Eccovi alcuni consigli riguardanti l’arte di osservare il cielo senza farsi sbranare dal cane del contadino che non condivide per nulla la nostra passione.
La vita dell’astrofilo non è certamente fra le più semplici, i fattori da considerare sono molteplici e spesso imponderabili, ma in generale, se siete guidati dal fervore di scrutare le profondità dello spazio qualche rischio potreste correrlo.
Non spaventatevi, tutti abbiamo passato le nostre piccole disavventure, alcune si ricordano con simpatia ed ilarità, altre meglio dimenticarle.
Ad esempio, io ed un mio amico diversi anni fa siamo partiti verso la collina di Modena alla ricerca di un cielo buio, distante dalle luci della città dove poter puntare il nuovo telescopio e goderci lo spettacolo della volta celeste.
Fin qua nulla di strano direte voi, consideriamo invece per un istante l’attrezzatura in questione:
telescopio rifrattore del diametro di 80mm con cercatore parallelo di 60mm, lunghezza del tubo principale 130 cm, peso complessivo circa 20 Kg.
Montatura equatoriale con relativi contrappesi e treppiede in legno dell’altezza di 160 cm, peso complessivo circa 25 Kg, forse più.
Con un simile armamentario siamo giunti all’altezza di Torre Maina, il cielo era limpido, scendemmo dalla vettura (la mitica Fiat 128) e piazzato il treppiede nella strada libera di campagna per prima cosa ci accertammo che non ci fosse qualche cartello di divieto.
L’oscurità ci lasciava intravedere solamente alcune luci di un piccolo centro lontano ed alcune case isolate.
Terminato il minuzioso posizionamento dello strumento ed acceso il motorino alimentato a batterie che ci consentiva di inseguire gli oggetti celesti nel loro moto apparente, finalmente ci avvicinammo con l’occhio all’oculare pronti a gustarci le bellezze del firmamento, quando improvvisamente un suono indecifrabile ci fece sollevare perplessi lo sguardo.
Cosa poteva produrre quel rantolo sinistro nel buio?
La cosa preoccupante è che il latrato aumentava di volume ad ogni secondo che passava, saggiamente preferimmo non indagare oltre, la risposta ai nostri dubbi era scontata: qualcuno ci aveva mollato contro i cani ed in pochi minuti li avremmo avuti alle costole terminando così la nostra esperienza di novelli Galileo prima ancora d’iniziare.
Non ricordo in che modo, ma sono certo che battemmo ogni record nello smontare un telescopio al buio, accendemmo la macchina incrociando le dita mentre i mastini balzavano famelici all’inseguimento.
In realtà quest’ultima parte posso solamente immaginarla perché nella nostra partenza avventata battemmo sicuramente l’accelerazione di un bolide da formula uno.
Diciamo che questa è stata un’esperienza limite, comunque se volete osservare in tranquillità è consigliabile conoscere molto bene il posto nel quale stazionerete lo strumento, meglio ancora se chiedete il permesso al contadino dicendo che durante la notte sarete nelle vicinanze delle sue terre.
Non siate incauti, anche se il territorio vi sembra libero fermatevi alla prima fattoria e chiedete comunque informazioni, ne va’ della vostra salute.
Un’altra cosa da considerare, e non meno importante, è l’abbigliamento da osservazione.
A meno di non disporre di una cupola protettiva, fortuna per pochi appassionati, sarete esposti all’aperto, ed inverno o estate che sia, sarà opportuno premunirvi delle relative protezioni del caso.
Normalmente il neofita ritiene che l’estate sia la stagione migliore per la sua attività, questo può essere anche corretto, purché si cosparga abbondantemente di crema anti zanzare, a meno che non desideri fare da bersaglio vivente e donatore di sangue per questi famelici insetti.
La zona del Modenese è particolarmente infetta da queste odiose creature, le quali non aspettano altro che la vostra visita serale per ridurvi a pezzettini.
Se non potete andare in collina, sarete obbligati a scegliere la campagna circostante sperando di trovare un’oasi nel buio, se scegliete un percorso prossimo ad un ruscello o peggio ad un fiume potete essere certi di essere assaliti in pochi minuti dagli insetti, attratti dal calore del vostro corpo e dal chiarore del tubo dello strumento.
In inverno ovviamente questo rischio non sussiste, il vostro peggiore nemico sarà invece il freddo pungente che dopo il tramonto inizierà a rendere gelide le superfici metalliche dello strumento.
Quindi non lesiniate nella scelta dell’abbigliamento, preferibilmente composto da: piumino da montagna, doppie calze, passamontagna, scarponi, e cosa fondamentale: guanti di protezione per le mani.
In primavera ed autunno la situazione migliora, in realtà sarebbero quelle le stagioni da prediligere per le escursioni, ma da impavidi astrofili, non possiamo astenerci da osservare il cielo nelle diverse epoche, infatti esso ci appare differente a seconda dei mesi dell’anno, ed in inverno ed estate possiamo sperare d’osservare gli oggetti più appariscenti del cielo: la Via Lattea, la Nebulosa d’Orione, le Pleiadi, solo per citarne alcuni.
E’ sempre consigliabile muoversi in gruppi e farsi guidare da persone esperte che conoscono il luogo e gli oggetti che andremo ad osservare, in questo modo apprezzeremo meglio ciò che il nostro occhio vedrà attraverso il telescopio.
Diversamente il rischio è quello di rimanere un po’ delusi da quello che si studierà, ad esempio se abbiamo ancora ben impresso nella nostra memoria il rosso rubino della Nebulosa di Orione ammirato in una fotografia tratta da una rivista, la sua visione diretta ci mostrerà invece una nebulosità informe di colore grigio cenere.
Non dobbiamo dimenticare che quell’immagine fotografica è stata ottenuta con uno strumento professionale, e grazie alla lunga esposizione della pellicola fotografica, la luce è stata raccolta fino a fare assumere la forma a ventaglio tipico di questa meraviglia cosmica.
Per la Luna ed i maggiori pianeti invece lo spettacolo è sempre garantito, anche un modesto telescopio ci farà apprezzare le loro caratteristiche principali, come gli anelli di Saturno.
Per evitare di essere abbagliati dalla luce delle torce elettriche che useremo per muoverci fra gli strumenti, il consiglio è di schermarle con un filtro rosso per evitare di doverci poi adattare nuovamente al buio quando l’avremo spenta e saremo pronti per essere trasportati nel centro del cosmo.
L’osservazione astronomica è un’esperienza stupenda, ricca di sorprese, con alcune piccole precauzioni potremmo ammirare degli oggetti fantastici che ci rimarranno nell’animo per tutta la vita, facendoci comprendere come siamo in realtà minuscoli nei confronti della vastità dell’universo.
Per parafrasare il Replicante del film Blade Runner:
"Io ho visto cose che voi esseri umani non potete nemmeno immaginare…"
Osservazione Astronomica
Consigli pratici per la "Sopravvivenza"
Claudio Caridi