Electronic Ballads: il nuovo disco di Leonora!
LolProductions, 2010
Distr. BTF
10 brani – 35.50
Digipack con booklet
24 pag. colori
Distr. BTF
10 brani – 35.50
Digipack con booklet
24 pag. colori
Inglese e italiano, tecnologia e semplicità, comunicazione e intimismo: dieci ballate elettroniche nel nuovo album dell’affascinante artista romana, prodotto da Marco Olivotto.
“Electronic Ballads è dedicato a chi ha tenuto a lungo dei sogni nel cassetto e a chi ha coltivato in silenzio una piccola grande passione”. Pubblicato dalla Lol Productions, Electronic Ballads è il disco d’esordio di Leonora, frutto di una lunga gestazione e del fortunato sodalizio artistico e umano con Marco Olivotto, ingegnere del suono e produttore.
Semplicità e grande attenzione al dettaglio per un approccio compositivo fatto di sottrazione e confronto: questo il metodo con cui è nato Electronic Ballads. Dieci “ballate elettroniche” in inglese e italiano per un disco bifronte ma unitario. Roma e Trento sono state le due postazioni di lavoro, avvicinate dalla tecnologia che ha permesso a Leonora e Marco Olivotto di realizzare un sogno nel cassetto per lei, una sfida per lui. Pur lavorando con il più moderno know-how, non hanno dimenticato la passionalità: non è un caso che il disco esca per un’etichetta che si chiama proprio Labour Of Love.
Dopo alcuni singoli e partecipazioni a festival, show televisivi e fortunati passaggi in radio, Leonora si è allontanata dal mondo del pop, pur continuando ad esercitare e nutrire la propria passione, arrivando alla scrittura di una originale canzone d’autore di matrice elettronica e acustica. Cinque canzoni in inglese e cinque in italiano (collegate da una misteriosa ghost-track) esplorano tematiche che vanno dall’introspezione a riflessioni sul mondo. Tutto ciò in una tavolozza che abbraccia l’indie, i Radiohead e grandi interpreti femminili come Bjork, Suzanne Vega, Alice e Cristina Donà.
Electronic Ballads è nei migliori negozi di dischi dal 26 gennaio 2010 (distr. BTF). È disponibile sulla piattaforma ITunes e si avvale del sostegno di attenti mediapartners: Metromorfosi, Radio Città BN, Wonderous Stories. Lo spazio della creatività di Leonora – che ha concepito anche l’artwork del cd – non si chiude con l’uscita del disco: “Mi piacerebbe lasciare tutte le successive e possibili varianti alla fantasia di chi ascolta, invitando chiunque ne abbia voglia a giocare e remixare i brani con l’aiuto dei file messi da me a disposizione sul sito leonora.it”.
Info:
Leonora Official Web Site:
http://www.leonora.it
Leonora Official MySpace:
http://www.myspace.com/leparoledentro
LoLProductions:
http://www.lolproductions.it
Davide
Ciao Eleonora. Un disco d’esordio piacevole e già molto maturo sia nel song writing, sia negli arrangiamenti. Cos’hai fatto prima, com’è nata la musica in te e come sei finalmente arrivata al tuo disco?
Leonora
Electronic Ballads nasce al termine di un lungo periodo di riflessione e distacco dalle esperienze discografiche che avevo fatto precedentemente.
Ho iniziato a scrivere canzoni da adolescente utilizzando tastiere e computer. Nel tempo ho sviluppato un mio stile fatto di atmosfere minimali ed echi di pianoforte. Dopo un Sanremo Giovani nel 96 con la canzone Bit, negli anni a seguire ho realizzato alcuni singoli per la Wiz Music di Alessandro Colombini senza riuscire però a pubblicare un album. Così ho deciso di voltare pagina e trovare la mia strada sul web. È qui che ho conosciuto Marco Olivotto. Il nostro incontro mi ha dato la spinta per ripartire, così ho scelto fra alcuni brani tenuti nel cassetto e altri più recenti.
Davide
Gli arrangiamenti sono fondamentali per la riuscita di un buon disco, a volte è come riscrivere daccapo una canzone. Marco Olivotto è un preparato ed esperto musicista poliedrico, nonché un pregiato fonico; come avete lavorato insieme, con quali assunti nel senso etimologico del termine: cioè chi ha preso carico di fare e provare o rifare che cosa, e come avete condiviso infine il giusto mezzo del risultato finale?
Leonora
Io e Marco abbiamo collaborato interamente attraverso Internet anche per via della distanza che separa Roma da Trento dove lui vive. La lavorazione ha seguito un percorso molto lineare. Ho realizzato infatti tutto il materiale in casa con tastiera e computer. Marco ha seguito i progressi nel tempo, sostenendo le scelte fatte e spingendomi a terminare i brani senza interferire. Così ho completato gli arrangiamenti e gli ho spedito tutti i file. Marco ha quindi migliorato la resa sonora e finalizzato il disco mostrando sensibilità e profonda comprensione delle intenzioni. Il suo consiglio si è rivelato per me importantissimo anche nel superare qualche ripensamento al termine del lavoro. È stato bellissimo lavorare con lui.
Davide
Un disco metà in inglese e metà in italiano. Per quale motivo?
Leonora
L’inglese è una lingua che ho potuto imparare da molto piccola e che nel tempo ho coltivato con passione. Ma soprattutto è venuto naturale rivolgermi a un pubblico più vasto avendo scelto Internet come mezzo di condivisione del mio progetto musicale.
Davide
Quali sono state e sono secondo te le donne italiane più importanti nella musica italiana e perché?
