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Intervista con Girolamo De Simone

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Comunicato stampa Synpress44

Ai piedi del monte di Girolamo De Simone nasce dallacollaborazione tra le etichette KonSequenz e Hanagoori Music, conil patrocinio dell’Ente Parco Vesuvio e con la distribuzione di NeomediaItalia. Ai piedi del monte raccoglie il frutto di alcuni anni diricerche su musiche e musicisti vesuviani, tali per nascita o per‘adozione’. La sintesi di questo lavoro è stata incisa e missata ai piedi delSomma-Vesuvio, al limitar di un luogo il cui nome, Sant’Anastasia,evoca etimologicamente la ‘rinascita’. Così il percorso – che attraversa anche cantie devozioni alla Madonna dell’Arco e le città di Pollena (con GaetanoDonizetti) e Somma Vesuviana (con Vincenzo Romaniello,maestro di Renato Carosone) – parte da astrattezza talvolta malinconica perapprodare alla Verna, luogo spirituale d’elezione.
Un percorso affettivo, dedito ai luoghi difficili mabellissimi della fascia vesuviana, nell’immediata provincia partenopea,che parte dal pianoforte e giunge alla spinetta e all’organo (DeSimone sceglie tre modelli storici, dal suono fortemente caratterizzato: Steinwaye Sons; Neupert-Silbermann; Monarke). La musica di questo disco giunge dopoaltri monografici più astratti, come Ice-tract (Curci) e Shama(Die Schachtel). È figlia di un approccio che privilegia semplicitàe contaminazione fin dalle scelte grafiche, nella consapevolezzadella inevitabile triturazione di senso cui ci espone la nostra contemporaneità.Un ‘attraversamento’ che non impedisce agli originali recuperati sul territorio(le Biblioteche del Conservatorio di Napoli e di Somma Vesuviana) diparlarci ancora, riaffermando il valore della memoria.
Riaffiorano, così, i canti della Madonna dell’Arco sacri epopolari; le musiche di Donizetti, qui riproposte in quadri di voluta (edesiderata) semplificazione armonica;  le melodie di VincenzoRomaniello, ‘sfrondate’ dagli eccessi di lirismo e dalle ridondanzetardoromantiche. L’anima contaminata di Girolamo De Simone fa capolinonelle parafrasi, rivisitazioni, trascrizioni e, in modo programmaticamentecitazionistico, nel brano d’apertura, Fabulae Contaminatae,pubblicato in anni lontani in una versione live e ora riproposto in una morbidaversione da studio. Non casuale la collocazione finale di un’improvvisazioneorganistica, realizzata in occasione di una visita alla Verna, luogomistico che affascinò Dino Campana, Alda Merini e tanti altriartisti, e che ancor oggi suggerisce tensione, ricerca, speranza.
Girolamo De Simone è considerato tra i principaliesponenti internazionali della musica di frontiera e si avvicina aluoghi difficili e complessi come le pendici del Somma-Vesuvio, con energia,malinconia e stupore, con uno sguardo contemporaneo. Direttore dellarivista di musica contemporanea KonSequenz, premiata più voltedal Ministero per i Beni Culturali per la qualità e la scientificità, dopo un‘esperienzatrentennale nel campo culturale nazionale e internazionale, ha conosciutopersonalità quali John Cage, Elliot Carter, Michael Nyman e halavorato con alcuni dei più importanti compositori contemporanei, tra cui LucFerrari, Vittorio Rieti, Pietro Grossi, Luciano Chailly, GiuseppeChiari, etc. Ha affiancato Ludovico Einaudi, Michael Nyman, MaxFuschetto, Tuxedomoon e numerosi altri protagonisti della musicaitaliana e internazionale. Girolamo De Simone con Ai piedi del monteconsegna al pubblico un disco lieve quanto denso, con un’energiacomunicativa che si aggancia a storie vissute, per tornare a vivere esentire la prossimità dell’Altro. L’Autore terrà una serie di presentazioni/concerto(le prossime a Ferrara, Roma, Napoli), secondo un calendario presente nel sito KonSequenz.

