Dal Torino Film Festival, edizione numero 17, uno sguardo sull’immaginario made in Canada, attraverso film già presenti anche nelle nostre sale o di prossima uscita.
Nell’ultimo film di David Cronenberg, eXistenZ1, siamo in un futuro prossimo, fatto di tecnologia che si nutre di materia organica. Nei corpi umani, questa volta, si apre un nuovo orifizio, una bio-porta nella spina dorsale, da lubrificare per la penetrazione (la reinvenzione del sesso?) di una specie di cordone ombelicale collegato a un "guscio", una consolle fatta di carne viva e pulsante: la macchina questa volta entra dentro il corpo. Tutto questo per giocare e vivere dentro eXistenZ, realtà virtuale che consuma energie corporee per gradi estremi di coinvolgimento. Via via che le immagini scorrono, il mondo virtuale si allarga sempre di più, fino a non riuscire più a distinguerlo da quello reale, sempre che esista ancora (nella mente) una qualche differenza: la creatrice di eXistenz si nasconde dentro il suo gioco interattivo per sfuggire ai suoi nemici, ma li ritroverà anche in quel mondo.
Ricompaiono tutte le ossessioni di Cronenberg, ma il film stesso è in questo caso un gigantesco video gioco ispirato alle sue opere precedenti: nella lotta tra eXistenZialisti e realisti, Cronenberg sembra schierarsi dalla parte di questi ultimi, allertandoci sui pericoli del virtuale, ma rimane un po’ racchiuso all’interno dello stesso giocattolo che ha creato (pronto per ulteriori sviluppi commerciali); e alla fine si resta divertiti, certo, ma un po’ delusi perché forse ci aspettavamo di più.
Altre ascendenze, in particolare quelle legate al cinema di Atom Egoyan, ritroviamo nel film2 The five senses di Jeremy Podeswa (oltre che umori provenienti dal vecchio continente: Podeswa infatti è di origine polacca), di prossima uscita italiana.
Si tratta di un’opera dalla struttura geometrica: cinque storie di crisi personali, intrecciate tra di loro e che ruotano intorno alla scomparsa di una bambina; cinque sensibilità particolari, cinque ossessioni, ciascuna legata ad uno dei sensi: il guardare/voyer, all’esterno ma anche all’interno delle persone, la ricerca del profumo dell’amore, la costruzione di una biblioteca di suoni da conservare nella memoria, il (con)tatto delle mani con altri corpi, il gusto del cibo accanto a quello del sesso; modalità diverse di riscoprire la tracce dei propri desideri più profondi, che portano in alcuni casi a risoluzioni positive, pur in un’atmosfera di sospensione.
Perdita, sensi di colpa, cambiamenti di pelle, gelo tra i corpi e dentro i corpi: il cinema di Egoyan fa già scuola; speriamo che Podeswa, al suo secondo lungometraggio, trovi nel proseguo della carriera la sua strada personale.
A Torino abbiamo visto anche il corto canadese Elimination3 dance di tre autori, Bruce McDonald, Don McKellar (anche attore, nel corto e in eXistenZ tra gli altri) e Michael Ondaatje (autore del poemetto a cui il corto è ispirato e del romanzo Il paziente inglese).
Il ballo ad eliminazione è la danza della vita, una cosa seria, non si può barare; in una sala da ballo affollata, il maestro di cerimonie seleziona le coppie, ma non in base alla qualità del ballo ma alla qualità della loro vita: vengono eliminati coloro hanno compiuto certi atti insostenibili. Tra l’altro, questo gioco di eliminazione, dove alla fine rimane una sola coppia, ricorda da vicino anche il primo film di Don McKellar, Last night (passato alla scorsa edizione del Torino Film Festival e uscito alla fine di novembre anche in Italia), che racconta l’ultima notte del mondo.
Ma quali sono i rapporti tra il Canada ed i vicini Stati Uniti? A giudicare dal film d’animazione South Park, sotto pelle scorrono umori non tanto amichevoli, da parte di questi ultimi. Ispirato ad una serie tv4 molto popolare, il cartone è cattivo e molto politicamente scorretto: la volgarità che minaccia la gioventù americana arriva dal Canada, secondo i comitati dei genitori e le maggioranze puritane, e contro il Canada viene dichiarata guerra, ma il mondo viene salvato dai ragazzini. Non sarà che Hollywood ha questo desiderio (non poi tanto inconscio) di distruzione perché i canadesi gli stanno sottraendo molte produzioni cinetelevisive, grazie ai costi più bassi?
Paolo Baldi
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Uno sguardo sul cinema canadese
Si scrive proprio così.
Sullo sfondo un’immagine tratta proprio da questo film.
Per l’Italia saranno trasmessi presto su Italia1.