Ci appendemmo tutti e tre per i piedi. Così mio marito ci avrebbe messo in salotto, nel vaso assieme ai fiori.
Fiori
Quel giorno portai i miei bambini alla fiera. Giravamo mano nella mano per non perderci tra la folla. Ma forse era difficile perderci visto che tutti ci guardavano. Sentivo: "Saranno svedesi? Danesi? Norvegesi?". Eravamo così biondi e bianchi da non sembrare italiani. Poi ancora bisbigliavano incantati: "Che belli!". In effetti eravamo graziosi. Sara aveva un vestitino bianco con ricami fatti ad uncinetto. La mela candita che aveva in mano risaltava il rosso delle sue labbra. Luca era vestito da marinaretto e teneva al polso dei palloncini paffuti come le sue guance. Io avevo un vestito leggero con fiori color pastello e i boccoli mi fluttuavano sulle spalle come un manto. Finito il giro delle bancarelle e delle giostre, tornammo a casa. Apparecchiai la tavola in ferro battuto che avevamo in giardino. Ma nessuno aveva fame. Avevamo già cenato con i dolci. Così i bambini continuarono a giocare. Rincorrevano le lucciole. Poi mi chiesero di accompagnarli in cantina. Volevano controllare se i fiori che avevano appeso erano già seccati. Arrivammo: erano pronti. Pure i colori si erano conservati bene. Li fissammo per tanto tempo, finchè Sara non disse: "Facciamo una sorpresa a papà?".
Silvia Ceriati