Informazioni:

Girolamo De Simone:
http://www.girolamodesimone.com/

HangooriMusic:
http://www.hanagoorimusic.com/

KonSequenz:
http://www.konsequenz.it/

NeomediaItalia:
http://www.neomediaitalia.it

http://www.myspace.com/girolamodesimone 


Synpress44 Ufficio stampa:

http://www.synpress44.com

INTERVISTA
 
Davide
CiaoGirolamo. “Ai piedi del monte” è entrato per me tra i migliori dischi di sempre.Una cosa che personalmente amo sopra tutto è l’opera di riscoperta di autoriconsiderati minori al tempo in cui vissero, se non praticamente ignorati, e poidel tutto rimossi o dimenticati. Avendo circoscritto questo sommo lavoro (perdonail calembour) ai piedi del monte Somma, vorrei anzitutto chiederti perché lascelta è ricaduta in particolare su Vincenzo Romaniello e non pure su altricompositori di Somma Vesuviana, come Pasquale Raia (purtroppo molte suecomposizioni sono andate distrutte per suo volere dopo la morte), Enrico Cecereo Natale Pellegrino (c’è una sua cosa interessante a due voci ancora daarmonizzare)? Nel tuo lavoro di ricerca, cosa e di chi è rimasto fuori? Perchéuna sintesi di poco più di mezz’ora potendo oggi disporre di almeno 80 minuti?
 
Girolamo
CaroDavide, hai ragione: ho scartato almeno la metà dei materiali registrati, efatto una scelta di rarefazione, inserendo frammenti. Ho la sensazione chepossano più agevolmente parlarci del passato, un po’ come i graffiti nellegrotte: se non fossero sbiaditi non consentirebbero a noi di sentirli cosìvicini. Ci priverebbero dell’immaginazione necessaria a completarli. Avevo deimateriali anche di altri musicisti ‘vesuviani’. Ma ho volutamente puntato suRomaniello sia per la dolcezza e dolorosità della sua vicenda umana, sia perchélui fu vicino a Baniamino Cesi, importante e vero fondatore della cosiddetta‘scuola’ napoletana. Lui fu il maestro di Antonietta Webb-James, maestra diEugenio Fels, il quale è stato il mio insegnante. Diciamo dunque che VincenzoRomaniello è un po’ come un mio lontano parente d’avorio…
 
Davide
Romaniellofu anche professore emerito del Conservatorio di Napoli e scrisse un poderosometodo. L’hai potuto studiare? Soprattutto l’hai potuto applicare sulle suecomposizioni presenti nel tuo disco, cercando di avvicinarti il più possibileal suo tocco pianistico?
 
Girolamo
Sì,mise a punto almeno tre raccolte didattiche. L’ho potuto consultare e in partefotocopiare. È  assai interessante il lavoro sull’indipendenza delle dita, esulle note doppie.
 
Davide
Tutto il lavoro è stato inciso e missato ai piedi del Vesuvio, unasorta di immedesimazione o di restituzione di quella musica ai luoghi che lavidero nascere, risuonare e poi cadere nell’oblio?
 
Girolamo
Sai, iovivo qui, proprio ai piedi del Somma-Vesuvio (nel senso che se mi affaccio hola montagna proprio dentro casa. A poca distanza dal mio balcone, c’è la stradache Donizetti percorreva cercando ispirazione. La strada dove abito si chiamaproprio “Via Donizetti”! Fino a pochi anni fa, mi ero tuttavia disinteressatodi questi autori. Devo poi ad alcuni amici una sensibilizzazione. A DomenicoCeriello, inventore del vino dell’Olivella, che mi commissionò la suitedonizettiana che ora è nel cd, e che suonai dal vivo proprio nella vignaadiacente al luogo dove lui compose la Lucia Di Lammermoor (il primo atto). Poiad altri amici: Franco De Rosa, che ha girato e pubblicato un film su SommaVesuviana. E soprattutto alla mia devozione per i luoghi mariani, esegnatamente per il Santuario di madonna dell’Arco.
 
