari scrivano di sport, soprattutto così possiamo dare più opinioni possibili: ma nessuno non si è fatto avanti, mai.
Il motivo? Forse perché non arrivano fino in fondo a leggere quello che scrivo?
Ragazzi, mi goderei la vittoria se fossi un estimatore del tedesco, più che pensare a ciò che Luca Savoca scrive, soprattutto calcolando quanto abbiate atteso per festeggiare: Natale viene una volta l’anno!

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