“Ni sipeli: l’amore libera”, il romanzo di esordio di Cristina Vignato
Casa editrice: Youcanprint
Genere: romanzo d’amore/romanzo spirituale
Pagine: 300
Prezzo: 15,20 €
Codice ISBN: 9791221486445
“Ni sipeli: l’amore libera”, un’opera che testimonia la forza evocativa delle parole e la potenza del sentimento, è il testo di esordio di Cristina Vignato come autrice di romanzi. La storia, ispirata a reali accadimenti, è ambientata tra Cuba e Vicenza, città di origine della scrittrice. Ambientato in due contesti storici e geografici differenti, Vicenza nel 1992 e Cuba nel 1871, il romanzo narra le vite di due donne, Emma e Onaya, le cui storie, apparentemente distanti, si uniscono in un legame profondo grazie alla forza inarrestabile dell’amore. Emma è una giovane imprenditrice vicentina che vive le sfide del suo tempo mentre Onaya è una ragazzina catturata in Africa e ridotta in schiavitù nelle piantagioni cubane. Le loro esistenze sono segnate da conflitti e oppressioni ma è proprio nell’amore che trovano la loro liberazione. Cristina Vignato riesce a creare in maniera convincente un parallelismo tra questi due mondi opposti, mostrando come la vera essenza dell’amore trascenda le barriere temporali e sociali. L’espressione che dà il titolo al libro “Ni sipeli” è una creazione originale dell’autrice che evoca un incantesimo, un’atmosfera magica che permea l’intero racconto. “Nella confusione generale, tra strattoni e grida, tutti gli uomini, le donne e i bambini appena sbarcati vennero trascinati dal porto verso lo slargo dove si svolgeva il mercato. Li fecero salire, incatenati tra loro, su una specie di pedana da cui a turno gli uomini bianchi si avvicinavano per esaminare le cicatrici sul corpo, palpare la muscolatura delle gambe e accertarsi che non ci fossero segni di ‘guasti’ irreversibili. Quegli uomini erano così vicini che Onaya poté sentirne l’odore acre di sudore e di maschio, odore che aveva imparato a temere più di ogni altra cosa. Gridavano e sembravano in preda a un’euforia che non faceva presagire nulla di buono. Ma quando don Esteban Santana si fece largo verso la pedana e si avvicinò, Onaya non avvertì l’invadenza di uno sguardo inopportuno, ma un gradevole profumo che le ricordò la foresta di casa sua. Don Esteban non le tastava le gambe, ma la scrutava intensamente negli occhi. Onaya percepì che lui le stava leggendo l’anima ma non riuscì a sottrarsi a quello sguardo. «Ni sipeli, ni sipeli!» (Incantesimo! Incantesimo!) sussurrò tra sé e sé ancora più stordita” scrive Cristina Vignato per descrivere il momento dello sbarco a Cuba di Onaya. La potenza dell’amore, presente in ogni passaggio, viene esplorata nel libro in tutte le sue sfaccettature, dimostrando che è un sentimento capace di cambiare il corso degli eventi e di unire le persone in modi inaspettati.
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