Davide
Oltrealle tue rielaborazioni, parafrasi o trascrizioni, ci sono anche le tuecomposizioni. Fabulae Contaminatae, brano d’apertura, e una improvvisazioneall’organo del Convento della Verna. Anche in questo caso hai cercato unaqualche forma di identificazione o compenetrazione con la storia e l’ambiente aipiedi del monte?
 
Girolamo
Diciamoche interpunto di mie contaminazioni tutti i brani. Anche “Ave” è mio: ho presoquattro battute da Romaniello e le ho ‘dilatate’. E tutte le ‘promenade’ dicollegamento nella parafrasi da Donizetti sono mie. Il brano d’apertura èispirato alle contaminazioni alla Terenzio: i nostri sono zone ricche ditestimonianze romane. Qui vicino è in corso di scavo la Villa di CesareAugusto. Affianco alla mia casa ci sono tombe romane….
 
Davide
Cipensavo qualche giorno fa, avendo scoperto un’opera lirica in due atti di VincenzoCapecelatro che porta il mio nome (ovviamente si riferisce al segretario diMaria Stuarda e musico torinese che morì a Edinburgo). Il suo Davide o DavidRiccio, su libretto di Andrea Maffei, fu rappresentata una sola volta nel1850 e poi mai più. E come quella ci sono centinaia di opere che hanno avuto lastessa sorte o che addirittura non sono mai state rappresentate e sonointrovabili in qualsiasi forma. Perché secondo te le istituzioni musicalicontinuano a riproporre sempre i medesimi autori e le opere già sentite estrasentite in numero incalcolabile di edizioni e versioni? Di certi non ci sitoglie neanche il gusto di riportarle alla luce almeno per una prima o per la secondavolta, per una incisione discografica… Non posso credere che sia solo unaquestione di bontà delle opere. Non parliamo poi degli autori contemporanei… Qualè il tuo rapporto con le istituzioni classiche?
 
Girolamo
Pessimo.Sono completamente d’accordo con te. per questo ho riscoperto Luciano Cilio, emi sono sempre dedicato a quelle che ho chiamato ‘memorie inconciliate’. Ho unarchivio ponderosissimo di composizioni di autori contemporanei. Molti amici michiedono se posseggo ancora registrazioni e partiture di… loro composizioni!

Davide
Haiconosciuto e collaborato con alcuni dei massimi compositori contemporanei: JohnCage, Pietro Grossi, Elliott Carter (mi ha sempre affascinato la suacomplessità ritmica), Luc Ferrari e tutti gli altri sopra menzionati; e poi ancoraMichael Nyman, Ludovico Einaudi… Tra questi pregiati incontri o altri noncitati, cosa e di chi ricordi uno o più insegnamenti che siano  stati centralinel determinare il tuo approccio alla musica?
 
Girolamo
Ladolcezza di Pietro Grossi, gli occhi di Cage, l’apparente goffaggine di Carter,l’ironia di Nyman. Con Ludovico ho avuto e ho un ottimo scambio. Mi spiace unpo’ che lui tenda a considerarsi uno ‘fuori dalle scuole’ e fuori da influssi.Mi pare antistorico: chi di noi è fuori da influenze?

Davide
Intutta la tua opera di rivisitazione predomina un lavoro di sfrondamento e disemplificazione armonica (parafrasi da Lucia di Lammermoor), di purificazione melodica…Via gli eccessi di lirismo, le ridondanze tardoromantiche… Un lavoro quasi asceticoche conferisce maggiore spiritualità alla musica (che è poi lo stesso tuo stilecompositivo in Fabulae Contaminatae) e bellezza. Come riconosci ilsuperfluo e come lo escludi o lo trasformi nel tuo stile compositivo?
 