Leonora
In generale nella musica italiana ci sono poche autrici e anche solo per questo, quelle poche sono secondo me tutte importanti’.
Davide
“Beata ignoranza”…”Un popolo è chino se abbassa la testa / ma un popolo cresce con la cultura…” …”mentre il paese si ciba di niente…”. C’è qualcosa di questa Italia o della nostra società oggi a cui pensavi scrivendo queste parole?
Leonora
E’ una canzone sulla violenza, il potere mediatico, la società dei consumi. Tocca a chi tocca.
Davide
Fare canzoni intelligenti non è sempre appagante e rimane in fondo una prerogativa o dei grandi o dei sotterranei. Il successo oggi passa soprattutto attraverso il mordi e fuggi di una bruttissima televisione, dove impera un becero giovanilismo e i sedicenti artisti non nascono e non imparano dal confronto con i maestri e la scoperta del vero Sé, ma sono montati da un pubblico da videoclip o peggio da reality show, che ricorda l’arena del Colosseo. La radio poi, non sempre fa del suo meglio.
Cosa ne pensi e come ti poni rispetto a questa situazione di celebrazione e consumo del vuoto? Che tipo di successo insegui a breve come a lungo termine?
Leonora
Io sono scesa da tempo dal treno in corsa’ e la cosa più bella è che in questa piccola po-stazione defilata dove mi trovo non mi sento affatto sola. Esiste tutto un mondo al di fuori dei canali istituzionali’ che in questo momento mi sostiene. Mi sento libera e non ho particolari smanie di successo. Spero solo di coltivare un pubblico anche piccolo interessato a quello che faccio.
È difficile oggi vivere di canzoni, superata quest’idea è tutto più semplice.
Davide
Mi interessa molto la tua idea di lasciare tutte le successive e possibili varianti di “Electronic ballads” alla fantasia di chi ascolta, invitando chiunque ne abbia voglia a remixare i brani con l’aiuto dei file messi da te a disposizione sul tuo sito. È un bel modo di interagire e giocare creativamente. È soprattutto un bisogno o un modo di sondare i segni che avrai lasciato, o una sorta di restituzione dei semi che hai o avrai gettato con le tue canzoni?
Leonora
Credo risponda sia al bisogno di stabilire la fine di un processo che alla curiosità di sperimentare e coinvolgere diversamente chi ascolta, mettendo a diposizione di altri una parte del mio lavoro.
Un modo per rimanere in gioco pur avendo passato la mano.
Davide
Torniamo alle tue canzoni. Ho letto da qualche parte che vivi la musica elettronica più come uno stato d’animo che come uno stile. Cosa intendi per elettronica nel tuo stile e quali stati personali del tuo animo trasporta in particolare?
Leonora
Spesso quando si parla del rock’ si dice che è uno stato d’animo, un modo di essere. Ecco io penso la stessa cosa dell’elettronica. C’è una capacità di sintesi nell’elettronica che mi affascina da sempre. Ripetizone, regolarità e automatismo sono spesso considerate in modo dispregiativo eppure sono caratteristiche di ciò che è vivente e della musica stessa. Penso che l’elettronica prima che un vestito, un arrangiamento, sia un modo di comporre intimamente legato al computer. Quando dico che le mie sono canzoni nate al sequencer è perchè molto spesso trovo ispirazione a partire da una traccia midi prima ancora che al piano. Nel tempo poi, ho elaborato un mio modo di scrivere e arrangiare che non per forza si traduce in un brano di elettronica spinta e a volte riecheggia atmosfere più cantautorali nonostante, come in Electronic Ballads, tutti gli instruments siano virtuali.
Davide
L’anno scorso ti sei misurata anche con la colonna sonora di un cortometraggio, Camille, di Piero Costantini. Un giorno un amico musicista mi disse che viviamo in un’epoca di multimedialità forzata e piuttosto modaiola, mentre lui era un convinto sostenitore delle arti monomediali, in cui sia ancora possibile cogliere un livello di “specializzazione” molto alto, senza distrazioni. Cosa pensi della multimedialità?
Leonora
E’ sicuramente importante saper fare una cosa bene’ ma non penso che ciò sia di per sé in contrasto con la multimedialità. A volte questa parola viene confusa. Il linguaggio multimediale implica l’utilizzo di una pluralità di mezzi certo, ma ciò non impedisce a qualcuno di essere specializzato proprio in questo. Comunque la mia esperienza con Camille è stata molto più banale. Ho avuto l’occasione di scriverne le musiche e l’ho fatto, con entusiasmo.
Davide
Se tu fossi mai posta davanti alla scelta tra l’architettura e la musica?
Leonora
Sono due interessi che ho coltivato con modalità differenti. L’architettura ha fatto parte dei miei studi e della mia formazione. La musica è stata da sempre una passione più viscerale, il mio giardino segreto. Fin qui ho portato avanti entrambe. In futuro chissà.
Davide
Kate Bush, Suzanne Vega o Bjork?
Leonora
Kate Bush. E’ capitata nella mia vita che ero bambina. Ricordo che imitavo il balletto di Wuthering Hights. Da allora non ha mai smesso di stupirmi.
Davide
Elisabeth Fraser, Tori Amos o Émilie Simon…?
Leonora
Tori Amos. E’ un’artista che ho ascoltato a lungo e che penso abbia dato davvero tanto alla musica.
Davide
Cosa farai domani?
Leonora
Una volta me lo domandavo spesso. Ora vivo di più alla giornata. Mi fa stare meglio.