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Carolus Magnus

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gioco per 2-4 persone
Autore: Leo Colovini
Editore italiano: Venice Connection (www.venice-connection.com)
Editore inglese: Rio Grande Games (www.riograndegames.com)
Editore tedesco: Winning Moves (www.winning-moves.com)
 
Leo Colovini è uno degli autori italiani più prolifici, e questo suo “Carolus Magnus” è il gioco che più di ogni altro prodotto italico sia arrivato vicino a vincere lo Spiel des Jahres (il gioco dell’anno in Germania) un riconoscimento che da solo può fare la differenza tra un buon gioco e un successo commerciale. Nel 2000 infatti la formula del premio prevedeva la selezione del vincitore tra tre finalisti, e Carolus Magnus si era piazzato nella tripletta finale con Citadels e Torres; il premio poi è andato a quest’ultimo, ma con i canoni odierni di semplicità del regolamento il premio sarebbe sicuramente andato al nostro compaesano.
La “firma” di Colovini è facilmente riconoscibile in questo titolo: si tratta di un gioco astratto con applicata un’ambientazione (la Francia e i paladini di Carlo Magno) che si fatica a riconoscere nelle meccaniche. Ma l’astrattezza delle regole è il punto forte di tutti i giochi di Colovini, che possono godere di una pulizia che permette di concentrarsi sul gioco, piuttosto che sulle eccezioni del  regolamento.
La scatola è di dimensioni standard (tipo “Coloni di Catan”) e contiene:
– quindici tessere di cartoncino (hanno forme che si possono unire tra loro) che rappresentano altrettante “regioni”,
– cinque set di dischetti di cartone, numerati da 1 a 5 (due set neri, due bianchi e uno grigio),
– 200 cubetti di legno che rappresentano i cavalieri, in 5 colori,
– 4 tessere “corte”, che riporta su una fila i colori dei 5 tipi di cavalieri,
– 5 pedine di legno per il controllo dei cavalieri,
– una pedina di legno per l’imperatore,
– 30 castelli di legno in tre colori (nero, bianco, grigio),
– 4 dadi di legno, con le facce nei 5 colori dei cavalieri (e una corona per la sesta),
– due sacchetti di tessuto (per contenere i vari componenti),
– il regolamento.
Questo gioco non ha componenti in lingua (a parte il regolamento), per cui è possibile acquistarlo in qualunque edizione e giocarlo scaricando la traduzione da Internet. Tra parentesi, è possibile trovarlo a prezzi veramente bassi (anche nei negozi on-line) e ne vale sicuramente la pena per i materiali (molto buoni) ed il gioco, che presenta meccanismi semplici ma originali.
Il gioco si basa su un meccanismo a “doppia maggioranza”: il giocatore che ha la maggioranza di cubetti di un colore “controlla” quel colore; chi controlla la maggioranza di cavalieri in una regione ha il controllo di quella regione (indicato dal castello).
Le regole sono leggermente differenti a seconda del numero dei giocatori, partiamo con quelle per due giocatori: il piazzamento iniziale si fa disponendo in un cerchio le quindici tessere, si piazza l’imperatore su una di queste, si prendono quindici cubetti (tre per colore), si mischiano e se ne posiziona uno su ogni tessera. Ogni giocatore riceve i dieci castelli e le cinque tessere di un colore (tra bianco e nero), assieme a una corte; poi lancia sette volte un dado e riceve i cavalieri del colore corrispondente (il risultato corona permette di sceglierlo).
Il turno è abbastanza semplice: il giocatore che aveva giocato per primo nel turno precedente (a caso il primo turno) sceglie un dischetto, l’altro giocatore ne deve scegliere uno dei propri con un numero differente dal primo. Questo dischetto non potrà più essere usato fino a quando sono stati utilizzati tutti e cinque, nel qual caso torneranno tutti a disposizione. Nel caso in cui il secondo giocatore sia costretto a giocare lo stesso numero del primo,
Chi ha giocato il numero più basso gioca per primo, effettuando due fasi:
– il giocatore piazza tre cavalieri,
– il giocatore sposta l’imperatore (in senso orario) di un numero di regioni pari o inferiore al numero presente sul dischetto,
– il giocatore tira tre dadi e riceve i cubetti corrispondenti.
Il piazzamento dei cavalieri avviene prendendo tre cubetti tra i sette a disposizione e piazzandoli nella propria corte o nelle regioni (non ci sono limitazioni); se effettuando un piazzamento nella corte si ha la maggioranza in un colore, si riceve la pedina che ne indica il controllo. Una volta piazzati (sia nelle regioni che nella corte), i cavalieri non andranno più spostati.
Dopodiché si deve muovere l’imperatore (al minimo una regione): il giocatore che ha il controllo della regione (contando i cavalieri controllati) può piazzare un castello del proprio colore (eventualmente rimuovendo il castello avversario, se presente). Il castello vale come un cavaliere nel controllo della maggioranza (con la differenza che la sua proprietà è determinata direttamente dal colore). Quando, dopo aver piazzato un castello, si verifica che in regioni adiacenti ci sono castelli dello stesso colore, le regioni vengono assemblate e da questo momento in poi vengono trattate come un’unica regione (e i castelli cambiano di colore in blocco).
Il gioco termina quando un giocatore piazza il decimo castello (e sua è la vittoria), oppure quando rimangono meno di quattro regioni (e la vittoria va a chi ha piazzato la maggioranza dei castelli).
Le regole per tre giocatori sono molto simili: si aggiunge il colore grigio, la vittoria si ottiene con otto castelli (invece di dieci), la dotazione personale è nove cavalieri (invece di sette) e ad ogni turno vengono piazzati quattro cavalieri (invece di tre). Per il resto il regolamento è identico.
Invece giocando in quattro ci si divide in due squadre, utilizzando i set di pezzi bianco e nero, con lo stesso numero di castelli, cavalieri e piazzamenti del gioco a due. Le differenze sono che le corti sono separate (e quindi il controllo dei cavalieri) mentre i castelli sono condivisi tra i giocatori della stessa squadra (e di conseguenza anche la vittoria viene condivisa). E si può giocare in due modi differenti: accordandosi con il proprio compagno o senza accordi verbali (dato che non ci sono elementi segreti si può cercare di analizzare la situazione e prevedere le mosse del compagno).
Il regolamento di questo gioco mette davanti ai giocatori un buon numero di scelte, su come scegliere l’ordine del turno (per magari riuscire a effettuare due mosse contigue), dove giocare i cavalieri (corte o regione) e come muovere l’imperatore (questo determina anche quali saranno le regioni dove gli avversari muoveranno).
Carolus Magnus ha un buon numero di pregi: come abbiamo visto le regole sono semplici e quasi prive di eccezioni, scala molto bene da due a quattro giocatori (ed è uno dei pochi prodotti che permette di giocare in tre persone senza forzature nel regolamento), una partita si gioca in poco tempo (un’ora al massimo) e si può trovare ad un prezzo molto competitivo. Non piacerà a chi non apprezza l’astrazione in un gioco, e tra i difetti possiamo anche riportare una certa incidenza della fortuna, elemento che non permette di pianificare una strategia a lungo termine: infatti dato che i cubetti vengono ricevuti con un lancio di dado, si può pianificare al massimo con un paio di turni di anticipo, e sono frequenti i cambi di piano in base ai risultati ottenuti. Su Internet trovate alcune varianti per limitare l’incidenza della fortuna, e tra queste forse quella più semplice (che rispetta quindi la linearità del gioco) è quella di permettere un rilancio di dadi a fine turno, per i dadi che non ci soddisfano.

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