Girolamo
Inquesto lavoro c’è questa concezione di ‘ripulitura’ armonica, intendendo laparola ‘armonia’ in senso tradizionale. In altri dischi (penso soprattutto aShama, ma anche a Ice-tract) la parola ‘armonia’ veniva intesa in una accezionepiù ampia: qualsiasi sovrapposizione di materiali crea un’armonia. Non credopiù alla distinzione tra suono e rumore (è dimostrato che ogni suono ha queltimbro perché contiene ‘rumore’) e non ritengo più attuale immaginare dilavorare solo con dodici suoni. Ti parrà strano, ma sto ricercando dissonanzein alcune forme di accordatura. E persino nell’accordatura temperata, se siascolta attentamente la risonanza di suoni tenuti, appaiono splendidi movimentiinterni. Credo che la musica sia ancora tutta da scoprire.
 
Davide
Tipiace la definizione musica di frontiera per dire che la tua musica si affacciasu diversi generi? In fondo la frontiera è solo una linea di demarcazione,mentre la tua musica, specialmente “Ai piedi del monte”, esplora un territorio moltopiù dal di dentro che da una posizione appunto di esile e immaginariatracciatura di confine.
 
Girolamo
Sì,cogli nel segno. Frontiera è stare ‘sul’ confine, e guardare da un lato edall’altro. Riflessivamente, ciò riguarda anche le dinamiche ‘interno/esterno’.Credo proprio che il segreto sia nel transito.

Davide
Ciò cheè stato è lontano e profondo, profondo: chi lo può raggiungere? (Qoèlet 7,10). C’èquesta frase dall’Ecclesiaste riportata in copertina. Se la morte è l’unicaconclusione della vita, allora tutto sembra vano. La risposta in tal caso puòessere solo vanitas vanitatum. Qual è la tua?
 
Girolamo
Unatraduzione più recente dice: “Lontano è il reale ed estremamente profondo.Nessuno ne verrà a capo”. La dimensione della distanza consente unaretroproiezione nel sé, una sorta di sprofondamento. Si arriva ad un puntooltre il quale non si può andare se non rischiando il non ritorno. La morte èla dimensione della ricerca estrema. Un compositore, un ricercatore, un uomonon dovrebbe mai prescinderne. Ma la prospettiva giusta la suggerisce forseBruno Forte, in una “Lettera ai cercatori di Dio”, pubblicata da poco. Noi non”siamo esseri viventi il cui orizzonte è la morte, ma esseri mortali il cuiorizzonte è la vita”.

Davide
Lacopertina disegnata dal piccolo Francesco (immagino sia tuo figlio) è moltobella. I disegni dei bambini sono sempre carichi di messaggi che gli adultidovrebbero imparare a decifrare. Tu cosa vi hai visto?
 
Girolamo
Ognigiorno i bambini mi sorprendono, forse è l’unica cosa bella che ci rimane.Guardare le cose con il loro sguardo è di una ricchezza sconvolgente, l’unicafelicità.
Davide
Latua attività di musicista e musicologo è assai ricca e variegata. Cosa ciconsigli di seguire prossimamente?
 
Girolamo
Ah,attenti a Max Fuschetto: credo sia uno degli autori più interessanti delpanorama italiano.
 
Ai piedi del monte
 
GirolamoDe Simone

GirolamoDe Simone, nato a Napoli nel 1964, vive e lavora alla periferia della metropolipartenopea, alle pendici del Monte Somma, a ridosso del Vesuvio. Musicista eagitatore culturale, è considerato tra i principali esponenti delle avanguardieitaliane legate alla musica di frontiera. Pianista,elettro-performer e compositore, nella sua formazione si è riferito ad EugenioFels, che lo ha seguito dai primi passi fino al diploma di pianoforte, e aRiccardo Risaliti; per il clavicembalo a Gordon Murray e per la direzioned’orchestra ad Eliano Mattiozzi-Petralia. Negli anni Ottanta sono poideterminanti gli incontri con il compositore autodidatta Luciano Cilio (1982) econ John Cage, che conosce in occasione di “Events” (Napoli, 1984).Non si tratta di suoi ‘insegnanti’, ma di figure carismatiche che segneranno lesue scelte future, non solo musicali. Dopo il suo esordioufficiale (a Villa Pignatelli nel 1982 con Luciano Cilio ed Eugenio Fels), hasuonato per i principali festivals di musica contemporanea raccogliendoconsensi per le ricerche sui nuovi linguaggi e per la riscoperta di repertoriinediti o rari. Come compositore ha ricevuto esecuzioni in Europa (per l’UNESCOa Parigi, per la CEE a Bruxelles, per la Radio-televisione Svizzera) ein Italia (Rai Due, Rai Tre, Radio Rai Due, Radio Rai Tre). Inqualità di teorico delle musiche di frontiera ha pubblicato libri, saggi,articoli e recensioni anticipando le tematiche della contaminazione tra generimusicali, della critica allo sperimentalismo e delle nuove estetichemass-mediali. Nel 1985 fonda a Napoli l’Associazione Ferenc Liszt, poi Ente dirilievo. Dal 1994 è Direttore responsabile della rivista di musichecontemporanee ‘Konsequenz‘(Liguori Editori), più volte premiata dal Ministero per i Beni Culturali comeperiodico di elevato valore culturale. Scrive per molteplici riviste esegnatamente, a partire dal 1994, per il quotidiano “il manifesto”,anche con una rubrica intitolata “border” che consolida l’attenzioneitaliana verso la musica di frontiera. Come operatore culturale ha assunto ladirezione artistica di importanti rassegne dedicate ai plurali della musica:‘Galassia Gutenberg Musica’ (Napoli, Mostra d’Oltremare, fino al 1993);‘Eclettica Musica Millemondi’ (Napoli, Teatro G. Toledo, 1997/2003); ‘EvenienzeKonsequenz’ (Napoli, Teatro Sancarluccio, 2004); nel 1998 ha diretto la sezionecontemporanea della Festa della Musica per il Comune di Napoli (Chiostro diMonteoliveto); dal 2006 mantiene la direzione artistica di ‘Avant’, rassegna dimusiche e culture contemporanee in collaborazione con il Teatro d’InnovazioneGalleria Toledo di Napoli.
GirolamoDe Simone ha conosciuto personalità quali John Cage, Elliot Carter, MichaelNyman ed ha lavorato/interagito con alcuni dei più importanti compositoricontemporanei, tra cui Luc Ferrari, Vittorio Rieti, Pietro Grossi, LucianoChailly, Giuseppe Chiari, Daniele Lombardi, Giancarlo Cardini, Enrico Cocco(…). Si è prodotto in performance che lo vedono affiancato a Ludovico Einaudi(Aversa 2000), Arturo Stalteri, Tuxedomoon (Napoli 2001), Michael Nyman (Capri2005), Max Fuschetto (…) e numerosi altri protagonisti della musica italianae internazionale.
 
VINCENZOROMANIELLO
Nel1891 si cimentò nel concorso nazionale per la cattedra di pianoforte principalenel Conservatorio napoletano e ne uscì vincitore, impartendo tale insegnamentonella classe femminile.Nel 1895 sposò la gentildonna Enrichetta Papa e con leisi stabili nelle stagioni estive nella cittadina vesuviana dove era situataun’antica casina con annesso giardino presso il largo della Collegiata nellostorico Borgo murato. Vincenzo Romaniello svolse attività  pubblicisticacome critico musicale e collaborò alla rivista “La Musica” di Napolie ad altri periodici. Tra le sue opere didattiche ricordiamo: “ElementiMusicali” e “Il Pianista Moderno”. Tra i suoi giovanissimi allieviricordiamo Renato Carosone. La morte lo colse il 13 aprile 1932 nella suaresidenza napoletana alle due di mattina e nello stesso giorno la salma fùtrasportata a Somma Vesuviana e tumulata nella cappella di famiglia dove riposainsieme ai suoi cari. Vincenzo Romaniello lascia ai posteri un elevato numerodi composizioni pianistiche e da camera. Il 28 maggio 2003 l’AmministrazioneComunale, con Delibera n.105, gli ha dedicato una strada.

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